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Rottamazione quinquies: gli emendamenti depositati per modificarla. A cosa puntano

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono e a cosa puntano i nuovi emendamenti presentati alla Manovra finanziaria 2026 per modificare la prossima rottamazione quinquies

La nuova finestra di definizione agevolata dei debiti fiscali, conosciuta come Rottamazione Quinquies, rappresenta uno degli interventi più rilevanti inseriti nella Manovra finanziaria 2026, quale risposta alle persistenti difficoltà di migliaia di contribuenti e imprese nell’onorare le proprie pendenze tributarie. Questa soluzione, voluta in particolare da alcuni settori della maggioranza parlamentare, intende conciliare esigenze di equità sociale e sostenibilità dei conti pubblici, offrendo modalità di regolarizzazione dei carichi affidati all’Agente della Riscossione da inizio 2000 a tutto il 2023. Il provvedimento, oltre a raccogliere l’eredità di precedenti edizioni della cosiddetta pace fiscale, introduce significative novità, oggetto di acceso dibattito politico e tecnico. 

Iter di approvazione della Rottamazione Quinquies nella Legge di Bilancio 2026

Il percorso di approvazione della Rottamazione Quinquies si è delineato quale tassello cruciale nell’iter della nuova Manovra, caratterizzato da intensi confronti tra forze politiche e organismi istituzionali.

Dopo la trasmissione alla Presidenza della Repubblica e la "bollinatura" della Ragioneria dello Stato, il progetto ha affrontato il vaglio delle commissioni parlamentari, tra cui la Commissione Bilancio del Senato, e il confronto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). In questa sede sono stati presentati oltre 5.500 emendamenti all'intera manovra, di cui più di 1.600 solo dai gruppi di maggioranza, testimoniando la complessità e le aspettative riposte nella nuova stagione di pace fiscale.

Le discussioni si sono focalizzate sulla necessità di introdurre norme a saldo zero per rispettare i vincoli di bilancio pubblici. Un elemento distintivo è stato quello delle tempistiche strette, con la Commissione Bilancio chiamata a ridurre drasticamente il numero di proposte da prendere in esame. All’interno di questo contesto, la Quinquies è emersa tra le misure più dibattute, per la volontà di ampliare la platea dei beneficiari senza pregiudicare gli equilibri finanziari dello Stato. Il testo si è inoltre evoluto attraverso un continuo lavoro di sintesi tra posizioni divergenti: da un lato chi spingeva per ampie aperture, dall’altro chi insisteva sulla necessità di criteri rigorosi.

Non sono mancati tavoli tecnici e vertici politici per definire i confini della nuova definizione agevolata: determinante il confronto tra il MEF e la Ragioneria per verificare l’impatto della misura sui saldi di finanza pubblica. 

Normativa attuale: funzionamento, benefici e requisiti della Rottamazione Quinquies

La rottamazione quinquies si fonda sulla definizione agevolata dei carichi affidati all’Agente della Riscossione nel periodo 1° gennaio 2000-31 dicembre 2023. Può riguardare debiti risultanti dall’omesso versamento di imposte dichiarate e di contributi previdenziali, con alcune eccezioni, come quelli richiesti tramite accertamento e prevede:

  • Eliminazione di interessi, sanzioni e aggio: le somme dovute sono riferite al solo capitale.
  • Piani di pagamento flessibili: è prevista la possibilità di dilazionare il pagamento fino a un massimo di 54 rate bimestrali (pari a 9 anni), con un minimo di 100 euro per ciascuna rata, o in alternativa saldare in un’unica soluzione.
  • Meccanismi di decadenza: la perdita dei benefici interviene dopo il mancato pagamento, anche non consecutivo, di due rate oltre la tolleranza di 5 giorni; le somme già versate sono comunque acquisite a riduzione del debito residuo.
  • Procedura telematica: le istanze devono essere presentate tramite il portale dell’Agente della Riscossione, con modalità e scadenze fissate nel decreto attuativo.
L’ammissione alla nuova rottamazione sospende le procedure esecutive, sospende termini di prescrizione e decadenza e blocca nuovi fermi e ipoteche fino al pagamento della prima rata. Il perfezionamento degli effetti favorevoli richiede il versamento di quanto dovuto con la prima scadenza utile. Tra i benefici, la possibilità di aderire selettivamente su singole cartelle comprese nell’arco temporale indicato distingue questa edizione dalle precedenti e offre maggiore libertà gestionale.

