La Corte ha inoltre affermato che le truffe realizzate attraverso vendite online possono configurare l'aggravante della minorata difesa.
Le truffe online e telefoniche continuano a proliferare, colpendo migliaia di cittadini ogni anno. L’aumento di queste frodi ha portato a un dibattito sulle responsabilità, con sentenze della Corte di Cassazione che stanno contribuendo a chiarire le dinamiche e i criteri per il risarcimento delle vittime. La questione è oggi di ancora più stretta attualità per via della diffusione dell'uso dell'identità digitale dello Spid.
Le decisioni non solo identificano i responsabili, ma delineano anche i limiti della tutela per i consumatori:
Questo principio ribalta in parte la dinamica tradizionale e sposta il peso della prova sugli istituti bancari e sul problema delle infrastrutture di sicurezza. Ma non solleva completamente i consumatori dalle loro responsabilità. La giurisprudenza sottolinea che l’utente deve agire con diligenza, adottando comportamenti prudenti, come evitare di cliccare su link sospetti o di condividere informazioni personali con interlocutori non verificati.
Un aspetto spesso trascurato è la questione della competenza territoriale nei reati di truffa online. La Cassazione ha stabilito che, nei casi in cui il pagamento avviene tramite bonifico bancario, il reato si consuma nel luogo in cui il denaro viene accreditato sul conto del beneficiario. Questo principio ha implicazioni pratiche poiché determina quale tribunale è competente a giudicare il caso.
La questione della competenza territoriale è rilevante nei casi di frodi internazionali, dove i conti utilizzati per ricevere i pagamenti sono spesso situati all’estero.
Un’altra questione emersa nelle sentenze riguarda l’applicazione dell’aggravante della minorata difesa nelle truffe online. La Corte di Cassazione ha chiarito che l'aggravante si configura quando il truffatore sfrutta le condizioni di distanza e la difficoltà della vittima di verificare l’identità del venditore o l’effettiva qualità del prodotto. Ad esempio, nelle transazioni effettuate su piattaforme di e-commerce poco conosciute o tramite annunci pubblicati su siti non regolamentati, la distanza fisica tra le parti pone la vittima in una condizione di svantaggio, rendendo più facile il raggiro.
Questa interpretazione amplia il margine di tutela per i consumatori e riconosce che, nel contesto digitale, il rischio di essere ingannati è amplificato dalla mancanza di interazioni dirette. Ma pone anche nuove sfide per le piattaforme online, che potrebbero essere chiamate a garantire standard di trasparenza più elevati per evitare che tali aggravanti siano applicate in modo sistematico.
Pur riconoscendo la responsabilità degli istituti finanziari, le decisioni evidenziano anche l’importanza della prevenzione individuale.