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Pensione per chi ha partita iva, come funziona? Regole, requisiti, età e contributi, importi

Quali sono le regole per andare in pensione per i liberi professionisti e gli autonomi titolari di Partita Iva: i chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Pensione per chi ha partita iva, come fu

Come funziona la pensione di una Partita Iva?

I liberi professionisti e i lavoratori autonomi per andare in pensione devono rispettare i requisiti vigenti sia per la pensione di vecchiaia che per quella anticipata ordinaria e calcolano i loro importi finali in base a specifiche regole stabilite dalle casse previdenziali di iscrizione.
 

Quali sono le regole per la pensione di chi ha una Partita Iva? Anche i liberi professionisti e i lavoratori autonomi sono soggetti ai requisiti pensionistici vigenti e calcolano i loro importi finali in base a specifiche regole stabilite dalle casse previdenziali di iscrizione. Facciamo chiarezza sulle norme vigenti.

  • Quali sono le regole e i requisiti per la pensione dei titolari di Partita Iva
  • Gli importi
  • La pensione anticipata per chi ha la Partita Iva

Quali sono le regole e i requisiti per la pensione dei titolari di Partita Iva

Chi la Partita Iva deve andare in pensione rispettando i normali requisiti previsti dalla legge attuale.

Stiamo quindi parlando dei 67 anni di età e 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia e di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, indipendentemente dal requisito anagrafico per la pensione anticipata ordinaria. 

I versamenti contributivi devono avvenire secondo quanto previsto dalle singole casse previdenziali di appartenenza, cioè se l’Inps o di Ordini professionali, come degli ingegneri, degli architetti, dei giornalisti, dei commercialisti, degli avvocati ecc.

I contributi devono essere versati da chi ha sia la Partita Iva ordinaria che forfettaria e da tali pagamenti dipende chiaramente l’importo che sarà calcolato di trattamento finale.

Gli importi

I contributi per la pensione devono essere obbligatoriamente versati da tutti i lavoratori autonomi con partita Iva esattamente come da tutti i lavoratori dipendenti.

Chi ha una partita Iva versa i contributi in base alla tipologia di attività che svolge.

Per esempio, gli artigiani e i commercianti pagano una parte dei contributi fissi, indipendentemente dal reddito percepito e anche se non si percepiscono redditi nell’arco dell’anno.

Se il reddito supera una determinata soglia, annualmente fissata dall’Inps, insieme ai contributi fissi si devono versare anche i contributi a percentuale.

Per esempio, attualmente, il reddito minimo annuo da prendere in considerazione per il calcolo del contributo IVS 2025 è di 18.555,00 euro (nel 2024 era pari a 18.415,00 euro) su cui applicare per gli artigiani l’aliquota del 24% e per i commercianti quella del 24,48 % (fino a 55.448,00 euro di reddito).

Per la quota di reddito compresa tra 55.448,01 euro e 92.413,00 euro (nel 2024 era pari a 91.680,00 euro), sono dovuti contributi pari al 25% per gli artigiani e al 25,48% per i commercianti.

Per chi paga i contributi alla Gestione Separata Inps, l'aliquota contributiva è fissata al 33%, mentre per i soggetti assicurati anche presso altre forme previdenziali obbligatorie, l'aliquota contributiva è del 24%.


Infine, i lavoratori autonomi con partita Iva che versano i contributi alle proprie Casse previdenziali professionali pagano i contributi per la pensione in base alle disposizioni, regole, aliquote e termini di pagamento stabiliti da ogni cassa.

In questo caso non è dovuto alcun versamento contributivo all’Inps. 

In generale, considerando le aliquote contributive previste e i massimali fissati, i contributi dei professionisti, all’anno, possono aggirarsi tra i 2mila e anche i 10mila euro all’anno. Chiaramente tutti dipende dal fatturato annuo. 
 
Precisiamo, infine, che le Partite Iva che pagano i contributi alle singole Casse previdenziali di categoria possono dedurre le somme versate dalle tasse e sottrarli dal proprio reddito imponibile, soggetto al pagamento di tasse, recuperando così parte delle imposte da versare.

La pensione anticipata per le Partita Iva 

Anche i professionisti titolari di Partita Iva possono andare in pensione anticipata e in modalità differenti a seconda della categoria di lavoratori di appartenenza.

I commercianti con Patita Iva iscritti alla Gestione Separata dell’Inps possono, per esempio, richiedere il cosiddetto indennizzo per chiusura attività, una prestazione economica che viene riconosciuto per cessazione di attività commerciale a determinate categorie di commercianti.

Per ottenerlo bisogna: 

  • aver raggiunto almeno 62 anni di età per gli uomini e 57 anni di età per le donne;
  • essere iscritti da almeno cinque anni alla Gestione contributiva degli esercenti attività commerciali;
  • aver maturato un importo pari alla pensione minima spettate agli iscritti alla Gestione speciale commercianti.

Il beneficio ai commercianti viene erogato solo dopo la presentazione dell’apposita domanda all’Inps e, una volta accettata, viene pagato l’importo spettante, che è pari alla pensione minima per gli iscritti alla Gestione speciale commercianti e decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.

L’indennizzo per chiusura attività ai commercianti viene erogato fino al raggiungimento dei normali requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia.

I professionisti con Partita Iva iscritti alla Gestione Separata dell’Inps possono andare in pensione prima anche con la quota 103 (a 62 anni di età e con 41 anni di contributi), perché è una misura sperimentale valida per tutti i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, alla Gestione Separata Inps e ai fondi sostitutivi ed esclusivi dell’A.G.O., per cui vale sia per i lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato e sia per i lavoratori autonomi.

La quota 103 vale, però, solo per i professionisti con Partita Iva iscritti alle gestioni Inps e non per i titolari di Partita Iva iscritti alle casse dei professionisti.

Un’altra soluzione che permette ai professionisti con Partita Iva iscritti alla gestione separata dell’Inps di uscire prima è la pensione anticipata contributiva, valida, però, solo a condizione di maturare determinati requisiti che sono:
raggiungere 64 anni di età (sia per uomini che per donne);
maturare almeno 20 anni di contributi; 
avere un importo mensile di pensione pari almeno a 2,8 volte l’assegno sociale.

Anche in questo caso, però, tale possibilità vale solo per i titolari di Partita Iva iscritti alla Gestione Separata dell’Inps, mentre ne sono esclusi gli iscritti alle casse dei liberi professionisti.