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Sicurezza sul lavoro, Intelligenza Artificiale e realtà virtuale: quali sono i rischi per i dipendenti e come affrontarli

di Marcello Tansini pubblicato il
Rischi per i dipendenti

La digitalizzazione ridefinisce la sicurezza sul lavoro: intelligenza artificiale, wearable e realtà virtuale offrono nuove opportunità ma anche rischi in termini di privacy, salute mentale e sfide etiche per lavoratori e aziende.

L'adozione crescente di intelligenza artificiale (IA), robotica, realtà virtuale e strumenti digitali ha permesso non solo di migliorare la prevenzione degli infortuni, ma anche di ottimizzare i processi produttivi, favorendo un ambiente più sicuro e adattabile alle esigenze individuali.

Questa trasformazione, osservata da Inail e dagli organismi internazionali, si riflette in una maggiore capacità di monitoraggio dei rischi e di risposta alle emergenze, grazie all'integrazione di algoritmi, sensori e sistemi predittivi. Tuttavia, la rapidità e la portata di questa evoluzione pongono sfide complesse per la gestione dei nuovi pericoli e delle implicazioni organizzative, etiche e psicologiche. L'analisi dell'impatto della trasformazione digitale mette in evidenza la necessità di una regolamentazione aggiornata e di una strategia partecipata, volta a garantire che il progresso tecnologico sia realmente a vantaggio dei lavoratori e della sicurezza collettiva.

Intelligenza Artificiale e automazione: opportunità e nuovi rischi nei luoghi di lavoro

L'adozione di sistemi basati su intelligenza artificiale e realtà virtuale rischi sul lavoro è cresciuta rapidamente in molte filiere industriali, portando vantaggi tangibili in termini di riduzione degli infortuni e ottimizzazione della produttività. Robot collaborativi, automazione di attività ripetitive e supporto tramite esoscheletri sono esempi di innovazioni già operative in settori come la logistica, edilizia e manifatturiero. Tali strumenti consentono di minimizzare l'esposizione a situazioni pericolose, riducono la fatica fisica e possono favorire l'inclusione di lavoratori con limitazioni funzionali. L'analisi dei dati e i sistemi predittivi permettono inoltre di anticipare possibili criticità, passando da una logica reattiva a una prevenzione proattiva dei rischi:

  • Miglioramento della prevenzione tramite robotica avanzata
  • Riduzione degli sforzi fisici tramite automazione
  • Previsioni di incidenti attraverso modelli di machine learning
Tuttavia, permangono questioni aperte: l'incremento dell'interazione uomo-macchina impone l'aggiornamento delle procedure di sicurezza e la formazione su nuovi rischi ergonomici e meccanici. Tra le criticità emergono quelle legate all'aumento della pressione psicologica, eventuali impatti sull'occupazione, mancanza di trasparenza sulle decisioni prese dagli algoritmi e rischi di esclusione digitale per chi non possiede competenze tecnologiche adeguate.

Strumenti di monitoraggio digitale e wearable: prevenzione predittiva e implicazioni sulla privacy

L'uso di dispositivi intelligenti e sensori indossabili (wearable) si sta diffondendo come strumento di prevenzione predittiva nei contesti produttivi e di servizio. Questi sistemi sono in grado di raccogliere dati in tempo reale sulla postura, sui parametri fisiologici del lavoratore, sulla qualità ambientale e su potenziali situazioni di rischio:

  • Smartwatch e caschi intelligenti per monitorare fatica e parametri vitali
  • Sensori ambientali per individuare temperature estreme, gas nocivi o livelli di rumorosità
  • Dispositivi per analizzare i movimenti e ridurre i disturbi muscolo-scheletrici
La raccolta massiva di dati personali e biometrici spalanca però interrogativi sul rispetto della privacy, soprattutto in relazione alla durata e alla modalità di conservazione delle informazioni, nonché sui diritti dei lavoratori in merito all'uso di tali dati. In Italia e nell'UE, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) impone obblighi severi in tema di trasparenza e consenso informato (Regolamento 2016/679), rendendo necessario un bilanciamento tra sicurezza, efficienza produttiva e tutela dei diritti individuali.

