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Tasse su criptovalute al 36% nel 2026 sulle plusvalenza maturate. Calcolo ed esempi con nuove regole

di Marcello Tansini pubblicato il
Nuove regole tasse criptovalute

Dal 2025 le plusvalenze da criptovalute saranno tassate al 36%, con nuove regole che eliminano la franchigia e modificano la dichiarazione fiscale. Novità, esempi pratici e confronto con l'Europa.

Il panorama normativo riguardante la tassazione delle criptovalute in Italia si appresta a cambiare radicalmente tra il 2025 e il 2026. La nuova disciplina fiscale, ideata per uniformare la tassazione delle plusvalenze derivanti dalle cripto-attività agli altri rendimenti finanziari, introduce meccanismi più stringenti sia in termini di aliquote sia per ciò che concerne gli obblighi dichiarativi. L'eliminazione della soglia di esenzione e l'aumento dell'aliquota ordinaria rappresentano un passaggio decisivo che interesserà tutti gli investitori, dai piccoli risparmiatori agli operatori professionali.

Sarà determinante per ogni contribuente aggiornarsi sulle nuove regole, che coinvolgono sia le modalità di calcolo degli utili che le opportunità di pianificazione offerte dall'affrancamento opzionale prima dell'entrata in vigore delle nuove aliquote. Esperienza, attenzione e competenza diventano requisiti essenziali per navigare questo scenario fiscale in continua definizione.

Le principali novità fiscali: eliminazione della franchigia e incremento dell'aliquota sulle plusvalenze

Le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 rivoluzionano il trattamento tributario delle plusvalenze da cripto-attività. Due cambiamenti in particolare impattano fortemente:

  • Scompare la soglia di esenzione di 2.000 euro: dal 2025 ogni plusvalenza risultante da operazioni su cripto-attività dovrà essere dichiarata e tassata, anche per importi minimi.
  • Aumento dell'aliquota fiscale: il 2025 resta caratterizzato da una tassazione al 26%, ma dal 2026 è previsto un incremento fino al 33% per le plusvalenze realizzate, allineando la tassazione delle criptovalute agli standard delle rendite finanziarie.
La riforma si applica alla totalità delle cripto-attività: dalle criptovalute tradizionali ai token utility, fino agli NFT e alle stablecoin non aventi natura di strumenti finanziari. Una delle conseguenze più rilevanti dell'abolizione della franchigia riguarda proprio i piccoli risparmiatori. In passato, chi generava utili inferiori ai 2.000 euro poteva evitare obblighi dichiarativi e versamenti; la nuova normativa invece introduce l'obbligo di tassazione dal primo euro, estendendo il perimetro sia fiscale che di compliance a una platea molto ampia di utenti.

Un ulteriore punto critico risiede nella disparità di trattamento rispetto ad altri prodotti finanziari: strumenti come ETF, ETP e futures su crypto rimangono infatti soggetti all'aliquota del 26%, rendendo la gestione diretta di asset digitali fiscalmente meno conveniente rispetto all'impiego di veicoli regolamentati. Questa asimmetria, evidenziata da numerosi operatori, solleva dubbi sul rischio di un progressivo spostamento degli investimenti verso mercati esteri più vantaggiosi sotto il profilo tributario.

Le novità normative amplificano gli obblighi di controllo, conservazione documentale e monitoraggio sistematico delle operazioni, rendendo indispensabile l'impiego di software e strumenti di tracciamento, nonché il supporto di consulenti esperti in fiscalità crypto.

Calcolo della tassazione su plusvalenze: dalla regola dei primi 2.000 euro al nuovo modello 33%

Analizzare la differenza tra vecchio e nuovo regime implica comprendere in che modo la base imponibile e la determinazione dell'imposta siano evolute. Fino al 2024, il sistema prevedeva l'esclusione dalla tassazione delle plusvalenze annue fino a 2.000 euro; solo l'ammontare eccedente era soggetto all'aliquota ordinaria del 26%:

Anno fiscale

Aliquota

Franchigia

Imponibile

2024

26%

2.000€

Solo importo eccedente

2025

26%

Nessuna

Tutto l'importo

2026

33%

Nessuna

Tutto l'importo

Supponendo una plusvalenza di 2.500 euro, nel 2024 si sarebbe pagato il 26% solo su 500 euro, mentre dal 2025 l'imposta si applica sull'intera somma. Nel 2026 la stessa plusvalenza subisce una tassazione incrementata pari a 825 euro (2.500 x 33%).

