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Salva Casa Milano, migliaia di famiglia senza abitazione. Gli sviluppi attesi e soluzioni

di Marianna Quatraro pubblicato il
Salva Casa Milano

Come proseguono le discussioni sul decreto Salva Milano tra il dietrofront del Comune, la spinta di Salvini e le attese

Cosa accadrà al Salva Milano dopo gli ultimi sviluppi? E' scontro sulla sanatoria Salva Casa Milano dopo gli ultimi eventi mentre il leader della Lega, Matteo Salvini, si dice disposto a risolvere i problemi dei cittadini della città, purchè il Comune decida effettivamente cosa fare e mentre migliaia le famiglie attualmente disperate e che non sanno cosa fare e cosa accadrà. 

C’è chi ha investito i risparmi di una vita per comprare casa, mentre la giustizia sta facendo il suo corso, lentamente e senza considerare la situazione dei cittadini.

Secondo le famiglie che stanno pagando amaramente il conto della Salva Milano, la politica deve risolvere i problemi e chi ha sbagliato deve pagare. Ma cosa accadrà?

  • Gli ultimi sviluppi sulla Legge Salva Milano 
  • Lo scontro politico
  • Le soluzioni possibili

Gli ultimi sviluppi sulla Legge Salva Milano 

L’inchiesta sul decreto Salva Milano sull’urbanistica milanese ha portato all’arresto di funzionari comunali e al blocco del decreto, il Comune si dissocia, la politica è decisamente divisa e le aziende private finiscono sotto inchiesta.

Dopo l'arresto dell'ex dirigente comunale Giovanni Oggioni, ex vicepresidente della Commissione per il paesaggio e dirigente dello Sportello Unico per l’Edilizia, il sindaco Giuseppe Sala ha chiesto di non approvare il decreto ma sono oltre 1.600 le famiglie che hanno speso gran parte dei loro soldi per comprare case in costruzione nel capoluogo meneghino oggi ferme. Cantieri che tali sono e tali rimarranno non si sa fino a quando. Ed è proprio il problema: l’incertezza mentre migliaia di famiglia aspettano casa, pagata. 

L’inchiesta della Procura di Milano ha rivelato che il disegno di legge sarebbe stato elaborato da alcuni funzionari comunali coinvolti nelle indagini per corruzione, con l’obiettivo non di migliorare l’efficienza amministrativa, ma di mettere al riparo il sistema edilizio milanese da ulteriori verifiche giudiziarie.

Le intercettazioni rivelano anche che la legge non si limitava a sanare irregolarità edilizie passate, ma mirava a legittimare procedure discutibili anche per interventi futuri. 

Lo scontro politico

La decisione del Comune di Milano di ritirare il sostegno al disegno di legge ha suscitato reazioni politiche contrastanti.

Il Partito Democratico sostiene la decisione dell’amministrazione, sottolineando l’importanza di una svolta nelle politiche urbanistiche e della casa.

Per Fratelli d’Italia, il dietrofront di Palazzo Marino rappresenta un’ammissione di colpa da parte della stessa amministrazione comunale, mentre Salvini, con la Lega, rilancia sulla necessità di soluzione importante e da definire in tempi brevi per aiutare le famiglie oggi in difficoltà.

Le soluzioni possibili

Si attendono gli sviluppi dell’iter parlamentare del provvedimento sui cantieri a Milano che, nel frattempo, restano fermi. Ma senza l’appoggio del Comune, l’iter legislativo potrebbe subire un brusco stop.

Il termine per la presentazione degli emendamenti scade il 12 marzo e c’è molta pressione per la sua approvazione. Questo provvedimento sarebbe la soluzione per far ripartire il mercato delle costruzioni e non solo nel capoluogo lombardo, ma in tutta Italia.

L’obiettivo resta comunque quello di dare certezze agli operatori del settore e porre un argine alle numerose inchieste su presunti abusi edilizi. Solo nel comune di Milano, oltre 150 cantieri sono stati bloccati dalla magistratura con l’accusa di lottizzazione abusiva, cioè a causa di trasformazioni urbanistiche fatte senza un piano regolatore o in violazione delle norme vigenti.