Pos non è obbligatorio, ma si rischiano maggiori controlli nel 2022 da Agenzia Entrate

La Corte di Cassazione semplifica l'attività di verifica da parte degli uomini della Guardia di Finanza e di conseguenza i controlli dell'Agenzia delle Entrate per il mancato uso del Pos.

Autore: Chiara Compagnucci
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Pos non è obbligatorio, ma si rischiano

La normativa sull'utilizzo del Pos si intreccia sempre di più. Da una parte c'è il tira e molla sull'obbligatorietà per artigiani, commercianti e professionisti di accettare il pagamento con bancomat via Pos (Point of Sale) con tanto di sanzioni per chi non rispetta le disposizioni.

Peccato solo che le multe siano state cancellate e di conseguenza il timore collettivo si è alleggerito. Dall'altra c'è il nuovo limite del contante che è stato ridotto a 2.000 euro dal primo luglio 2022 ma che dal 2022 scenderà ulteriormente a 1.000 euro.

Vuol dire che al sopra di questo importo occorre necessariamente procedere con strumenti tracciabili. Il tutto senza considerare le proteste degli stessi negozianti e artigiani, secondo cui il contrasto al contante ovvero all'evasione fiscale non può essere fatto ricadere su di loro, soprattutto perché in un periodo di rinnovata crisi economica per via delle conseguenze dell'emergenza sanitaria, avere un Pos vuol dire sostenere una spesa fissa aggiuntiva.

La novità è però adesso un'altra ovvero la sentenza con cui la Corte di Cassazione semplifica l'attività di verifica da parte degli uomini della Guardia di Finanza e di conseguenza i controlli dell'Agenzia delle Entrate per il mancato uso del Pos. Vediamo tutto tra

  • Maggiori controlli sull'uso del Pos nel 2022, ecco perché
  • Nuove verifiche sul Pos da parte dell'Agenzia delle entrate

Maggiori controlli sull'uso del Pos nel 2022, ecco perché

Il via libera a effettuare maggiori controlli è arrivato con una recentissima sentenza della Corte di Cassazione che di fatto ha confermato la correttezza del comportamento rispetto fino qui adottato da Guardia di finanza e Agenzia delle entrate. In buona sostanza si tratta di controlli incrociati tra gli scontrini effettivamente emessi dal commerciante con la lista dei movimenti bancari.

Se non c'è allineamento ecco che scatta controlli più approfonditi che possono portare agli accertamenti. La vicenda ha preso le mosse da una controversia tra Agenzia delle entrate e il titolare di un bar tabacchi accusato di avere effettuato versamenti superiori ai ricavi per circa 200.000 euro.

A esprimersi è stata anche la Commissione tributaria finché è arrivata la parola finale della Cassazione che ha ricordato - si legge nel testo - come l'accertamento svolto si fosse basato sulla norma che stabilisce la presunzione di reddito dei versamenti sul conto.

I dati e gli elementi acquisiti nel corso degli accessi presso gli istituti di credito e finanziari - precisano i giudici - sono posti a base delle rettifiche degli accertamenti, se il contribuente non dimostra che ne ha tenuto conto per la determinazione del reddito soggetto a imposta oppure che non hanno rilevanza allo stesso fine.

Nuove verifiche sul Pos da parte dell'Agenzia delle entrate

Ma da dove nasce la resistenza all'utilizzo dei Pos che comporta maggiori controlli nel 2022 da parte dell'Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza?

Mettendo da parte la questione dell'evasione fiscale, comunque centrali, a non andare giù sono le commissioni interbancarie che che determinano il costo finale della moneta elettronica per negozianti e professionisti.

La Commissione europea aveva messo a punto una proposta di riduzione allo 0,2% dell’importo pagato con carta di debito e allo 0,3% con carta di credito ovvero una bella differenza rispetto a quanto previsto in Italia in cui le commissioni interbancarie per il bancomat sono lo 0,15% sull'importo pagato più un costo fisso di 0,11 euro a operazione.