Realtà virtuale e aumentata: formazione immersiva e i rischi emergenti

L'adozione di realtà virtuale e aumentata (VR/AR) nella formazione dei lavoratori e nella gestione delle attività operative si sta rivelando estremamente efficace per aumentare la consapevolezza sui rischi e simulare scenari di emergenza senza mettere a repentaglio l'incolumità dei partecipanti. Simulazioni 3D in ambienti controllati consentono di esercitarsi in procedure complesse come evacuazioni, interventi su macchine o gestione di prodotti chimici

  • Miglioramento dell'apprendimento rispetto alla formazione tradizionale
  • Reiterazione di esercitazioni senza esposizione a rischi reali
  • Adattamento del percorso formativo in base alla risposta individuale
Nonostante questi vantaggi, l'utilizzo prolungato dei visori o di dispositivi immersivi può condurre a disorientamento, affaticamento visivo, mal di testa e alterazioni della percezione spazio-temporale. In alcuni casi, si evidenziano rischi ergonomici legati a posture fisse e stress mentale dovuto al carico cognitivo. Altre criticità sono associate alla gestione dei dati generati durante le sessioni e alla cybersicurezza, visto l'utilizzo crescente di informazioni personali e biometriche. Attualmente la normativa non prevede regolamentazioni dettagliate per questi contesti, suggerendo la necessità di linee guida specifiche in materia di SSL e privacy per la realtà virtuale e aumentata.

Gestione algoritmica del lavoro e smart working: effetti sulla salute mentale e nuovi rischi organizzativi

L'informatizzazione delle procedure e il ricorso a sistemi di gestione algoritmica rappresentano una novità nell'organizzazione del lavoro. Algoritmi e piattaforme digitali vengono utilizzati per pianificare i turni, assegnare compiti o monitorare la produttività, anche nei modelli di lavoro agile e smart working. Se da un lato queste tecnologie favoriscono la flessibilità e un'organizzazione più efficiente delle attività, dall'altro possono generare nuovi rischi psicosociali:

  • Monitoraggio continuo e perdita di autonomia decisionale
  • Pressioni per il rispetto dei tempi e riduzione delle pause
  • Rischio di tecnostress, burnout e isolamento sociale, specialmente nel lavoro da remoto
Le aziende devono sviluppare strategie per prevenire forme di controllo eccessivo e tutelare la salute mentale dei dipendenti, incentivando la disconnessione digitale, il supporto psicologico e la partecipazione dei lavoratori alla definizione delle regole di funzionamento degli strumenti digitali, come richiesto dalle linee guida Europee.

Quadro normativo ed etico: protezione dei dati, regolazione dei sistemi ad alto rischio e partecipazione dei lavoratori

Il quadro legale e regolamentare si sta evolvendo rapidamente per rispondere alle implicazioni della digitalizzazione sul lavoro. In Europa, il nuovo AI Act introduce una regolamentazione specifica sui sistemi di intelligenza artificiale, classificando differenti livelli di rischio e imponendo misure particolarmente stringenti per i sistemi utilizzati nelle relazioni lavorative.

Sono previsti obblighi di valutazione dell'impatto, trasparenza nelle decisioni algoritmiche e supervisione umana, oltre alla protezione dei dati sensibili secondo il GDPR. Dispositivi come wearable e sistemi di monitoraggio sono sottoposti a limiti severi, specialmente nel riconoscimento delle emozioni o nel tracciamento comportamentale:

Normativa

Ambito applicazione

AI Act (UE)

Regolamentazione sistemi IA ad alto rischio

GDPR

Tutela dei dati personali e biometrici

D.lgs. 81/2008

Principi generali di prevenzione e protezione per SSL

Il coinvolgimento attivo dei dipendenti attraverso rappresentanze sindacali e la formazione continua rappresentano elementi essenziali per garantire processi trasparenti e una reale tutela dei diritti nei nuovi ambienti digitali.

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