Una singola azienda può recede da un contratto collettivo scelto e sostituirlo con uno nuovo solo alla scadenza contrattuale fissata e nel rispetto della correttezza per i lavoratori.
Dal contratto collettivo per la scuola, a quello per medici, infermieri, lavori domestici, metalmeccanici, i settori di telecomunicazioni, turismo, bancario e non solo: i contratti collettivi nazionali di lavoro sono dedicati ad ogni singola attività lavorativa per definirne la specificità occupazionale tra diritti e doveri spettanti agli impiegati dei diversi settori.
Solitamente i contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti dai sindacati e dalle associazioni dei datori di lavoro valgono per tutto il settore di riferimento, per cui singole aziende, imprese, società e P.A. devono osservare quanto da contratto collettivo previsto per ogni genere di norma, da quella per gli stipendi a quelle relative a ferie, permessi, indennità, Tfr, contributi, licenziamenti e tanto altro ancora. Ma esistono anche casi in cui la singola azienda può apportare cambiamenti al contratto collettivo nazionale di rifermento. Quali sono questi casi?
Ogni singola azienda, a seconda del settore lavorativo di appartenenza, ha la possibilità di decidere il contratto collettivo da applicare ma ciò che ci si chiede è se l’azienda può decidere di cambiare il contratto collettivo rispetto quello scelto inizialmente.
Stando a quanto stabilito dalla Cassazione, una volta scelto il contratto collettivo (o anche di primo livello) da applicare, con tutte le relative norme per i lavoratori, non si può cambiare fino alla scadenza contrattuale a meno che le parti sociali che hanno firmato l’accordo per il contratto ne decidono la disdetta.
In generale, dunque, un’azienda può cambiare o sostituire il contratto scelto, che per le aziende è solitamente il contratto di secondo livello sottoscritto nell’ambito di specifici settori, solo alla scadenza e nel caso in cui non fosse stabilita una scadenza si può recedere dal contratto collettivo ma solo se non si ledono i diritti intangibili dei lavoratori rispetto al precedente contratto collettivo e si rispettano i parametri di correttezza e buona fede.
Dunque, per riassumere, la singola azienda può cambiare il contratto collettivo applicato e sostituirlo con un nuovo contratto solo una volta raggiunta la naturale scadenza contrattuale.
Sono diversi e dedicati ad ogni specifica attività lavorativa i contratti collettivi nazionali di lavoro che disciplinano diversi settori occupazionali, con norme relative a livelli, mansioni e stipendi, ferie e permessi, malattia e altre indennità, Tfr e contributi previdenziali, licenziamento e dimissioni, come, tra gli altri: