L'annuncio della chiusura delle sedi Woolrich di Bologna e Milano, dopo l'acquisizione da parte di BasicNet, apre scenari complessi su futuro dei dipendenti, reazioni sindacali e possibili conseguenze sul tessuto produttivo.
La recente acquisizione dei diritti sul marchio Woolrich per l’Europa da parte di BasicNet ha rappresentato uno dei più significativi cambiamenti strategici per il settore dell’abbigliamento outdoor. La conferma dell’operazione da parte del gruppo torinese, avvenuta tramite la controllata Tow Spa, ha determinato il passaggio del controllo del 100% di Woolrich Europe. Questa acquisizione, il cui accordo è stato annunciato nel novembre precedente, prevede un investimento complessivo di 40 milioni di euro, con una parte significativa di 12 milioni regolati attraverso azioni BasicNet. L’intervento di UniCredit, in qualità di partner strategico, ha ulteriormente consolidato la solidità dell’operazione attraverso la concessione di linee di credito per un massimo complessivo di 90 milioni di euro, garantite dal gruppo acquisitore e dalle sue controllate.
Nonostante l’assenza di una fusione tra le società coinvolte e il mantenimento delle attività di marca fuori dal continente europeo nelle mani del Baoxiniao Group, la riorganizzazione si riflette profondamente sulla struttura occupazionale e sulle dinamiche aziendali. L’inquadrare di tali cambiamenti in un contesto di mercato complesso, segnato da una crescente pressione competitiva e dal cambiamento delle logiche distributive, permette di capire la portata delle scelte manageriali in atto. L’attenzione si è ora concentrata sugli effetti generati dalla decisione di chiudere le sedi di Bologna e Milano, e sul modo in cui questa novità impatterà il tessuto lavorativo locale e il contesto industriale nazionale.
La chiusura delle storiche sedi di Woolrich a Bologna e Milano sta generando preoccupazioni concrete tra i lavoratori. Questo passo, seppur parte della strategia di ottimizzazione post-acquisizione, comporta una serie di ripercussioni sulla forza lavoro e sulla continuità delle attività. Le principali dinamiche emergenti riguardano le seguenti aree:
Anche dal punto di vista della comunicazione interna ed esterna, la decisione ha richiesto una gestione attenta. I lavoratori hanno espresso richiesta di informazioni trasparenti, e nelle settimane successive all’annuncio si sono susseguiti momenti di confronto con la dirigenza per chiarire modalità e tempistiche degli eventuali licenziamenti o trasferimenti. Sul piano normativo, la tutela dei dipendenti interessati dalla procedura passa per la corretta applicazione della legge 223/1991, che disciplina i licenziamenti collettivi, garantendo la consultazione delle parti sociali e il rispetto delle tempistiche minime in materia di preavviso e indennità.
Di seguito una sintesi delle potenziali conseguenze per alcune delle principali categorie coinvolte:
| Categoria | Possibili effetti |
| Dipendenti amministrativi | Trasferimento, ricollocamento o fine rapporto |
| Personale retail | Valutazione di spostamenti in altre sedi o liquidazione |
| Collaboratori esterni | Riduzione incarichi o cessazione collaborazione |
La necessità di dialogo con le organizzazioni sindacali e la capacità di offrire soluzioni concrete risulta determinante per contenere le tensioni sociali e garantire la protezione dei diritti dei lavoratori coinvolti nel riassetto.
Le sigle sindacali hanno subito manifestato la loro preoccupazione per il futuro occupazionale dei dipendenti delle sedi di Bologna e Milano. L’urgenza di affrontare in modo trasparente le conseguenze sociali della decisione è stata posta al centro dei tavoli di confronto. I principali punti sollevati includono: