Tra i fattori che contribuiscono all'elevato consumo di antibiotici in Italia, spiccano l'uso improprio di questi farmaci per il trattamento di infezioni virali.
L'Italia sta vivendo un momento critico riguardo al consumo degli antibiotici e al pericolo sempre più concreto dell'antibiotico-resistenza. L'Agenzia italiana del farmaco ha pubblicato un rapporto che mette in luce un quadro allarmante: l'abuso di questi farmaci sta creando terreno fertile per infezioni più gravi e difficili da trattare, con conseguenze preoccupanti sulla salute pubblica:
A preoccupare è la distribuzione dell'uso degli antibiotici nelle diverse fasce di età. In particolare, quasi la metà degli anziani over 65 e circa il 41% dei bambini sotto i 13 anni hanno ricevuto almeno una prescrizione antibiotica nell'ultimo anno.
L'uso eccessivo e inappropriato degli antibiotici è un terreno fertile per lo sviluppo dell'antibiotico-resistenza, un fenomeno che si verifica quando i batteri mutano diventando insensibili ai trattamenti farmacologici esistenti. In Italia, questa resistenza è già responsabile di circa 12.000 decessi all'anno, una cifra che pone il nostro Paese tra quelli più colpiti in Europa.
Le infezioni causate da batteri resistenti richiedono cure più lunghe, più costose e spesso meno efficaci. L'antibiotico-resistenza contribuisce inoltre ad aumentare il tasso di mortalità per infezioni che, fino a pochi anni fa, erano facilmente curabili. Oltre al costo umano, le conseguenze economiche per il Servizio Sanitario Nazionale sono elevate: si stima che l'Italia spenda ogni anno circa 2,4 miliardi di euro per trattare le complicazioni legate alla resistenza antibiotica.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, se non verranno messe in atto strategie efficaci per contrastare questo fenomeno, l'antibiotico-resistenza diventa la causa di morte a livello globale entro il 2050, più del cancro.
Tra i fattori che contribuiscono all'elevato consumo di antibiotici in Italia, ci sono l'uso improprio di questi farmaci per il trattamento di infezioni virali come l'influenza e il raffreddore, contro le quali gli antibiotici sono totalmente inefficaci. Molti pazienti, spesso sotto consiglio medico, assumono antibiotici alla comparsa dei primi sintomi, senza attendere una diagnosi precisa o senza distinguere tra infezioni batteriche e virali.
Un'altra criticità riguarda l'accesso agli esami diagnostici. In molte aree del Mezzogiorno, i lunghi tempi di attesa per ottenere un tampone faringeo o un esame delle urine spingono i medici a prescrivere antibiotici a scopo precauzionale. Questa pratica, oltre a essere inefficace nella maggior parte dei casi, aumenta la pressione selettiva sui batteri, accelerando il processo di resistenza.
Non meno importante è la cattiva abitudine dell'automedicazione. L'Italia è uno dei Paesi europei in cui è ancora facile ottenere antibiotici senza prescrizione medica, soprattutto tramite canali non ufficiali o attraverso l'uso di farmaci avanzati da precedenti terapie.
Per fronteggiare questa emergenza, l'Aifa ha lanciato una serie di iniziative mirate a ridurre il consumo eccessivo di antibiotici e a sensibilizzare la popolazione sui rischi dell'antibiotico-resistenza. Una delle proposte è l'introduzione di un'applicazione mobile che aiuti i medici a scegliere il trattamento più appropriato in base alla diagnosi specifica, evitando prescrizioni inutili.
Il Ministero della Salute ha inoltre avviato campagne informative per educare i cittadini all'uso responsabile degli antibiotici, spiegando l'importanza di completare sempre il ciclo di cura prescritto e di non condividere i farmaci con altre persone. A livello ospedaliero, si stanno sviluppando protocolli più rigidi per il monitoraggio dell'uso degli antibiotici, con l'obiettivo di limitare l'insorgenza di infezioni resistenti nei reparti più a rischio, come le terapie intensive.