Come potrebbe cambiare ancora lIrpef nel 2026 per la tassazione sui redditi, chi interesserebbe e i vantaggi previsti
Il governo è al lavoro sulla definizione di nuove misure fiscali da approvare per il prossimo anno, a partire dall’ulteriore taglio Irpef ,già rinviato, per arrivare ad una nuova pace fiscale, che si vorrebbe realizzare entro l’estate, passando dal rinvio della sugar tax e dalla riduzione dell'Iva nella compravendita delle opere d'arte (che ora è al 22% contro il 5% degli altri Paesi europei). Vediamo nel dettaglio come potrebbe ancora cambiare l’Irpef di tassazione sui redditi.
Non si tratterebbe di accorpare ancora le aliquote ma di ridurre la seconda relativa allo scaglione di reddito del ceto medio.
L’obiettivo è quello di portare l’aliquota Irpef del 35% al 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 60.000 euro. Si tratta di un intervento che potrebbe tradursi in un risparmio medio di 1.440 euro all’anno per i contribuenti che rientrano in questa fascia di reddito.
Inoltre, l’estensione della soglia fino a 60.000 euro garantirebbe un ulteriore vantaggio economico di 1.000 euro, portando il beneficio complessivo a 1.440 euro e rappresentando una vera e propria boccata di ossigeno per tante famiglie italiane.
Dunque, la nuova revisione dell’Irpef sarebbe vantaggiosa soprattutto per chi guadagna redditi medio-alti, mentre non cambierebbe nulla né per chi guadagna poco (con redditi fino a 28mila euro lordi annui) né per chi percepisce redditi più alti.
L’intenzione di ridurre la seconda aliquota Irpef era sul tavolo del governo già alla fine dello scorso anno per una sua attuazione quest’anno 2025, ma non sono state trovate le coperture sufficienti.
Ora la misura dovrebbe rientrare nella prossima Manovra Finanziaria 2025 per poi entrare ufficialmente in vigore da gennaio 2026, sempre, ovviamente, a condizione che si riescano a trovare tutte le risorse economiche necessarie per attuare effettivamente tale taglio.
Le possibili nuove coperture dovrebbero essere garantite gettito della riforma fiscale, a partire dai proventi del concordato preventivo biennale.
I reali effetti della eventuale nuova Irpef 2026 su stipendi, pensioni e altri redditi dei cittadini italiani si potrebbero, però, notare solo dopo qualche mese dalla sua entrata in vigore, verso marzo o aprile circa.
La Manovra Finanziaria 2025 ha, invece, confermato ancora per quest’anno la riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre, che sono, in particolare, del 23% per i redditi fino a 28mila euro, del 35% per redditi tra 28mila euro e 50mila euro e del 43% per redditi oltre i 50mila euro.