L'e-commerce in Italia continua a crescere, trasformando le abitudini degli italiani tra acquisti online, intrattenimento digitale, nuove dinamiche di consumo, logistica innovativa e sfide regolatorie da affrontare.
Il panorama dei consumi digitali in Italia ha subito una profonda trasformazione negli ultimi dieci anni, portando a una diffusione senza precedenti dell’e-commerce e a una rapida espansione dei servizi digitali, dai contenuti on demand agli abbonamenti streaming. Questi cambiamenti riflettono l’adattamento della società e delle imprese all’innovazione tecnologica, ridefinendo abitudini di acquisto e modelli di consumo.
Il decennio 2015-2025 ha segnato una crescita esponenziale dei consumi online nel mercato italiano. Secondo le analisi più recenti, la spesa complessiva per servizi e prodotti digitali raggiungerà circa 66 miliardi di euro entro la fine del 2025. Nel 2015 erano 17,7 milioni gli italiani che effettuavano transazioni attraverso piattaforme e-commerce; oggi quel numero si attesta a 35,2 milioni, con un incremento netto superiore al 98% in dieci anni.
Il valore degli acquisti digitali è cresciuto dai 16,6 miliardi di euro del 2015 ai 62 miliardi stimati per il 2025, con un incremento del 273%. L’aumento non riguarda solo le aree metropolitane, ma interessa anche province minori, grazie all’estensione della banda larga e alle soluzioni digitali che rendono accessibili servizi e prodotti ovunque ci si trovi.
| Anno | Utenti e-commerce (milioni) | Spesa totale (mld €) |
| 2015 | 17,7 | 16,6 |
| 2025 (stima) | 35,2 | 62 |
Il trend di crescita si manifesta in tutte le principali categorie merceologiche e nei servizi digitali. L’integrazione di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale nei percorsi di acquisto e nuovi sistemi di pagamento elettronico sicuri ed efficienti, ha favorito una maggiore fiducia degli utenti nel canale digitale. Durante i periodi di forte concentrazione delle attività commerciali, come il Black Friday, si registra una spinta significativa alla domanda: solo tra Black Friday e Cyber Monday il volume dei pacchi movimentati sfiora i 41,5 milioni di unità, con una crescita annuale del 9%.
La spesa digitale oggi rappresenta un elemento centrale per il comparto retail, superando l’11% nella vendita di beni e il 18% nei servizi. Questo scenario di crescita ha inciso sul rapporto tra acquirenti e operatori, richiedendo altissimi standard di sicurezza, trasparenza e affidabilità nel trattamento dei dati personali e nella gestione delle transazioni.
L’espansione della spesa digitale si riflette in modo particolare in due ambiti: il food & grocery e l’intrattenimento digitale. Il segmento legato agli acquisti alimentari su internet, guidato dal food delivery e dall’offerta grocery delle principali piattaforme, registra un balzo dai 377 milioni di euro del 2015 ai 4,9 miliardi del 2025, con una crescita superiore al 1.200%. Il food delivery, da solo, rappresenta quasi metà del valore totale di questo comparto.
La digitalizzazione ha ampliato anche le opzioni disponibili agli utenti e offerto maggiore accessibilità, tanto che sempre più operatori locali – dalle botteghe ai supermercati di quartiere – hanno reso disponibili servizi di consegna tramite app e piattaforme online, rispondendo alle esigenze emerse soprattutto nel periodo pandemico.
Per quanto riguarda l’intrattenimento domestico, gli abbonamenti a servizi pay tv, streaming e contenuti on demand sono quasi triplicati negli ultimi dieci anni: dai 7 milioni di utenze nel 2015 ai circa 21 milioni del 2025, con una spesa annuale per i contenuti digitali che raggiunge 3,7 miliardi di euro. Il modo di fruire l’intrattenimento si è completamente ridefinito, facendo emergere un pubblico sempre più interessato a offerte personalizzate e contenuti di qualità.
L’ampiezza dell’offerta ha permesso anche la crescita di nuovi modelli di consumo: dagli abbonamenti mensili, ai servizi pay-per-view fino ai pacchetti dedicati a dispositivi mobili. Queste innovazioni hanno contribuito alla diffusione di nuove abitudini e ad un’accelerazione rilevante nella spesa digitale degli italiani.
L’incremento della spesa digitale ha conferito alle piattaforme digitali globali – tra cui Google, Meta, Apple e Amazon – una posizione di preminenza nello scenario italiano, con effetti anche sull’equilibrio competitivo del mercato. Dal 2022 al 2025 queste realtà hanno accumulato sanzioni per oltre 19 miliardi di euro a seguito di violazioni in materia di privacy e concorrenza. Secondo quanto rilevato dai report delle Authority, queste multe, pur significative, rappresentano una porzione marginale rispetto ai fatturati registrati nello stesso periodo.
Il potere delle piattaforme digitali si riflette nella capacità di orientare i consumi, gestire dati sensibili e definire i ritmi dell’economia digitale. Tali dinamiche sollevano interrogativi sul tema della libera concorrenza: molte imprese di piccole e medie dimensioni finiscono per gravitare nell’orbita delle big tech, con un rischio crescente di “desertificazione” digitale e un minor incentivo allo sviluppo di alternative realmente autonome.
L’evoluzione delle abitudini di acquisto in Italia si manifesta attraverso innovazione nei servizi e cambiamenti nella logistica, oltre che in una parziale riduzione delle storiche differenze tra le diverse aree del Paese. L’analisi condotta dagli osservatori di settore indica che nel primo semestre del 2025 sono state movimentate oltre 393 milioni di spedizioni B2C, con una crescita dell’8% rispetto all’anno precedente.
Le pratiche promozionali si sono evolute grazie alla maturità raggiunta sia da parte delle aziende sia dei consumatori:
Un’ulteriore spinta all’omogeneizzazione territoriale proviene dalla diffusione di strumenti digitali e dalla migliore accessibilità delle offerte, che facilitano anche le nuove modalità di consumo durante eventi come il Black Friday. La logistica integrata, la trasparenza nei costi di spedizione e la tempestività nelle consegne sono divenuti parametri chiave per la soddisfazione del consumatore e la competitività delle imprese digitali.
Nel settore dei contenuti digitali a pagamento, l’abitudine a sottoscrivere abbonamenti e acquistare servizi si sta consolidando progressivamente. Le famiglie italiane spendono annualmente oltre 3,7 miliardi di euro per video intrattenimento, audio, editoria digitale e gaming, con una penetrazione che raggiunge il 5% per informazione ed ebook, grazie anche a una maggiore consapevolezza del valore dei contenuti di qualità.
I servizi di video streaming, favoriti dalla capillare diffusione delle smart TV e dalla personalizzazione delle offerte, primeggiano per valore consumato (circa 1,7 miliardi di euro nel 2024), rappresentando il 45% del totale della spesa nel comparto digital. L’audio, in particolare la musica, segna una crescita del 20% rispetto all’anno precedente, trascinata da contenuti facilmente accessibili e modelli di abbonamento agili.
La fruizione dei podcast, pur non avendo ancora individuato un modello di monetizzazione stabile, registra un interesse crescente, offrendo nuove opportunità agli editori più innovativi. Secondo le stime dell’Osservatorio Digital Content del Politecnico di Milano, un utente su cinque oggi paga per l’accesso a notizie premium, grazie soprattutto alle formule “area riservata” e a una maggiore differenziazione dei contenuti informativi.