Sentenza su buoni fruttiferi: ritenuta fiscale talvolta invalida, possibili rimborsi ai clienti. Scopri norme, impatti e cosa fare.
La tassazione dei buoni fruttiferi finisce sotto la lente della giustizia: il tribunale di Marsala dichiara invalida la ritenuta di acconto in certi casi, aprendo la strada ai rimborsi per molti risparmiatori e nuove prospettive per Poste Italiane.
La decisione ha riaperto il dibattito sull'applicazione della ritenuta fiscale sugli interessi maturati dai buoni fruttiferi postali, suscitando significativa attenzione tra i risparmiatori italiani. Tale pronunciamento, che ha visto la condanna di Poste Italiane in relazione a una controversia su due titolari di buoni, sottolinea come la corretta applicazione delle norme tributarie in materia di strumenti di risparmio sia questione di centralità economica e di giustizia fiscale. Il quesito centrale riguarda il momento in cui la ritenuta d'acconto debba essere prelevata, con inevitabili ricadute sugli importi riscossi dagli investitori a fine periodo. La misura ha acceso l'attenzione sia di chi detiene buoni postali sia di operatori del settore finanziario, in un contesto in cui la trasparenza e il rispetto dei diritti del risparmiatore si confermano elementi determinanti per la fiducia nel sistema.
La materia della tassazione degli interessi sui buoni fruttiferi postali è stata oggetto di numerose evoluzioni normative e interpretazioni applicative da parte degli intermediari finanziari. Per comprenderne la portata, occorre fare riferimento all'articolo 173 del D.P.R. 29 marzo 1973, n. 156, che regolamentava in modo preciso le condizioni di rimborso e ha subito modifiche a seguito del Decreto Legge 30 settembre 1974, n. 460. La normativa primaria prevedeva che la ritenuta fiscale sugli interessi maturati venisse applicata in unica soluzione al momento del rimborso del titolo. In pratica:
Nel contesto italiano, la disomogeneità delle prassi ha sollevato questioni di affidabilità e trasparenza degli intermediari finanziari, richiedendo indagini giurisprudenziali volte a ristabilire un equo equilibrio tra esigenze erariali e tutela del cittadino.
La controversia giudiziaria che ha visto coinvolte due risparmiatrici e Poste Italiane ha portato a un'ordinanza emblematica, con il riconoscimento del diritto a ricevere l'importo degli interessi maturati sul buono postale senza detrazioni annuali. La giudice Marchesina Palermo ha sancito che la disciplina primaria impone la tassazione solo al rimborso finale, non durante il periodo di maturazione. Per riassumere:
Nonostante la chiarezza espressa dal giudice di Marsala, la materia si rivela ancora oggi oggetto di incertezza e differenze interpretative in virtù degli interventi normativi succedutisi negli anni. Un esempio rilevante è rappresentato dalla posizione del Tribunale di Latina, che ha ritenuto legittima l'applicazione retroattiva della ritenuta d'acconto anche su titoli emessi prima della modifica normativa, invocando l'eterointegrazione del contratto.
Alcuni tribunali, tra cui Latina nel 2025, hanno compensato le spese processuali riconoscendo la complessità e la non univocità del quadro giurisprudenziale, a riprova della sostanziale assenza di uniformità nelle decisioni. Decisioni favorevoli ai risparmiatori (Avellino, Bergamo) hanno invece sottolineato l'importanza delle informazioni riportate sulle tabelle stampate sui titoli e la tutela dell'affidamento del risparmiatore.
L'evoluzione normativa, in particolare il passaggio dalla fiscalità agevolata all'applicazione dell'imposta sostitutiva, ha prodotto effetti eterogenei in base alla serie del buono e all'anno di emissione.
La situazione complessa è ben rappresentata dal confronto tra sentenze che alternano, talvolta, la difesa delle posizioni degli investitori e, in altri casi, quella degli enti emittenti, segnalando la necessità di adeguati criteri interpretativi e di ulteriore uniformità a livello nazionale.
In conseguenza delle varie pronunce favorevoli ai detentori di buoni fruttiferi, sono numerosi i risparmiatori che intendono agire per ottenere il rimborso delle somme trattenute irregolarmente. È raccomandabile seguire un percorso strutturato che consenta di tutelare efficacemente i propri diritti: