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Woolrich, la situazione dei dipendenti dopo annuncio chiusura sedi Bologna e Milano. Rischi e posizione sindacati

di Marcello Tansini pubblicato il
Woolrich chiusure in italia e rischi per

L'annuncio della chiusura delle sedi Woolrich di Bologna e Milano, dopo l'acquisizione da parte di BasicNet, apre scenari complessi su futuro dei dipendenti, reazioni sindacali e possibili conseguenze sul tessuto produttivo.

La recente acquisizione dei diritti sul marchio Woolrich per l’Europa da parte di BasicNet ha rappresentato uno dei più significativi cambiamenti strategici per il settore dell’abbigliamento outdoor. La conferma dell’operazione da parte del gruppo torinese, avvenuta tramite la controllata Tow Spa, ha determinato il passaggio del controllo del 100% di Woolrich Europe. Questa acquisizione, il cui accordo è stato annunciato nel novembre precedente, prevede un investimento complessivo di 40 milioni di euro, con una parte significativa di 12 milioni regolati attraverso azioni BasicNet. L’intervento di UniCredit, in qualità di partner strategico, ha ulteriormente consolidato la solidità dell’operazione attraverso la concessione di linee di credito per un massimo complessivo di 90 milioni di euro, garantite dal gruppo acquisitore e dalle sue controllate.

Nonostante l’assenza di una fusione tra le società coinvolte e il mantenimento delle attività di marca fuori dal continente europeo nelle mani del Baoxiniao Group, la riorganizzazione si riflette profondamente sulla struttura occupazionale e sulle dinamiche aziendali. L’inquadrare di tali cambiamenti in un contesto di mercato complesso, segnato da una crescente pressione competitiva e dal cambiamento delle logiche distributive, permette di capire la portata delle scelte manageriali in atto. L’attenzione si è ora concentrata sugli effetti generati dalla decisione di chiudere le sedi di Bologna e Milano, e sul modo in cui questa novità impatterà il tessuto lavorativo locale e il contesto industriale nazionale.

Gli effetti della chiusura delle sedi di Bologna e Milano su dipendenti e attività

La chiusura delle storiche sedi di Woolrich a Bologna e Milano sta generando preoccupazioni concrete tra i lavoratori. Questo passo, seppur parte della strategia di ottimizzazione post-acquisizione, comporta una serie di ripercussioni sulla forza lavoro e sulla continuità delle attività. Le principali dinamiche emergenti riguardano le seguenti aree:

  • Impatto occupazionale: molte delle persone impiegate nelle sedi coinvolte temono per la stabilità del loro posto di lavoro. La riduzione delle unità produttive in Emilia-Romagna e Lombardia può tradursi in esuberi o riorganizzazioni, con scenari di mobilità interna, ricollocazione o perdita definitiva dell’impiego.
  • Trasferimento delle competenze: il rischio di dispersione del know-how aziendale è elevato, soprattutto in considerazione dell’expertise accumulata da personale con esperienza pluriennale nei processi distributivi e di gestione del retail.
  • Impatto sulle famiglie: ogni decisione che incide sugli addetti implica effetti a catena sul tessuto sociale, con possibili criticità economiche per i nuclei familiari coinvolti e ricadute sulla comunità locale.
  • Effetti sull’indotto: la presenza storica di Woolrich nelle due città ha creato una rete di relazioni con realtà logistiche, fornitrici e partner commerciali il cui equilibrio può essere minacciato dalla chiusura delle sedi.
Dal punto di vista delle attività aziendali, la razionalizzazione mira a centralizzare la gestione e ridurre i costi di struttura, focalizzando l’attenzione su segmenti strategici e concentrando le funzioni essenziali in hub ritenuti più efficienti. Tuttavia, il ridimensionamento geografico rischia di compromettere la capacità di presidiare mercati locali, generando incertezza sulla copertura capillare del brand nei territori interessati.

Anche dal punto di vista della comunicazione interna ed esterna, la decisione ha richiesto una gestione attenta. I lavoratori hanno espresso richiesta di informazioni trasparenti, e nelle settimane successive all’annuncio si sono susseguiti momenti di confronto con la dirigenza per chiarire modalità e tempistiche degli eventuali licenziamenti o trasferimenti. Sul piano normativo, la tutela dei dipendenti interessati dalla procedura passa per la corretta applicazione della legge 223/1991, che disciplina i licenziamenti collettivi, garantendo la consultazione delle parti sociali e il rispetto delle tempistiche minime in materia di preavviso e indennità.

Di seguito una sintesi delle potenziali conseguenze per alcune delle principali categorie coinvolte:

Categoria Possibili effetti
Dipendenti amministrativi Trasferimento, ricollocamento o fine rapporto
Personale retail Valutazione di spostamenti in altre sedi o liquidazione
Collaboratori esterni Riduzione incarichi o cessazione collaborazione

La necessità di dialogo con le organizzazioni sindacali e la capacità di offrire soluzioni concrete risulta determinante per contenere le tensioni sociali e garantire la protezione dei diritti dei lavoratori coinvolti nel riassetto.

Le posizioni dei sindacati e le prospettive per i lavoratori Woolrich

Le sigle sindacali hanno subito manifestato la loro preoccupazione per il futuro occupazionale dei dipendenti delle sedi di Bologna e Milano. L’urgenza di affrontare in modo trasparente le conseguenze sociali della decisione è stata posta al centro dei tavoli di confronto. I principali punti sollevati includono:

  • Tutele occupazionali: i rappresentanti dei lavoratori hanno richiesto garanzie contro i licenziamenti indiscriminati e l’apertura di tavoli di trattativa per individuare alternative concrete, comprese soluzioni di ammortizzatori sociali quali il Fondo di Integrazione Salariale (FIS) e la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS).
  • Partecipazione alle scelte di riorganizzazione: le organizzazioni sindacali hanno sottolineato la necessità di un coinvolgimento della forza lavoro nei processi decisionali, insistendo sul rispetto dei diritti di informazione e consultazione secondo quanto stabilito dal Testo Unico sulla rappresentanza sindacale e dagli accordi collettivi di settore.
  • Salvaguardia del welfare aziendale: tra le priorità, la difesa degli strumenti di sostegno familiare e di politiche attive del lavoro, in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa e continuità del percorso professionale per i lavoratori impattati dalla ristrutturazione.
Le trattative con l’azienda sono ancora in corso, e il clima di incertezza si alterna alle attese di possibili accordi su strumenti di ricollocazione e accompagnamento alla pensione per chi si avvicina all’età pensionabile. Le prospettive paiono dunque legate alla capacità delle parti di trovare un equilibrio tra esigenze di sostenibilità economica dell’azienda e tutela occupazionale.