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Se supero i 5mila euro di guadagno lavorando cosa devo fare? Procedura e tempi. E i rischi se non mi metto in regola

di Marianna Quatraro pubblicato il
Superare 5000 euro lavoro occasionale

Superamento soglia 5.000€ di guadagni da lavoro autonomo. Come gestire tasse e contributi e conseguenze per mancata messa in regola

In Italia, il tema dell'obbligo della partita IVA dopo i 5.000 euro genera spesso dubbi e confusione, specialmente tra coloro che svolgono lavori autonomi saltuari od occasionali di consulenza. Non esiste una normativa che fissi questa cifra come limite oltre il quale la partita IVA diventi obbligatoria, tuttavia, superare tale soglia comporta specifici obblighi fiscali e previdenziali, in particolare il versamento dei contributi alla Gestione Separata INPS.

Quando è necessario aprire la Partita IVA, gli obblighi di abitualità e professionalità

L'apertura della Partita IVA diventa obbligatoria quando un'attività lavorativa rispecchia i criteri di abitualità e professionalità. Questi due elementi determinano la differenza tra un lavoro autonomo svolto in modo sporadico e un'attività economica continuativa.

Il requisito di abitualità è soddisfatto quando l'attività viene svolta con una certa regolarità, sistematicità e continuità. Per esempio, fornire servizi o svolgere attività con frequenza periodica durante l'anno, indipendentemente dal numero di clienti o dal volume d’affari, rappresenta un terreno che richiede l’apertura della Partita IVA.

Il criterio di professionalità, invece, riguarda l’organizzazione del lavoro. Nello specifico, un’attività è considerata professionale quando è strutturata con lo scopo di generare un reddito continuativo, utilizzando mezzi o strutture anche minimi per lavorare con efficienza. Pubblicizzazione dell'attività, utilizzo di strumenti online come piattaforme di e-commerce o social media, e rapporti stabili con i clienti possono determinarne il carattere professionale.

Questo sistema normativo trova conferma anche nelle disposizioni dell'Agenzia delle Entrate, secondo cui la presenza di pluralità di atti economici svolti con regolarità implica la necessità di aprire una partita IVA. Tali indicazioni sono ribadite nella Risoluzione n. 41/2020 e supportate da decisioni giurisprudenziali recenti della Corte di Cassazione.

Superamento della soglia di 5.000 euro, cosa fare?

Il limite di 5.000 euro si riferisce principalmente ai redditi derivanti da prestazioni occasionali. Se i guadagni superano questa soglia, si devono adempiere i seguenti obblighi:

  1. Apertura della Partita IVA
    • Se l'attività diventa abituale e continuativa, è necessario aprire una Partita IVA presso l'Agenzia delle Entrate.
    • Si deve scegliere un codice ATECO adeguato all’attività svolta.
    • È possibile optare per il regime forfettario (se si rispettano i requisiti) per beneficiare di un'imposizione fiscale agevolata.
  2. Iscrizione alla Gestione Separata INPS
    • Oltre la soglia dei 5.000 euro, bisogna iscriversi alla Gestione Separata INPS e versare i contributi previdenziali.
    • L'aliquota contributiva per i lavoratori autonomi occasionali è generalmente intorno al 26-27%.
  3. Emissione di fattura e adempimenti fiscali
    • Chi ha Partita IVA deve emettere fattura per ogni prestazione, applicando eventualmente la ritenuta d'acconto del 20% se il cliente è un sostituto d'imposta.
    • I compensi devono essere dichiarati nel modello Redditi PF o nel modello 730, a seconda della situazione fiscale del contribuente.
La Partita IVA deve essere aperta prima di iniziare un'attività abituale o non appena si prevede di superare i 5.000 euro, mentre l'iscrizione INPS è richiesta al superamento della soglia annuale di 5.000 euro. I versamenti fiscali e contributivi vanno effettuati secondo le scadenze stabilite dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS (solitamente il 30 giugno e il 30 novembre per le tasse, e trimestralmente per i contributi INPS).

Le conseguenze del superamento della soglia senza regolarizzarsi

Superare la soglia dei 5.000 euro senza adempiere agli obblighi previsti può generare conseguenze rilevanti, sia sul piano fiscale che previdenziale. Il mancato versamento dei contributi alla Gestione Separata INPS, ad esempio, espone il lavoratore al rischio di accertamenti da parte dell'INPS, che potrebbero condurre al pagamento di somme arretrate, sanzioni pecuniarie e interessi moratori per il ritardo accumulato.

Dal punto di vista fiscale, l'inosservanza degli obblighi potrebbe inoltre far emergere dubbi circa la natura dei compensi percepiti, portando il Fisco a riclassificare l'attività come abituale e professionale. Di conseguenza, l'Agenzia delle Entrate potrebbe accertare redditi non dichiarati, imponendo non solo il pagamento delle imposte relative, ma anche penali per omessa dichiarazione o irregolarità nei versamenti.

Un altro rischio è la contestazione di rapporti economici irregolari con i committenti. Alcuni contratti, definiti come prestazioni occasionali, potrebbero essere reinterpretati alla luce degli obblighi di remunerazione continuativa, comportando ricadute legali e contrattuali. Questo riguarda in particolare le aziende, che potrebbero essere chiamate a corrispondere la quota previdenziale non versata o a risarcire il lavoratore in caso di controversia.

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