La nuova normativa italiana sull'accesso ai siti per adulti solleva questioni su tempistiche, verifica dell'etŕ, privacy e digital identity. Soluzioni tecnologiche e dati sull'utenza minorile.
Le nuove disposizioni previste dal cosiddetto "decreto Caivano" e dalle successive linee guida Agcom, pongono l'accento sulla necessità di implementare efficaci sistemi di verifica dell'età per impedire l'accesso ai minori di 18 anni ai contenuti per adulti ovvero ai siti porno. Attualmente, tuttavia, gran parte dei portali del settore non si è ancora adeguata, continuando a consentire la navigazione tramite semplici autodichiarazioni. Questa situazione ha portato l'Autorità per le comunicazioni a predisporre una fase transitoria durante la quale rimane garantito l'accesso libero a differenza di quanto inizialmente auspicato dalla norma. Le principali piattaforme coinvolte sono state inserite in una lista pubblica, e il percorso normativo mira a coniugare, accanto alla protezione dei minori, una particolare attenzione al diritto alla riservatezza degli adulti.
L'attuazione delle nuove regole sull'accesso ai siti per adulti è suddivisa in precise scadenze, distinte in base alla localizzazione delle piattaforme. Secondo quanto stabilito dall'Agcom, i gestori con sede in Italia avranno tempo fino a giugno 2026 per adeguarsi ai nuovi requisiti. Per i servizi esteri che diffondono contenuti pornografici nel territorio nazionale, il termine di implementazione è fissato al 1 febbraio 2026. Fino a tali date, l'accesso resterà sostanzialmente invariato, senza controlli effettivi, se non su rare eccezioni.
Il principio guida è quello della verifica dell'età senza raccolta di dati personali: non verrà richiesto l'invio di documenti d'identità, né l'utilizzo di sistemi come SPID o CIE. La certificazione della maggiore età sarà affidata a soggetti terzi in grado di attestare l'idoneità dell'utente tramite un token digitale o un QR code.
Il meccanismo del doppio anonimato si basa su una separazione funzionale tra chi accerta l'età e chi gestisce la piattaforma per adulti, evitando che quest'ultima venga a conoscenza dell'identità dell'utente:
Al centro dall'evoluzione normativa c'è la ricerca di strumenti tecnologici in grado di realizzare la verifica efficace dell'età, rispettando la riservatezza. Due le principali direzioni emerse:
Tra tutte le piattaforme monitorate, OnlyFans costituisce l'eccezione per aver implementato procedure di verifica dell'età in coerenza con le indicazioni degli standard più restrittivi europei. Il portale utilizza le tecnologie offerte dalla società Yoti, tra le più avanzate nel settore dell'identità digitale, già in uso anche in altri Paesi per l'età minima sui social e servizi per adulti.
Il processo presso OnlyFans offre agli utenti diverse opzioni:
L'incidenza dell'accesso minorile ai siti per adulti rappresenta un fenomeno di ampia portata. Una recente indagine ha mostrato come quasi il 40% dei giovani tra i 10 e i 25 anni entri regolarmente in contatto con video espliciti online. L'Italia si posiziona all'ottavo posto nel mondo per consumo di contenuti pornografici secondo le statistiche diffuse da Pornhub:
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Dati di accesso tra i minori |
Fonte |
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Quasi 4 ragazzi su 10 (tra 10 e 25 anni) fruitori regolari |
Indagine Skuola.net |
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L'Italia in ottava posizione globale per traffico sui siti per adulti |
Pornhub, 2024 |
L'estrema facilità di accesso, dovuta all'assenza di barriere tecniche, resta la principale criticità. Fino all'attivazione effettiva delle nuove regole, la navigazione resta libera e priva di controlli efficaci, lasciando esposti i più giovani ai rischi legati alla fruizione non consapevole di materiale destinato a un pubblico adulto.
L'obiettivo delle nuove regole italiane, in linea con le direttive europee e la legge sulla cybersicurezza, è chiaro: rafforzare la barriera all'accesso dei minori ai contenuti per adulti, arginando i rischi per il benessere fisico e mentale delle nuove generazioni. Vengono così date risposte concrete agli input internazionali (vedasi il Digital Services Act e l'articolo 13 bis del decreto Caivano).
Tuttavia emergono alcune criticità: