I liberi professionisti e i lavoratori autonomi per andare in pensione devono rispettare i requisiti vigenti sia per la pensione di vecchiaia che per quella anticipata ordinaria e calcolano i loro importi finali in base a specifiche regole stabilite dalle casse previdenziali di iscrizione.
Quali sono le regole per la pensione di chi ha una Partita Iva? Anche i liberi professionisti e i lavoratori autonomi sono soggetti ai requisiti pensionistici vigenti e calcolano i loro importi finali in base a specifiche regole stabilite dalle casse previdenziali di iscrizione. Facciamo chiarezza sulle norme vigenti.
Chi la Partita Iva deve andare in pensione rispettando i normali requisiti previsti dalla legge attuale.
Stiamo quindi parlando dei 67 anni di età e 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia e di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, indipendentemente dal requisito anagrafico per la pensione anticipata ordinaria.
I versamenti contributivi devono avvenire secondo quanto previsto dalle singole casse previdenziali di appartenenza, cioè se l’Inps o di Ordini professionali, come degli ingegneri, degli architetti, dei giornalisti, dei commercialisti, degli avvocati ecc.
I contributi devono essere versati da chi ha sia la Partita Iva ordinaria che forfettaria e da tali pagamenti dipende chiaramente l’importo che sarà calcolato di trattamento finale.
I contributi per la pensione devono essere obbligatoriamente versati da tutti i lavoratori autonomi con partita Iva esattamente come da tutti i lavoratori dipendenti.
Chi ha una partita Iva versa i contributi in base alla tipologia di attività che svolge.
Per esempio, gli artigiani e i commercianti pagano una parte dei contributi fissi, indipendentemente dal reddito percepito e anche se non si percepiscono redditi nell’arco dell’anno.
Se il reddito supera una determinata soglia, annualmente fissata dall’Inps, insieme ai contributi fissi si devono versare anche i contributi a percentuale.
Per esempio, attualmente, il reddito minimo annuo da prendere in considerazione per il calcolo del contributo IVS 2025 è di 18.555,00 euro (nel 2024 era pari a 18.415,00 euro) su cui applicare per gli artigiani l’aliquota del 24% e per i commercianti quella del 24,48 % (fino a 55.448,00 euro di reddito).
Per la quota di reddito compresa tra 55.448,01 euro e 92.413,00 euro (nel 2024 era pari a 91.680,00 euro), sono dovuti contributi pari al 25% per gli artigiani e al 25,48% per i commercianti.
Per chi paga i contributi alla Gestione Separata Inps, l'aliquota contributiva è fissata al 33%, mentre per i soggetti assicurati anche presso altre forme previdenziali obbligatorie, l'aliquota contributiva è del 24%.
Infine, i lavoratori autonomi con partita Iva che versano i contributi alle proprie Casse previdenziali professionali pagano i contributi per la pensione in base alle disposizioni, regole, aliquote e termini di pagamento stabiliti da ogni cassa.
In questo caso non è dovuto alcun versamento contributivo all’Inps.
In generale, considerando le aliquote contributive previste e i massimali fissati, i contributi dei professionisti, all’anno, possono aggirarsi tra i 2mila e anche i 10mila euro all’anno. Chiaramente tutti dipende dal fatturato annuo.
Precisiamo, infine, che le Partite Iva che pagano i contributi alle singole Casse previdenziali di categoria possono dedurre le somme versate dalle tasse e sottrarli dal proprio reddito imponibile, soggetto al pagamento di tasse, recuperando così parte delle imposte da versare.
Anche i professionisti titolari di Partita Iva possono andare in pensione anticipata e in modalità differenti a seconda della categoria di lavoratori di appartenenza.
I commercianti con Patita Iva iscritti alla Gestione Separata dell’Inps possono, per esempio, richiedere il cosiddetto indennizzo per chiusura attività, una prestazione economica che viene riconosciuto per cessazione di attività commerciale a determinate categorie di commercianti.
Per ottenerlo bisogna:
Il beneficio ai commercianti viene erogato solo dopo la presentazione dell’apposita domanda all’Inps e, una volta accettata, viene pagato l’importo spettante, che è pari alla pensione minima per gli iscritti alla Gestione speciale commercianti e decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.
L’indennizzo per chiusura attività ai commercianti viene erogato fino al raggiungimento dei normali requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia.
I professionisti con Partita Iva iscritti alla Gestione Separata dell’Inps possono andare in pensione prima anche con la quota 103 (a 62 anni di età e con 41 anni di contributi), perché è una misura sperimentale valida per tutti i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, alla Gestione Separata Inps e ai fondi sostitutivi ed esclusivi dell’A.G.O., per cui vale sia per i lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato e sia per i lavoratori autonomi.
La quota 103 vale, però, solo per i professionisti con Partita Iva iscritti alle gestioni Inps e non per i titolari di Partita Iva iscritti alle casse dei professionisti.
Un’altra soluzione che permette ai professionisti con Partita Iva iscritti alla gestione separata dell’Inps di uscire prima è la pensione anticipata contributiva, valida, però, solo a condizione di maturare determinati requisiti che sono:
raggiungere 64 anni di età (sia per uomini che per donne);
maturare almeno 20 anni di contributi;
avere un importo mensile di pensione pari almeno a 2,8 volte l’assegno sociale.
Anche in questo caso, però, tale possibilità vale solo per i titolari di Partita Iva iscritti alla Gestione Separata dell’Inps, mentre ne sono esclusi gli iscritti alle casse dei liberi professionisti.