Se attuata, questa riforma offre a un numero maggiore di studenti l'opportunità di intraprendere la carriera medica.
L’abolizione del numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina è sempre più vicina. Il Senato, con il via libera al disegno di legge delega, ha posto le basi per l'eliminazione dei test d’ingresso che da oltre 25 anni regolano l’accesso a uno dei corsi più ambiti e selettivi del Paese. Questo nuovo modello punta a rendere l’ingresso alla facoltà più inclusivo e meritocratico.
La riforma prevede che gli studenti possano iscriversi liberamente al primo semestre di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria senza dover affrontare i classici quiz d’ammissione. Durante questo periodo, gli studenti sosterranno gli esami fondamentali comuni a diversi ambiti biomedici, veterinari, farmaceutici e sanitari. Il loro superamento sarà il criterio per accedere al secondo semestre del corso di laurea in Medicina, attraverso una graduatoria nazionale unica. Capiamo meglio:
Un elemento chiave sarà la definizione dei criteri per l’inserimento nella graduatoria unica. Sarà compito dei decreti delegati, che il Ministero dell’Università e della Ricerca dovrà emanare entro 12 mesi dall’approvazione della legge, decidere se basterà la media degli esami o se sarà necessario superare anche un test nazionale. Questa decisione avrà un impatto cruciale sul funzionamento del nuovo sistema e sulla sua capacità di garantire una selezione equa e trasparente.
Un aspetto della riforma riguarda la sostenibilità dell’iscrizione libera al primo semestre. La legge delega prevede che le università dichiarino la loro capacità in termini di spazi e risorse per accogliere un numero elevato di studenti. Questa condizione evita il sovraffollamento delle aule e garantire la qualità dell’insegnamento.
Il raccordo tra il numero di studenti ammessi al corso di laurea e i posti disponibili nelle specializzazioni sanitarie post-laurea sarà un tema centrale. La carenza di medici e professionisti sanitari nel Servizio Sanitario Nazionale è una delle principali motivazioni alla base della riforma, che mira a formare un maggior numero di laureati in Medicina, ma senza perdere di vista la necessità di fornire loro un percorso formativo completo e qualificante.
Il disegno di legge, approvato dal Senato, deve ora passare alla Camera per il secondo via libera. Se l’iter legislativo sarà rapido, il nuovo sistema potrebbe entrare in vigore già dal 2025-2026, offrendo ai futuri studenti un’esperienza formativa diversa rispetto a quella attuale. Per rispettare questa tempistica saranno decisivi i decreti attuativi del MUR approvati entro la primavera del 2025.
La riforma ha suscitato ampie discussioni. Da un lato, molti sostengono che sia un passo storico verso un sistema universitario più inclusivo. La possibilità di accedere a Medicina senza un test d’ingresso iniziale è stata accolta positivamente da chi ritiene che i quiz rappresentassero una lotteria più che un vero criterio di selezione.
Dall’altro lato, alcune forze politiche e associazioni studentesche hanno espresso preoccupazione. L’opposizione ha sottolineato come il numero chiuso non venga realmente eliminato, ma spostato al secondo semestre. Alcuni temono che le università, già sotto pressione per la carenza di risorse, non siano pronte a gestire un aumento degli iscritti.