La determinazione della base imponibile si effettua, nella prassi, secondo regole precise:

  • Metodo LIFO/FIFO: la normativa attuale suggerisce l'impiego delle regole LIFO o FIFO per la determinazione delle plusvalenze in caso di cedole multiple, similmente ad altri asset finanziari.
  • Valore di acquisto e vendita: la differenza tra il corrispettivo percepito al momento della cessione (compreso ogni provento accessorio) e il valore di acquisto storico, comprensivo degli eventuali costi documentati.
  • Valute estere e conversione: tutte le operazioni dovranno essere convertite in euro al tasso di cambio ufficiale del giorno dell'operazione.
Risulta essenziale, soprattutto per investitori con elevata movimentazione, tracciare puntualmente ogni transazione e conservarne i dettagli, così da fornire adeguata documentazione in caso di controlli.

La normativa introduce una misura straordinaria: la possibilità, per le persone fisiche, di “affrancare” le cripto-attività versando un'imposta sostitutiva al 18%, calcolata sul valore di mercato degli asset alla data del 1° gennaio 2025. Questa opzione consente di elevare il valore fiscale degli asset, riducendo di molto o azzerando future plusvalenze imponibili alla vendita.

L'affrancamento si rivolge a chi detiene cripto-attività alla data prevista. Le fasi operative sono:

  • Calcolo del valore di mercato al 1/1/2025 per ciascuna categoria di asset.
  • Applicazione dell'aliquota del 18% su tale valore; il valore diventa il nuovo “prezzo di carico”.
  • Versamento entro il 1° dicembre 2025 (unica soluzione o fino a 3 rate con interesse al 3% sulle rate successive alla prima).
Nel caso di futura vendita degli asset, l'imponibile da plusvalenza sarà determinato partendo dal valore rivalutato, abbattendo o azzerando l'eventuale imposta dovuta:

Valore portafoglio 1/1/2025

100.000€

Imposta affrancamento (18%)

18.000€

Vendita nel 2026 a

100.000€

Plusvalenza tassabile

0

Imposta vendita

0

Il vantaggio riguarda gli investitori con forti plusvalenze latenti e che prevedono di liquidare (almeno in parte) gli asset dopo il 2025. Tuttavia, rinunciando all'eventuale utilizzo di minusvalenze fiscali, questa strada è meno interessante per chi prevede di mantenere a lungo termine gli asset digitali, o se le plusvalenze future saranno modeste.

L'affrancamento si applica per intero a ogni singola tipologia di cripto-attività detenuta, senza possibilità di optare selettivamente su una parte delle posizioni. Il pagamento va eseguito mediante modello F24, codice tributo 1717, ed evidenziato nei quadri RT e RW nella dichiarazione dei redditi 2026 (anno d'imposta 2025).

Obblighi dichiarativi e adempimenti fiscali per le cripto-attività

Il nuovo quadro fiscale impone regole stringenti per la dichiarazione e il monitoraggio delle cripto-attività. Ogni contribuente residente in Italia è ora tenuto a:

  • Indicare, nella dichiarazione dei redditi, tutti i proventi derivanti da attività su crypto asset, anche se minimi.
  • Compilare il quadro RT (Redditi Persone Fisiche) per rendicontare le plusvalenze derivanti da operazioni su cripto-attività.
  • Se gli asset sono detenuti all'estero o in wallet personali, compilare also il quadro RW per il monitoraggio fiscale.
  • Per chi possiede crypto presso intermediari italiani, riportare le operazioni nelle apposite sezioni del modello 730/2025.
  • Versare l'imposta sostitutiva eventualmente dovuta per affrancamento (18%), dichiarata nell'anno d'imposta corrispondente.
A partire dal 2025 viene introdotta anche un'imposta di bollo sulle cripto-attività detenute all'estero, pari allo 0,2% sul valore a fine anno, da inserire nel quadro W del modello 730 o Redditi.