Criteri di accesso e platea dei beneficiari

La platea coinvolta dal provvedimento è ampia e include privati, autonomi e imprese. Tuttavia, la normativa vigente su questa edizione introduce, rispetto alle precedenti, alcuni limiti selettivi. L’accesso è generalmente riservato ai contribuenti che abbiano presentato regolarmente la dichiarazione dei redditi, ma che non siano riusciti a saldare integralmente gli importi dovuti.

  • Esclusione di parte dei recidivi: quanti sono decaduti in passato dalle analoghe rottamazioni, specialmente se recidivi nel mancato rispetto dei pagamenti, possono vedersi precluso l’accesso se non rientranti nei nuovi limiti temporali fissati.
  • Vincoli temporali: la possibilità di adesione è circoscritta ai carichi affidati all’Agente tra il 2000 e il 2023, tranne quelli sorti in anni successivi o trasmessi successivamente.
  • Limitazioni per alcune categorie: in particolare, non sono inclusi debiti nati esclusivamente da accertamento e chi non ha sanato rate precedenti entro i termini.

Emendamenti presentati: quali modifiche sono state proposte alla Rottamazione Quinquies

Il percorso di discussione parlamentare ha visto la presentazione di numerosi emendamenti volti a rivedere e ampliare alcuni aspetti sostanziali della Quinquies. Le principali sollecitazioni sono arrivate dalla Lega che, tra le forze di maggioranza, ha promosso una serie di proposte per rafforzare la portata inclusiva della misura. Di seguito le principali istanze:
  • Estensione ai decaduti dalla quater con accertamento: richiesta di riammessione anche per chi è decaduto dalla definizione agevolata precedente a seguito di avviso di accertamento fiscale. L’intento è evitare una discriminazione tra contribuenti in difficoltà dovuta solo alla tipologia di procedimento che ha originato il debito.
  • Riduzione degli interessi di mora: si prevede, qualora l’emendamento trovi approvazione, una diminuzione dell’aliquota dal 4% annuo al 2% per chi opta per il pagamento rateale, rendendo la dilazione meno onerosa e incentivando la regolarità nei pagamenti.
  • Modifica della causa di decadenza: l’attuale normativa prevede la decadenza in caso di mancato pagamento di due rate, anche non consecutive. L’emendamento presentato prevede che la decadenza scatti soltanto dopo il mancato o tardivo versamento di due rate, escludendo l’ultima e introducendo due solleciti di pagamento prima dell’avvio delle procedure esecutive.
  • Inclusione di ulteriori debiti: talune proposte, soprattutto provenienti dall’opposizione, chiedono di estendere la definizione anche agli avvisi bonari e a carichi recenti non ancora affidati all’ente di riscossione.
Oltre queste richieste, è sul tavolo anche l’ipotesi di rendere più inclusivi i criteri patrimoniali e reddituali per l’accesso e di allargare l’ambito alle imprese con maggiore esposizione debitoria. Tuttavia, il governo ha mostrato cautela, anche su indicazione del MEF, per contenere l’impatto della misura sul bilancio pubblico.

Dunque, le principali richieste di modifica emerse durante il processo parlamentare si concentrano su alcune linee direttrici:

  • Ampliamento della platea: si chiede di ammettere non solo i decaduti di precedenti rottamazioni, ma anche chi ha omesso versamenti perché destinatario di avvisi bonari o accertamenti e di includere carichi più recenti.
  • Condizioni di rimborso più favorevoli: la riduzione degli oneri finanziari, in particolare abbassando l’interesse applicato ai pagamenti rateali, è vista come incentivo ad aderire e rispettare i piani di rientro.
  • Parità di trattamento: viene richiesta la possibilità di transizione per i "contribuenti virtuosi" che hanno aderito e rispettato i piani della rottamazione quater, i quali, secondo la vigente disciplina, risultano oggi esclusi dalla nuova sanatoria.

 



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