Come funziona rimborso hotel coronavirus
Come avere rimborso per prenotazioni hotel saltate a causa del coronavirus: cosa c’è da sapere, cosa prevede la legge e chiarimenti
Avete prenotato una vacanza fuori per Pasqua già diverso tempo fa, quando ancora non era scoppiata la pandemia da coronavirus ma non potete più partire? Avete versato una caparra per bloccare la prenotazione in hotel e non potete più partire perché tutto bloccato a causa dell’emergenza coronavirus?
E’ bene sapere che le prenotazioni fatte entro il 3 aprile devono essere rimborsate, mentre per quelle successive a tale data, che al momento è quella ufficiale di blocco totale per spostamenti e chiusure attività, bisogna attendere ulteriori sviluppi e al momento non sono previsti rimborsi obbligatori da parte delle strutture alberghiere. Vediamo come funziona il rimborso hotel per coronavirus.
Il Decreto Cura Italia ha stabilito forme di tutela per coloro che a causa dell’emergenza coronavirus hanno dovuto e devono rinunciare a viaggi già prenotati, prevedendo possibilità di rimborso non solo per biglietti aerei, di treni, autobus o navi ma anche per spese di soggiorno e hotel.
L’epidemia da coronavirus, che sta dilagando in tutta Europa, ha letteralmente bloccato tutti: nessuna possibilità di spostamento da un Paese all’altro ma neanche all’interno del proprio Paese stesso mentre Pasqua è ormai alle porte e in tanti avevano già prenotato vacanze e soggiorni fuori.
Stando a quanto previsto al momento, tutti coloro che hanno effettuato prenotazioni entro il 3 aprile hanno diritto al rimborso pieno da parte degli hotel cui hanno versato caparre o cifra intera per il soggiorno previsto. Chi ha, invece, una prenotazione per un soggiorno successivo al 3 aprile, e cioè per coloro che hanno prenotato viaggi e soggiorni sia per Pasqua sia per eventuali vacanza estive, deve aspettare prossimi provvedimenti perché, considerando che il Decreto prevede chiusura totale ancora fino al 3 aprile, l’albergatore ad oggi potrebbe rifiutare il rimborso al cliente che annulla la prenotazione in hotel.
L’albergatore potrebbe anche decidere di trattenere la caparra versata o richiedere il pagamento di penali se previsto dalle condizioni contrattuali. Il consiglio in questo caso è quello di attendere ulteriori decisioni del governo successive alla data del 3 aprile.
Per la richiesta di rimborso il consiglio è quello di contattare direttamente la struttura alberghiera presso la quale è stata effettuata la prenotazione con relativo eventuale pagamento chiedendo come fare per procedere alla richiesta di rimborso.
Ricordiamo che queste condizioni interessano tanto le prenotazioni di hotel per vacanze in Italia quanto le prenotazioni di soggiorni all’estero, visto che i principi del codice civile sull’impossibilità sopravvenuta della prestazione sono simili in molti Paesi europei e prevedono, dunque, eventuali stesse possibilità di rimborso.
Quanto previsto dal Decreto Cura Italia per i rimborsi di viaggi e soggiorni annullati a causa dell’emergenza coronavirus deve comunque rispettare le norme dei diversi Codici per la regolamentazione del settore. Se, infatti, per i pacchetti turistici, il Codice del turismo prevede il rimborso integrale senza spese o penali per situazioni straordinarie e imprevedibili, per gli hotel quanto previsto dal Codice civile è affiancato da vari regolamenti Ue e Dlgs di settore.
Il Codice civile, infatti, stabilisce che ‘l’obbligazione si estingue quando, per causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile’. Ciò significa che se per eventi di forza maggiore non è più possibile godere del servizio prenotato, pacchetto o albergo, la legge prevede il rimborso di quanto già pagato per prestazione che diventa irrealizzabile.
L’attuale situazione di pandemia mondiale è certamente straordinaria per sapere con certezza come muoversi: se, infatti, il decreto del Governo per emergenza coronavirus prevede imborsi anche con voucher di importo pari a quanto speso per la prenotazione di treni, aerei, viaggi e vacanze da usare entro un anno dall’emissione, il Codice del turismo non prevede in realtà generalmente voucher per pacchetti turistici e diverse associazioni di consumatori hanno già parlato di conflitto normativo, pur ammettendo la situazione eccezionale.
Bisognerebbe procedere al rimborso totale dei pacchetti viaggi e di prenotazioni di hotel in cui non ci si recherà mai a causa del coronavirus ma in una situazione del genere è bene pensare anche al settore del turismo e a tutte quelle strutture ricettive che stano subendo conseguenze devastanti della pandemia.