Come cambiano redditi, tassazione e controlli per lavoratori titolari di Partita Iva: le nuove ipotesi e proposte al vaglio del governo in via di approvazione
Sale da 65mila a 85mila euro il limite di reddito annuo per Partite Iva per poter rimanere nel regime della flat tax ma, stando a quanto riportano le ultime notizie, saranno più capillare i controlli fiscali da parte di Fisco e Agenzia delle Entrate, e con probabile tassazione incrementale. Sono, in realtà, ancora diverse le ipotesi al vaglio del governo Meloni per intervenire su redditi, tassazioni e aumenti, in modo da garantire a tutti i lavoratori, e non solo ai dipendenti, maggiore potere di acquisto con un’inflazione crescente. Vediamo allora come cambia la flat tax a 85mila euro per Partite Iva con nuovi controlli fiscali e tassazione incrementale?
Sarebbero stati, infatti, annunciati controlli serrati e capillari con conseguente espulsione immediata dal regime forfettario per chi ‘rivede’ al ribasso fatturati e redditi dichiarando il falso e facendo di tutto per rimanere nella soglia reddituale che consente di pagare meno tasse.
Stando a quanto annunciato dal governo, chi supera effettivamente la soglia stabilita dei guadagni per poter usufruire della flat tax agevolata al 15% e inganna il Fisco e viene scoperto, esce immediatamente dal regime forfettario per accedere al regime ordinario.
Chi supera, invece, gli 85mila euro di ricavi ma resta entro i 100mila euro, esce dal regime forfettario a partire dall'anno successivo, quindi dal 2024, per cui i due anni in più prima del passaggio definitivo al regime ordinario di cui si era già parlato tempo fa dovrebbero essere confermati.
Volendo chiarire come funziona la tassazione incrementale per Partite Iva, bisogna innanzitutto capire come funziona l’attuale regime forfettario in flat tax al 15%.
Il regime forfettario attuale prevede, infatti, la tassazione Irpef al 5% per i primi cinque anni di attività e adesione al regime e al 15% dal sesto anno in poi per redditi fino a 65mila euro. Chi supera tale limite di reddito annua passa nel regime ordinario e paga le tasse in base agli scaglioni Irpef che quest’anno 2022, per effetto della riforma delle tasse dell’ex governo Draghi, sono passati da cinque a quattro.
Le cinque aliquote Irpef in base ai diversi scaglioni di reddito erano le seguenti:
Con la tassazione incrementale della flat tax al 15% nel 2023, ai applicherebbe l’aliquota unica al 15% non su tutto il reddito percepito dal lavoratore ma solo sull’aumento del reddito percepito rispetto alle annualità precedenti.
Ciò significa che sul reddito complessivo che si guadagna, si manterrebbero le aliquote Irpef attualmente in vigore per poi applicare l’aliquota del 15% su tutto l’eventuale guadagno in più percepito nei tre anni precedenti, quindi tra il 2019 e il 2021.
Stando alle ultime notizie emerse, se ci sarà, la flat tax incrementale varrà solo per i contribuenti titolari di redditi di impresa o di lavoro autonomo non in regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i redditi dichiarati e soggetti ad Irpef nei tre anni d’imposta precedenti. Dunque, a differenza di quanto inizialmente ipotizzato, cioè far valere la flat tax incrementale per tutti, alla luce dei costi troppo elevati, dovrebbe ora valere solo per i lavoratori autonomi e non anche per lavoratori dipendenti. Per capire comunque come funzionerà effettivamente questa imposta sostitutiva bisogna aspettare la nuova Legge di Bilancio 2023 ufficiale.