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Targhe monopattino, decise misure, sigle, caratteristiche da provvedimento Mit ma non i tempi

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Caratteristiche tecniche della targa

Le nuove regole sulle targhe dei monopattini elettrici introdotte dal Mit ridefiniscono criteri, obblighi, sanzioni e ricadute su assicurazioni e micromobilit, lasciando ancora aperta la questione sulle tempistiche attuative.

L’evoluzione normativa sulla micromobilità urbana ha raggiunto un nuovo stadio con l’introduzione di specifiche disposizioni che regolano l’utilizzo dei monopattini elettrici, e in particolare dei nuovi contrassegni identificativi. La necessità di maggiore tracciabilità e sicurezza sulle strade urbane ha portato a una revisione del Codice della Strada, imponendo regole più stringenti.

Tra le misure di maggior impatto, spiccano l’obbligo di un contrassegno identificativo personale e la copertura assicurativa RC, oltre all’estensione dell’utilizzo del casco a qualsiasi età. L’adozione di queste novità mira a rispondere alle crescenti preoccupazioni in materia di incidenti e infrazioni che coinvolgono i dispositivi di micro-mobilità, rendendo indispensabile una regolamentazione più chiara e condivisa a livello nazionale.

Caratteristiche tecniche della targa e criteri di identificazione

Le specifiche tecniche per la nuova targa destinata ai monopattini prevedono che il contrassegno sia plastificato, adesivo e non rimovibile, con dimensioni di 5x6 cm. Questo elemento visivo viene prodotto dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e contiene sei caratteri alfanumerici neri, disposti su due righe, su fondo bianco riflettente.

Sono state escluse alcune lettere e numeri (A, E, I, O, Q, U, 0 e 1) per evitare confusione nella lettura. Sullo sfondo appariranno, tramite serigrafia, l’emblema della Repubblica Italiana e la sigla del Ministero dell’Economia e delle Finanze (M.E.F.). Il targhino dovrà essere applicato in modo visibile, preferibilmente sul parafango posteriore oppure, in assenza di alloggiamento, sulla parte anteriore del piantone dello sterzo tra i 20 e i 120 cm da terra. Tutti gli accorgimenti sono rivolti a garantire integrità, visibilità e anticontraffazione del sistema identificativo.

Obbligatorietà, modalità di applicazione e destinatari del contrassegno

Secondo il nuovo impianto normativo, tutti i monopattini elettrici, sia quelli di proprietà privata sia quelli in sharing, saranno soggetti all’obbligo di dotazione della targa. L’identificativo non è associato al veicolo ma alla persona che ne fa richiesta, in quanto il mezzo non viene registrato nell’Archivio Nazionale dei Veicoli e non possiede un numero di telaio.

Questa impostazione individuale punta ad assicurare una maggiore responsabilizzazione degli utenti e a superare le criticità connesse all’anonimato. Risultano pertanto destinatari dell’obbligo sia i possessori di mezzi già circolanti che quelli di nuova acquisizione, senza alcuna distinzione temporale rispetto alla data di acquisto.

Procedure di rilascio, tempistiche e aspetti burocratici

Il procedimento per il rilascio del contrassegno identificativo presenta ancora margini di incertezza. Il quadro operativo, stabilito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, prevede che le delegazioni ACI e le sedi della Motorizzazione Civile diventino i punti nevralgici per la richiesta e la consegna materiale della targa. L’effettività dell’obbligo è subordinata alla pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale, dopo la quale serviranno almeno 15 giorni per rendere l’iter esecutivo.

Tuttavia, il costo non è ancora stato indicato, rinviando la distribuzione ad un successivo intervento ministeriale condiviso con il M.E.F. In assenza di tale chiarimento, la procedura resta sospesa e la piena operatività del sistema slitta ulteriormente, alimentando incertezza tra gli utilizzatori e gli operatori del settore.

Sanzioni per mancata conformità e controlli su strada

Un aspetto rilevante per chi utilizza monopattini è rappresentato dalle sanzioni per l’assenza o la non corretta applicazione della targa. Il dettato normativo prevede multe che vanno da 100 a 400 euro per chi viene sorpreso senza il contrassegno adesivo, posizionato in modo non conforme o manomesso. La targa deve essere sempre ben visibile, altrimenti si incorre in sanzioni analoghe a quelle previste per l’assenza totale.

Gli organi di polizia locale e le forze dell’ordine sono incaricati dei controlli, anche se la carenza di risorse sul territorio rischia di ridurre l’efficacia dell’attività ispettiva. Le nuove disposizioni mirano a rafforzare la sorveglianza nelle aree urbane, mirando a un maggiore rispetto delle regole, alla tutela dei pedoni e alla prevenzione della fuga in caso di incidenti. Questo aspetto si inserisce all’interno di una strategia complessa di sicurezza stradale, come evidenziato dall’incremento delle normative su casco e limiti di circolazione.

L’entrata in vigore della targa personale rappresenta il presupposto imprescindibile per attivare l’assicurazione obbligatoria RC su ciascun monopattino. Attualmente, la mancanza di un identificativo univoco impedisce la corretta associazione tra polizza e mezzo. Solo una volta concrete le modalità di rilascio del contrassegno gli utenti potranno stipulare formule assicurative ad hoc, risolvendo le ambiguità normative e applicative tra autorità e compagnie. Tuttavia, permangono incertezze interpretative in relazione alla direttiva UE 2118/2021, che limita l’obbligo assicurativo a veicoli con specifiche soglie di potenza e velocità. I monopattini sono infatti veicoli leggeri, rientranti talvolta in una zona grigia normativa che potrebbe richiedere chiarimenti a livello comunitario. Queste incertezze si ripercuotono anche su chi gestisce servizi di sharing, che dovrà adeguare sistemi interni e fornire garanzie agli utenti nel rispetto delle nuove regole.

Effetti sul settore della micromobilità e criticità ancora irrisolte

Il nuovo impianto regolatorio introduce dinamiche trasformative sul settore della micromobilità, sia per i singoli proprietari sia per le aziende che offrono servizi di sharing. Dal punto di vista economico, si profilano oneri aggiuntivi per l’adeguamento tecnologico, logistico e assicurativo, con impatti rilevanti sia sul prezzo finale del servizio sia sulla diffusione della micromobilità nelle città. Data l’assenza di certezze sulle tempistiche e sui costi amministrativi, si riscontrano forti preoccupazioni tra gli operatori e fermento tra gli utenti, compresi quelli che hanno già acquistato il mezzo. Criticità operative riguardano, inoltre, i dettagli applicativi (posizionamento della targa, mezzi obsoleti, sistemi di sharing) e la compatibilità tra obblighi italiani e regolamenti europei. Non ultimo, la necessità di potenziare le risorse destinate ai controlli da parte delle polizie locali, evidenziata dalle stesse associazioni comunali e da diverse amministrazioni.ca, sicurezza stradale e tutela degli utenti.

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