Quali sono i casi in cui si puņ e si deve obbligatoriamente presentare una denuncia e cosa accade una volta fatta: cosa prevede la normativa in vigore
Si può ritirare una denuncia fatta ai Carabinieri o alla Polizia? Quando accade o si viene a conoscenza di fatti penalmente rilevanti, la legge permette ai cittadini di presentarne apposita denuncia, che può essere presentata in forma orale o scritta, a Polizia o Carabinieri, con tutta l'esposizione dei fatti e sottoscritta dal denunciante o dal suo avvocato.
La persona che presenta una denuncia ha diritto di ottenere attestazione della ricezione. Ciò di cui a volte si sente parlare e che ci si chiede è se una denuncia, una volta presentata, si possa ritirare. Di seguito cerchiamo di fare chiarezza sulla questione.
Inoltre, se un pubblico ufficiale, di Polizia o Carabinieri, si rifiuta di prendere una denuncia, commette un reato.
Una volta presentata, infatti, il procedimento segue il suo corso indipendentemente dalla volontà del denunciante, ed è questo il motivo per cui in alcuni casi è obbligatorio presentare una denuncia.
Si tratta, per esempio, dei casi in cui si viene a conoscenza di un reato contro lo Stato (attentati, terrorismo, spionaggio politico-militare, stragi), o si viene a conoscenza di depositi di materie esplodenti o si rinvenga qualsiasi esplosivo, o ci si accorge di aver ricevuto in buona fede denaro falso, o se si riceve denaro sospetto o si acquistano oggetti di dubbia origine, o, ancora, se si subisce un furto o smarrisce un'arma, parte di essa o un esplosivo.
Si deve presentare una denuncia anche nel caso di rappresentanti sportivi che ricevono notizie e informazioni di imbrogli nelle competizioni sportive.
Se, nonostante l’impossibilità per legge, si procede comunque al ritiro di una denuncia già presentata, questo atto non produce alcun effetto. Il procedimento penale continua.
Precisiamo che è possibile presentare una denuncia entro tre mesi o dal giorno in cui il reato è avvenuto o dal giorno in cui si è venuti a conoscenza del fatto che costituisce reato.
Il tempo si allunga a sei mesi per reati contro la libertà sessuale (violenza sessuale o atti sessuali con minorenne).
A differenza della denuncia, è, invece, possibile, per legge, ritirare la querela, se viene meno la volontà del querelante che il reato sia perseguito.
Spesso si tende a confondere la denuncia con la querela ma si tratta di due atti ben diversi, e per cui ci sono differenti implicazioni.
La denuncia è, infatti, un atto che avvia, d’ufficio, un procedimento penale e con cui chiunque abbia notizia di un reato perseguibile d'ufficio può informare il pubblico ministero, o un ufficiale di polizia giudiziaria.
Nel caso della querela, l’iter penale per i reati perseguibili deve essere aperto solamente dalla persona offesa dal reato e deve essere eseguita entro tre mesi.
Se non sporge querela la vittima del reato, le autorità non possono intraprendere alcun procedimento penale.
Non ci sono tempi e limiti per ritirare una querela presentata: può essere, infatti, ritirata in qualsiasi momento nel corso del procedimento, a condizione che nel frattempo non venga emessa una sentenza di condanna definitiva.