Le carte di credito, i bancomat e le carte prepagate sono strumenti di pagamento emessi da istituti finanziari a nome di un titolare specifico.
Una domanda che molti correntisti si pongono riguarda la possibilità di far utilizzare la propria carta di credito, bancomat o prepagata a un familiare senza incorrere in problemi legali o bancari. Facciamo chiarezza:
Dal punto di vista legale, l'articolo 493-ter del Codice Penale italiano disciplina l'uso indebito e la falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti. Questa norma stabilisce che l'utilizzo di una carta da parte di una persona diversa dal titolare, senza autorizzazione, è punibile con la reclusione da uno a cinque anni e con una multa che può arrivare a 1.550 euro. Nonostante questa rigidità normativa, la giurisprudenza ha evidenziato che se il titolare concede l'autorizzazione a un familiare, non si configura un reato, a meno che non vi sia un abuso della fiducia o un superamento dei limiti stabiliti.
Nella quotidianità, è comune che un familiare chieda di poter utilizzare la carta per effettuare un pagamento o un prelievo, soprattutto in situazioni di emergenza o praticità. Sebbene questa prassi possa sembrare innocua bisogna considerare alcuni aspetti critici. In caso di transazioni non autorizzate o di contestazioni su spese effettuate da terzi, la banca può ritenere responsabile il titolare per non aver custodito lo strumento di pagamento. La maggior parte dei contratti bancari specifica che la carta e il relativo pin devono essere conservati con cura e non divulgati a nessuno, neanche a familiari fidati.
Se un parente utilizza la carta senza autorizzazione esplicita o supera i limiti concordati con il titolare, possono sorgere problemi sia in termini di gestione bancaria che di rapporti interpersonali. Il titolare potrebbe trovarsi nella posizione di dover rimborsare somme spese impropriamente, con la difficoltà di dimostrare la non volontarietà di determinate operazioni. Qualora il familiare abbia effettuato transazioni fraudolente o abbia sottratto denaro in modo illecito, il titolare può agire per denunciare l'accaduto e richiedere il rimborso delle somme indebitamente prelevate.
Un altro elemento da considerare riguarda la gestione delle contestazioni con la banca. Se il titolare della carta segnala una transazione come non autorizzata e la banca scopre che l'utilizzo è avvenuto con il consenso del titolare da parte di un familiare, il rimborso può essere negato. Questo vale soprattutto nei casi in cui sia stata fornita volontariamente la carta e il pin a un'altra persona. Le banche richiedono che le credenziali siano personali e che il loro utilizzo da parte di terzi sia evitato per garantire la sicurezza delle operazioni.
Se un familiare utilizza la carta senza autorizzazione o eccede i limiti di utilizzo stabiliti con il titolare, possono derivarne conseguenze gravi. Oltre alle implicazioni legali, che possono portare a denunce e sanzioni, ci sono rischi economici legati al rimborso delle somme indebitamente spese. In alcuni casi, il titolare potrebbe dover affrontare anche il blocco della carta da parte dell'istituto bancario o, nei casi più gravi, la chiusura del conto per violazione delle condizioni contrattuali.
Per evitare problemi, una soluzione è richiedere una carta aggiuntiva intestata al familiare che necessita di effettuare pagamenti. Molte banche offrono la possibilità di emettere carte supplementari, collegate allo stesso conto ma con limiti di spesa personalizzabili, permettendo così un controllo più efficace sulle operazioni effettuate.