Le sanzioni per omissione vanno dal 120% al 240% della maggiore imposta dovuta, oltre agli interessi. Per evitare errori o sanzioni, è buona prassi:

  • Mantenere registro dettagliato di tutte le transazioni (data, importo, controparte, valore in euro)
  • Usare software di tracciamento dedicati
  • Consultare commercialisti specializzati in crypto
Le nuove regole antielusive e i controlli rafforzati rendono essenziale la compliance per tutti gli investitori e coloro che operano con le cripto-attività.

Impatto per investitori retail e professionali e strategie di pianificazione fiscale

L'abolizione della franchigia e l'aumento dell'aliquota al 33% determinano nuovi scenari per la pianificazione sia per piccoli risparmiatori sia per operatori professionali:

  • Investitori retail: coloro che fino ad ora beneficiavano della soglia di esenzione si troveranno ad affrontare nuovi obblighi dichiarativi e di versamento, anche per plusvalenze minime. Il rischio di una fuoriuscita di questi soggetti dal mercato, o dello spostamento degli asset su veicoli più favorevoli, è concreto.
  • Operatori professionali: la necessità di mantenere un registro dettagliato di tutte le operazioni e la complessità operativa aumentano la domanda di strumenti di tracciamento e soluzioni consulenziali personalizzate. I professionisti dovranno pianificare accuratamente dismissioni, conversioni e opportunità di affrancamento.
Le strategie per minimizzare l'impatto fiscale includono:
  • Valutare l'opzione di rivalutazione del costo fiscale tramite affrancamento quando le plusvalenze latenti sono elevate
  • Pianificare con attenzione le tempistiche di vendita per sfruttare aliquote più vantaggiose
  • Diversificare l'approccio agli investimenti, considerando prodotti regolamentati ancora agevolati (ETF, ETP su crypto)
  • Mantenere sempre traccia delle eventuali minusvalenze per compensazioni future (ove consentito dalla normativa)
  • Farsi assistere da professionisti esperti in fiscalità digitale
I cambiamenti appena descritti accentuano la necessità di un'attenta gestione fiscale, che sarà sempre più personalizzata in funzione del profilo dell'investitore.

Confronto internazionale: la tassazione delle criptovalute in Europa

A livello europeo, l'incremento dell'aliquota italiana prevista per il 2026 impone un confronto con le politiche fiscali degli altri Paesi.

Paese

Aliquota

Note

Germania

0-45%

Tassazione assente su plusvalenze inferiori a 600€ e su asset detenuti oltre 12 mesi.

Lussemburgo, Malta, Belgio, Svizzera

0%

Plusvalenze non tassate

Repubblica Ceca

15-23%

Due scaglioni in base al reddito annuo

Slovacchia

7-25%

Riduzione al 7% per detenzione oltre 1 anno

Spagna

19-28%

Aliquota progressiva in base al reddito

Francia, Svezia

30%

Aliquota unica

Paesi Bassi

33%

Aliquota unica

Danimarca

37-52%

Scaglioni in base al reddito

Portogallo

28%

Aliquota su brevi periodi, agevolazioni per lunghi

L'Italia, con l'aliquota prevista al 33%, si posiziona tra i Paesi con tassazione più elevata. In varie giurisdizioni europee sono previsti regimi agevolati, esenzioni o aliquote ridotte in base al periodo di detenzione (come in Germania o Slovacchia) o sulla base del reddito personale.

Questa differenza influisce sia sulla competitività del sistema, sia sulle scelte di localizzazione degli investitori. L'introduzione della nuova aliquota ricolloca l'Italia nella fascia alta del prelievo sulle cripto-attività, con potenziale rischio di perdita di appeal rispetto ad altre piazze. Rimane pertanto essenziale monitorare l'evoluzione in sede europea per valutare eventuali future armonizzazioni o correzioni della normativa interna.

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