Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Siti per adulti: accesso libero per tutti senza identificazione fino al 1 febbraio o giugno 2026 nonostante nuova normativa

di Marcello Tansini pubblicato il
Accesso libero per tutti senza identific

La nuova normativa italiana sull'accesso ai siti per adulti solleva questioni su tempistiche, verifica dell'etŕ, privacy e digital identity. Soluzioni tecnologiche e dati sull'utenza minorile.

Le nuove disposizioni previste dal cosiddetto "decreto Caivano" e dalle successive linee guida Agcom, pongono l'accento sulla necessità di implementare efficaci sistemi di verifica dell'età per impedire l'accesso ai minori di 18 anni ai contenuti per adulti ovvero ai siti porno. Attualmente, tuttavia, gran parte dei portali del settore non si è ancora adeguata, continuando a consentire la navigazione tramite semplici autodichiarazioni. Questa situazione ha portato l'Autorità per le comunicazioni a predisporre una fase transitoria durante la quale rimane garantito l'accesso libero a differenza di quanto inizialmente auspicato dalla norma. Le principali piattaforme coinvolte sono state inserite in una lista pubblica, e il percorso normativo mira a coniugare, accanto alla protezione dei minori, una particolare attenzione al diritto alla riservatezza degli adulti.

Le tempistiche dell'adeguamento: scadenze per siti italiani e stranieri

L'attuazione delle nuove regole sull'accesso ai siti per adulti è suddivisa in precise scadenze, distinte in base alla localizzazione delle piattaforme. Secondo quanto stabilito dall'Agcom, i gestori con sede in Italia avranno tempo fino a giugno 2026 per adeguarsi ai nuovi requisiti. Per i servizi esteri che diffondono contenuti pornografici nel territorio nazionale, il termine di implementazione è fissato al 1 febbraio 2026. Fino a tali date, l'accesso resterà sostanzialmente invariato, senza controlli effettivi, se non su rare eccezioni.

  • Siti italiani: tempo di adeguamento entro sei mesi dalla pubblicazione della lista (scadenza giugno 2026).
  • Siti stranieri: termine di tre mesi dalla pubblicazione (scadenza 1 febbraio 2026).
Un dato significativo riguarda la scarsa adesione alle nuove misure nei primi mesi di applicazione: su 45 portali individuati dall'Autorità, solo quattro risultano già allineati ai nuovi obblighi. Il resto dei siti continua a richiedere la semplice spunta su Ho più di 18 anni, una procedura facilmente aggirabile dai minori. Questo slittamento temporale deriva anche dalla complessità tecnica di garantire il cosiddetto "doppio anonimato", pilastro delle nuove regole, e dall'assenza di strumenti tecnologici definitivi per abilitare un riconoscimento dell'età senza ledere la privacy.

Cosa cambia per gli utenti: verifica dell'età, privacy e doppio anonimato

Il principio guida è quello della verifica dell'età senza raccolta di dati personali: non verrà richiesto l'invio di documenti d'identità, né l'utilizzo di sistemi come SPID o CIE. La certificazione della maggiore età sarà affidata a soggetti terzi in grado di attestare l'idoneità dell'utente tramite un token digitale o un QR code.

Il meccanismo del doppio anonimato si basa su una separazione funzionale tra chi accerta l'età e chi gestisce la piattaforma per adulti, evitando che quest'ultima venga a conoscenza dell'identità dell'utente:

  • L'utente si autentica presso una terza parte certificata
  • Riceve un codice temporaneo attestante la maggiore età
  • Inserisce il codice sul sito desiderato
Si punta così a garantire che nessun dato personale venga associato alla fruizione di contenuti sensibili. Questa impostazione rappresenta una risposta anche alle critiche emerse in altri Paesi europei, dove sono state imposte procedure più invasive in materia di riconoscimento utente.

Soluzioni tecnologiche: app terze, Eudi Wallet e digital identity

Al centro dall'evoluzione normativa c'è la ricerca di strumenti tecnologici in grado di realizzare la verifica efficace dell'età, rispettando la riservatezza. Due le principali direzioni emerse:

  • Applicazioni di terze parti: si prevede la nascita di app indipendenti che, senza sapere per quale scopo verrà utilizzato il token, forniranno la certificazione della maggiore età, garantendo il distacco completo tra l'attestazione e l'accesso ai contenuti.
  • EU Digital Identity Wallet (Eudi Wallet): la piattaforma europea, attesa non prima del 2026, renderà possibile conservare su smartphone attestazioni ed elementi identificativi in formato digitale. Integrando anche la prova dell'età, potrà essere utilizzata su vari servizi online, non solo per l'accesso a siti per adulti, ma anche per servizi pubblici e privati che richiedano certificazioni di identità o età senza trasmettere altri dati sensibili. Il sistema sarà interoperabile in tutta l'Unione Europea.
Nel periodo transitorio verranno adottate soluzioni intermedie, ancora in fase di sperimentazione. Resta fermo il principio che nessun fornitore italiano richiederà upload di documenti, evitando così i rischi legati alla custodia e gestione di dati personali particolarmente sensibili.

Il caso OnlyFans e la verifica con sistemi IA e Yoti

Tra tutte le piattaforme monitorate, OnlyFans costituisce l'eccezione per aver implementato procedure di verifica dell'età in coerenza con le indicazioni degli standard più restrittivi europei. Il portale utilizza le tecnologie offerte dalla società Yoti, tra le più avanzate nel settore dell'identità digitale, già in uso anche in altri Paesi per l'età minima sui social e servizi per adulti.

Il processo presso OnlyFans offre agli utenti diverse opzioni:

  • Caricamento di un documento d'identità tramite l'app Yoti
  • Verifica tramite selfie con intelligenza artificiale, la quale stima l'età sulla base del volto, senza salvare il dato personale
  • Riutilizzo di un'identità già certificata attraverso AgeKey
L'esperienza maturata su questa piattaforma mette però in luce alcune aree di contrasto con le indicazioni nazionali, che vorrebbero evitare del tutto l'associazione tra identità e accesso a contenuti per adulti.

I dati sull'accesso ai siti per adulti da parte dei minori in Italia

L'incidenza dell'accesso minorile ai siti per adulti rappresenta un fenomeno di ampia portata. Una recente indagine ha mostrato come quasi il 40% dei giovani tra i 10 e i 25 anni entri regolarmente in contatto con video espliciti online. L'Italia si posiziona all'ottavo posto nel mondo per consumo di contenuti pornografici secondo le statistiche diffuse da Pornhub:

Dati di accesso tra i minori

Fonte

Quasi 4 ragazzi su 10 (tra 10 e 25 anni) fruitori regolari

Indagine Skuola.net

L'Italia in ottava posizione globale per traffico sui siti per adulti

Pornhub, 2024

L'estrema facilità di accesso, dovuta all'assenza di barriere tecniche, resta la principale criticità. Fino all'attivazione effettiva delle nuove regole, la navigazione resta libera e priva di controlli efficaci, lasciando esposti i più giovani ai rischi legati alla fruizione non consapevole di materiale destinato a un pubblico adulto.

L'obiettivo delle nuove regole italiane, in linea con le direttive europee e la legge sulla cybersicurezza, è chiaro: rafforzare la barriera all'accesso dei minori ai contenuti per adulti, arginando i rischi per il benessere fisico e mentale delle nuove generazioni. Vengono così date risposte concrete agli input internazionali (vedasi il Digital Services Act e l'articolo 13 bis del decreto Caivano).

Tuttavia emergono alcune criticità:

  • Ritardi nell'introduzione degli strumenti tecnologici idonei
  • Minimo adeguamento da parte dei siti, che attendono chiarezza sulle soluzioni definitive
  • Possibili tentativi di aggirare il sistema da parte di minori particolarmente esperti
  • Rischio che i vincoli tecnici spingano il traffico verso piattaforme non regolamentate