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Stipendio orario metalmeccanici aumentato, ma le prospettive sono negative sia per rinnovo CCNL che per cassaintegrazione

di Marianna Quatraro pubblicato il
stipendio orario metalmeccanici

Cambia il calcolo degli stipendi per gli operai e gli impiegati assunti con Ccnl Metalmeccanici: le nuove tabelle dei costi e cosa aspettarsi per il rinnovo contrattuale

Come cambia lo stipendio dei lavoratori assunti con contratto Metalmeccanici dopo gli ultimi aggiornamenti delle tabelle dei costi? Il settore metalmeccanico vive un momento decisamente particolare tra un rinnovo contrattuale che sembra bloccato e una situazione occupazione decisamente preoccupante. 

Nel frattempo, però, è stato aggiornato il costo medio orario dei dipendenti. Vediamo di quanto e per chi. 

  • Aumenta lo stipendio orario di operai e impiegati con Ccnl Metalmeccanici
  • Come procedono le trattative per il rinnovo contrattuale
  • Le prospettive per la cassaintegrazione

Aumenta lo stipendio orario di operai e impiegati metalmeccanici

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato il Decreto n. 73 del 22 novembre 2024 con i nuovi valori per il costo medio orario del lavoro per il personale dipendente dalle imprese che operano nel settore industria metalmeccanica e installazione di impianti.

Le tabelle retributive, con valore retroattivo da giugno 2024, riportano i valori aggiornati sia per gli operai che per gli impiegati e hanno effetto sugli stipendi di tutto il personale assunto con contratto Metalmeccanici.

Stando a quanto riportato dal Decreto, il costo del lavoro rivisto con il decreto dipende da diversi elementi, come:

  • benefici (contributivi, fiscali o di altra natura) previsti da norme di legge di cui il datore di lavoro usufruisce;
  • oneri derivanti da interventi relativi a infrastrutture, attrezzature, macchinari, e altre misure
  • specifici benefici o minori oneri derivanti dall’applicazione della contrattazione collettiva;
  • oneri derivanti dall’applicazione della contrattazione aziendale;
  • oneri derivanti dall’applicazione delle disposizioni contrattuali sulla reperibilità;
  • oneri derivanti da documentata incidenza del superminimo individuale;
  • oneri derivanti dall’effettuazione di lavori fuori sede od officina.

Come procedono le trattative per il rinnovo contrattuale

A prescindere dall’aumento del costo orario appena deciso per i metalmeccanici, non sembrano prospettarsi al momento ulteriori importanti aumenti retributivi nelle discussioni per il rinnovo contrattuale che non si sta rivelando per nulla semplice. Al contrario.

Le trattative continuano tra posizioni discordanti e scioperi che non fanno che rendere sempre più complessa la situazione.

Per la retribuzione, dovrebbe essere garantito, secondo le ultime notizie riportate, solo un adeguamento in base all’andamento dell’inflazione che, però, come emerge dai dati attuali, è piuttosto bassa.

Ciò significa che non assicurerebbe particolari aumenti ai lavoratori. Dal canto loro, i sindacati propongono, in aggiunta all'adeguamento dell'inflazione, aumenti in busta paga da 280 euro mensili lordi.

Si punta, invece, molto sul welfare e sulla possibilità di garantire maggiori benefit ai dipendenti.

Tutto, però, al momento è ancora molto incerto.

Le prospettive per la cassaintegrazione

Stando a quanto riportano le ultime notizie, la cassa integrazione aumenta e coinvolge decine di migliaia di lavoratori metalmeccanici a causa del calo della produzione e della vendita di auto.

Solo in provincia di Brescia, per esempio, a fine settembre 2024, erano già 156 le aziende del settore che avevano attivato la Cassa ordinaria, per un totale di 7.732 dipendenti coinvolti. 

Ad ottobre il numero è salito oltre le 200 unità: dal primo giorno del mese, altre 49 società hanno chiesto la Cig, aggiungendo altri 3.833 lavoratori interessati.

Si tratta di numeri che preoccupano, e non poco, perché allargando lo sguardo al resto di Italia, si capisce come la situazione stia diventando decisamente peggiore.

Secondo la Fiom, si tratta di un problema di gestione e organizzazione del sistema, mentre il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha spiegato che le case automobilistiche europee annunciano una dopo l’altra la chiusura degli stabilimenti e la cassa integrazione per i propri dipendenti per evitare penalità che potrebbero scattare dal 2025 se non si raggiunge una proporzione tra auto vendute e auto endotermiche, come previsto da una nuova norma stabilita.

Per evitare tale ‘giudizio’, non potendo aumentare la vendita di auto elettriche, perché i cittadini e le famiglie non possono ora come ora permetterselo, la soluzione è quella di ridurre la produzione e la vendita di auto endotermiche. 

Il ministro Urso punta, pertanto, a scongiurare il crescente ricorso alla cassa integrazione tramite la definizione di un percorso condiviso per coniugare la politica industriale con la politica ambientale.
 

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