Superamento soglia 5.000€ di guadagni da lavoro autonomo. Come gestire tasse e contributi e conseguenze per mancata messa in regola
In Italia, il tema dell'obbligo della partita IVA dopo i 5.000 euro genera spesso dubbi e confusione, specialmente tra coloro che svolgono lavori autonomi saltuari od occasionali di consulenza. Non esiste una normativa che fissi questa cifra come limite oltre il quale la partita IVA diventi obbligatoria, tuttavia, superare tale soglia comporta specifici obblighi fiscali e previdenziali, in particolare il versamento dei contributi alla Gestione Separata INPS.
L'apertura della Partita IVA diventa obbligatoria quando un'attività lavorativa rispecchia i criteri di abitualità e professionalità. Questi due elementi determinano la differenza tra un lavoro autonomo svolto in modo sporadico e un'attività economica continuativa.
Il requisito di abitualità è soddisfatto quando l'attività viene svolta con una certa regolarità, sistematicità e continuità. Per esempio, fornire servizi o svolgere attività con frequenza periodica durante l'anno, indipendentemente dal numero di clienti o dal volume d’affari, rappresenta un terreno che richiede l’apertura della Partita IVA.
Il criterio di professionalità, invece, riguarda l’organizzazione del lavoro. Nello specifico, un’attività è considerata professionale quando è strutturata con lo scopo di generare un reddito continuativo, utilizzando mezzi o strutture anche minimi per lavorare con efficienza. Pubblicizzazione dell'attività, utilizzo di strumenti online come piattaforme di e-commerce o social media, e rapporti stabili con i clienti possono determinarne il carattere professionale.
Questo sistema normativo trova conferma anche nelle disposizioni dell'Agenzia delle Entrate, secondo cui la presenza di pluralità di atti economici svolti con regolarità implica la necessità di aprire una partita IVA. Tali indicazioni sono ribadite nella Risoluzione n. 41/2020 e supportate da decisioni giurisprudenziali recenti della Corte di Cassazione.
Il limite di 5.000 euro si riferisce principalmente ai redditi derivanti da prestazioni occasionali. Se i guadagni superano questa soglia, si devono adempiere i seguenti obblighi:
Superare la soglia dei 5.000 euro senza adempiere agli obblighi previsti può generare conseguenze rilevanti, sia sul piano fiscale che previdenziale. Il mancato versamento dei contributi alla Gestione Separata INPS, ad esempio, espone il lavoratore al rischio di accertamenti da parte dell'INPS, che potrebbero condurre al pagamento di somme arretrate, sanzioni pecuniarie e interessi moratori per il ritardo accumulato.
Dal punto di vista fiscale, l'inosservanza degli obblighi potrebbe inoltre far emergere dubbi circa la natura dei compensi percepiti, portando il Fisco a riclassificare l'attività come abituale e professionale. Di conseguenza, l'Agenzia delle Entrate potrebbe accertare redditi non dichiarati, imponendo non solo il pagamento delle imposte relative, ma anche penali per omessa dichiarazione o irregolarità nei versamenti.
Un altro rischio è la contestazione di rapporti economici irregolari con i committenti. Alcuni contratti, definiti come prestazioni occasionali, potrebbero essere reinterpretati alla luce degli obblighi di remunerazione continuativa, comportando ricadute legali e contrattuali. Questo riguarda in particolare le aziende, che potrebbero essere chiamate a corrispondere la quota previdenziale non versata o a risarcire il lavoratore in caso di controversia.