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Sciopero dipendenti pubblici, quanto viene trattenuto in busta paga e stipendio

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Sciopero dipendenti pubblici

Quando un dipendente pubblico aderisce a uno sciopero, la trattenuta in busta paga segue formule standardizzate, che variano a seconda della durata e dell'orario lavorativo.

Quando a esercitare il diritto allo sciopero sono i dipendenti pubblici, soprattutto quelli impiegati in servizi essenziali come sanità, trasporti o istruzione, entrano in gioco le norme che regolano tempi, modalità e conseguenze economiche dell'adesione.

Le leggi che disciplinano la materia impongono un bilanciamento tra il diritto individuale del lavoratore e il diritto della cittadinanza alla continuità dei servizi fondamentali. Ne consegue che qualsiasi sciopero deve essere proclamato nel rispetto di un preavviso minimo, comunicato ai datori di lavoro, e soggetto alla vigilanza della Commissione di Garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici. Quando queste condizioni non vengono rispettate, le conseguenze non sono solo formali: possono scattare sanzioni pecuniarie, trattenute automatiche e l'intervento dell'autorità prefettizia attraverso lo strumento della precettazione.

L'adesione allo sciopero comporta un impatto economico diretto sulla busta paga, e la trattenuta corrispondente è soggetta a regole precise e non negoziabili, stabilite a livello nazionale. Vediamo meglio:

  • Come si calcolano le trattenute in caso di sciopero
  • Quanto perde chi aderisce a uno sciopero

Come si calcolano le trattenute in caso di sciopero

Quando un dipendente pubblico aderisce a uno sciopero, la trattenuta in busta paga segue formule standardizzate che variano a seconda della durata e dell'orario lavorativo del dipendente. Nel caso più comune, quello dello sciopero di una giornata intera viene decurtato 1/30 dell'imponibile lordo mensile. A essere decurtati sono anche contributi e imposte legati a quella frazione di retribuzione.

Quando invece lo sciopero si articola in blocchi orari, come accade spesso nel settore della scuola o nei turni ospedalieri, la decurtazione si calcola sulla base dell'orario lavorativo. L'imponibile lordo mensile viene diviso per 156 ore, valore medio del tempo di lavoro mensile, e il risultato viene moltiplicato per le ore effettivamente non prestate a causa dello sciopero.

Anche i lavoratori part-time sono soggetti alla trattenuta, ma in misura parametrata al loro contratto individuale. Viene utilizzata una base oraria proporzionale, che tiene conto della ridotta presenza settimanale. In tutti i casi le trattenute avvengono sul lordo fiscale e quindi hanno un'incidenza maggiore rispetto a quanto il dipendente percepisce come netto a fine mese.

Quanto perde chi aderisce a uno sciopero

Il settore della scuola pubblica fornisce un campione per comprendere l'entità delle trattenute in caso di sciopero. Secondo i dati aggiornati al 2025, un docente di scuola secondaria superiore, con diversi anni di servizio e inquadrato in un gradone avanzato (35 anni di carriera), perde in media tra i 96 e i 98 euro lordi per una giornata di sciopero. La perdita netta, detratte imposte e contributi, si aggira intorno ai 68 euro. Per una figura più giovane, come un insegnante della primaria al primo gradone, la trattenuta oscilla tra i 57 e i 59 euro lordi, che si traducono in una decurtazione netta tra i 40 e i 45 euro.

Anche il personale Ata subisce un impatto. Un collaboratore scolastico con 20 anni di servizio, ad esempio, può vedersi decurtare circa 51-53 euro lordi, corrispondenti a una perdita netta di circa 40 euro.

I criteri di calcolo sono applicati in modo uniforme su scala nazionale, ma possono variare nella componente netta a seconda delle aliquote Irpef e delle detrazioni individuali. Per i lavoratori che operano in contesti regionali con addizionali più alte, l'impatto fiscale è più marcato.

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