L’opposizione ad un decreto ingiuntivo di pagamento di un debito può rappresentare una nuova buona soluzione per ridurre i propri debiti: il caso
Le legge sul sovraindebitamento rappresenta una vera e propria boccata di ossigeno per chi è sommerso di debiti e non riesce a pagarli.
Si tratta, infatti, di un sistema specifico che permette di ristrutturare e saldare i debiti secondo un piano di soluzione della crisi che consente al debitore di pagare quanto dovuto in modo agevolato, secondo determinate tempistiche e modalità definite nel piano stesso.
Considerando che, dagli ultimi dati che emergono, sono sempre più gli italiani indebitati e in difficoltà nel ripagare le somme dovute, si susseguono anche interventi dei tribunali nella definizione di soluzioni.
Si tratta di uno strumento giuridico rapido che permette ad un creditore, per esempio una banca o una finanziaria, di ottenere dal giudice un ordine di pagamento nei confronti di un debitore, senza necessità di un processo ordinario.
Il creditore può richiedere un decreto ingiuntivo quando è in possesso di prove scritte del credito, come fatture non pagate, assegni o cambiali, contratti firmati, estratti conto certificati da istituti bancari, e simili.
Al decreto ingiuntivo, il debitore ha, però, il diritto di opporsi per contestare l’importo richiesto o l’esistenza stessa del debito, così come accaduto nel caso in esame.
E’ bene precisare, però, che se l’opposizione al decreto ingiuntivo può risultare una valida soluzione per ottenere una riduzione dei debiti, bisogna sempre rispettare i termini previsti per la sua presentazione.
L’intervento del Tribunale deriva dal caso di un uomo di 58 anni, residente nella provincia di Lecce e affetto da una grave patologia invalidante e degenerativa, sommerso da troppi debiti che non riusciva più a sostenere, a causa di una situazione economica personale gravemente compromessa dalla malattia e dall’impossibilità di lavorare.
L’uomo, che non si è mai arreso, si è rivolto ad un avvocato che ha presentato opposizione al decreto ingiuntivo della banca e tale azione ha rivelato irregolarità contrattuali nel rapporto tra l’uomo e la finanziaria con cui aveva contratto il debito.
Il Tribunale di Lecce ha, infatti, riconosciuto le incongruenze esistenti e ha disposto una riduzione consistente dell’importo richiesto: dalla somma di circa 19mila euro, il debito è stato diminuito a circa 7mila euro e l’istituto di credito è stato anche condannato a pagare le spese legali.
Secondo l’avvocato che si è occupato della causa, il fenomeno del sovraindebitamento privato sta diventando allarmante.
Stando ai dati Istat aggiornati al 2024, il debito medio per cittadino ha superato i 29.000 euro, con un incremento di oltre il 13% in appena quattro anni. Vi risultano poi più esposti gli uomini con più di 50 anni di età, i cui debiti spesso sono di importo superiore ai 35.000 euro.
I debiti, spiegano, si accumulano perché le spese aumentano, spesso quelle extra non si riescono a sostenere con i soli soldi degli stipendi e, di conseguenza, aumentano le richieste di prestiti e finanziamenti che vengono concessi ma che spesso sono difficili da ripagare.