La legge non vieta di lavorare quando si è in Naspi a condizione di rispettare limiti e condizioni soprattutto reddituali. E’, infatti, possibile lavorare quando si percepisce la Naspi sia con contratti di lavoro occasionali, o a chiamata, o aprendo una Partita Iva per lavoro autonomo a patto di rispettare specifici limiti reddituali all’anno.
Si può lavorare quando si è in Naspi o è vietato? L’indennità di disoccupazione Naspi spetta solo a coloro che restano senza lavoro e si ritrovano in totale stato di disoccupazione, soddisfacendo anche determinati requisiti sia di contribuzione e sia di durata di impiego effettivo. Esistono, però, casi in cui un lavoratore disoccupato che percepisce la Naspi può comunque lavorare. Vediamo quali sono i casi 2022 in cui si può lavorare quando si percepisce la Naspi per la disoccupazione.
Stando a quanto previsto dalla legge in vigore, l’indennità di disoccupazione Naspi non è del tutto incompatibile con il lavoro, nonostante il presupposto per percepire la Naspi sia l’essere in totale stato di disoccupazione involontario. Tuttavia, per lavorare quando si percepisce la Naspi è bene sapere che bisogna rispettare specifiche condizioni, sia di tipologia di lavoro che si svolge, sia di durata temporale del lavoro, sia in riferimento a limiti reddituali.
Dunque, non è vietato per legge lavorare quando si è in Naspi ed esistono casi permessi dalla stessa legge in cui si può lavorare quando si è in Naspi, per esempio se viene proposto un contratto di lavoro a chiamata, che preveda però un limite reddituale di 8mila euro all’anno risultato del cumulo tra reddito derivante da contratto a chiamata e Naspi e a condizione di inviare relativa comunicazione di inizio attività all’Inps, o nel caso di lavoro occasionale che preveda redditi di importo entro i 5.000 euro per anno retribuiti con Libretto Famiglia o Contratto di prestazione occasionale.
Insieme alla possibilità di lavorare quando si è in Naspi con contratto di lavoro a chiamata o per lavoro occasionale, le norme attualmente in vigore permettono di lavorare quando si percepisce l’indennità di disoccupazione Naspi anche aprendo la Partita Iva per lo svolgimento di lavoro autonomo.
Restano, però, condizioni da rispettare per permettere al disoccupato che percepisce la Naspi di continuare a mantenere l’indennità di disoccupazione. Chi apre, infatti, una Partita Iva quando è in disoccupazione Naspi deve:
Un caso particolare da analizzare è quello che interessa chi percepisce la Naspi per la disoccupazione e trova lavoro con un contratto a progetto. A differenza del contratto di lavoro occasionale, le regole generali prevedono il blocco totale della Naspi per chi trova un lavoro con contratto a progetto, trattandosi di un vero e proprio nuovo rapporto di lavoro.
Tuttavia, è bene sapere che esiste un caso in cui, pur in presenza di contratto a progetto, si può lavorare quando si è in Naspi e vale a dire quello in cui il reddito derivante dall’attività a progetto produca un reddito annuo entro i 4.800 euro annui. In questo caso, infatti, al lavoratore che si reimpiega con contratto a progetto la Naspi non viene bloccata ma subisce solo una riduzione dell’80% del reddito previsto, rapportato al periodo di tempo compreso tra la data di inizio dell'attività e la data di fine della Naspi.
Un’altra possibilità prevista per coloro che restano senza lavoro, percepiscono la Naspi e trovano nuova occupazione, ma non a tempo indeterminato, è quella di sospendere la Naspi per la durata del periodo lavorativo per poi riprendere a percepire l’indennità di disoccupazione una volta concluso il rapporto di lavoro.
In particolare, la legge permette ai disoccupati precettori di Naspi di iniziare un nuovo lavoro subordinato a condizione, però, che vengano rispettati i seguenti limiti: