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Alcoltest dubbio, vale sempre il risultato più favorevole al guidatore

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Risultato più favorevole al guidatore

La validità dell'alcoltest solleva dubbi quando le rilevazioni forniscono esiti discordanti. Il principio del favor rei, l'orientamento della Cassazione, le conseguenze sulle sanzioni, le novità del decreto Alcolock e le criticità normative.

L'accertamento dello stato di ebbrezza mediante etilometro rappresenta una delle procedure più controverse in ambito di circolazione stradale, in particolare quando le misurazioni effettuate restituiscono valori differenti. Questa situazione emerge frequentemente a seguito di controlli stradali, riflettendo non solo prassi operative ma anche questioni di rilevanza giuridica e sociale. Il dibattito pubblico si concentra sulle garanzie per il conducente e l'efficacia delle misure adottate per la sicurezza collettiva, tra cui il ricorso a tecnologie come l'alcoltest e dispositivi innovativi come l'alcolock.

Un'attenta analisi della normativa, delle sentenze della Corte di Cassazione e delle più recenti modifiche al Codice della Strada pone in luce il principio che pone al centro la tutela dei diritti della persona accanto all'obiettivo di deterrenza verso la guida in stato alterato.

Il principio del favor rei nell'alcoltest: orientamento della Cassazione

Nell'ordinamento italiano, il principio del favor rei occupa una posizione centrale nell'interpretazione dei risultati dell'alcoltest, in particolare quando le due misurazioni obbligatorie non coincidono esattamente. La Corte di Cassazione, nelle recenti sentenze, ha consolidato l'orientamento secondo il quale, in presenza di valori discordanti, si deve considerare il risultato più basso a favore del conducente (Codice della Strada, art. 186). Questa impostazione riflette il rispetto delle garanzie penali e il principio della presunzione di innocenza, corollario fondamentale della giustizia europea e italiana:

  • La giurisprudenza di legittimità conferma che il più basso tra i risultati delle due misurazioni va assunto come valore di riferimento in sede amministrativa e penale, poiché un eventuale margine di dubbio non può ricadere sulla persona sottoposta a verifica.
  • L'assenza di una specifica indicazione normativa su quale fra i due valori debba essere prevalente, sposta la valutazione sulla interpretazione giurisprudenziale, che tutela il cittadino dall'applicazione di sanzioni sproporzionate in caso di incertezza tecnica dello strumento impiegato.
  • La curva di assorbimento dell'alcol (cosiddetta curva di Widmark) viene talvolta richiamata come elemento esplicativo delle oscillazioni nei risultati, ma la giurisprudenza ritiene che i parametri individuali e le tempistiche di assorbimento non siano dati applicabili a priori per tutti i casi.
La posizione della Cassazione si traduce in una tutela effettiva per chi si trovi sottoposto a controlli stradali, senza però trascurare l'importanza dell'affidabilità tecnica degli strumenti e della correttezza procedurale della polizia stradale.

Le conseguenze giuridiche dei risultati discordanti nelle due misurazioni dell'alcoltest

I contrasti tra i due valori forniti dall'etilometro possono incidere significativamente sul regime sanzionatorio cui è sottoposto il conducente. Il sistema normativo prevede infatti soglie diverse di rilevanza penale e amministrativa che vengono direttamente condizionate dal dato rilevato.

  • Qualora il primo rilievo risulti superiore a 1,5 g/l e il secondo inferiore a tale soglia, viene applicata la sanzione meno afflittiva, in base al principio del risultato favorevole al conducente.
  • La discordanza può riflettersi anche sulle misure accessorie come la sospensione o la revoca della patente, nonché sulla tipologia e gravità delle pene detentive e pecuniarie, come previsto dal Codice della Strada.
L'orientamento adottato dalla Suprema Corte pone un argine agli abusi interpretativi e mette al riparo l'automobilista da sanzioni sproporzionate, garantendo la corretta applicazione del diritto punitivo.

Si sottolinea che, in assenza di contestazioni sulla validità tecnica dell'etilometro o sul regolare svolgimento dell'accertamento, la determinazione sanzionatoria si fonda unicamente sul valore inferiore, rendendo il procedimento più trasparente e coerente sotto il profilo della legalità.

La procedura dopo l'alcoltest: sospensione della patente, ricorsi e riabilitazione alla guida

Il procedimento che segue l'accertamento di una violazione tramite alcoltest comporta una serie di passaggi procedurali disciplinati in modo rigoroso dal Codice della Strada e dai regolamenti applicativi

  • Ritiro immediato della patente da parte degli organi di polizia, seguito dal trasferimento del verbale alla Prefettura entro 5 giorni.
  • Sospensione amministrativa ordinata dal Prefetto, con notifica ufficiale al conducente entro 15 giorni dal ricevimento degli atti.
  • Il periodo di interdizione alla guida varia in funzione della gravità riscontrata e della eventuale recidiva, da 3 mesi fino a 3 anni nei casi più gravi.
Per il recupero della patente, la legge impone un percorso di valutazione presso la Commissione Medica Locale, che prevede analisi cliniche e psichiatriche approfondite. Nei casi di sospensione per tassi elevati o recidiva, il conseguimento di nuovo attestato di idoneità impone al conducente di sostenere nuovamente gli esami di teoria e di guida, nonché presentare una certificazione di sobrietà documentata e continuativa.

Gli strumenti di tutela comprendono l'opposizione amministrativa al Prefetto e il ricorso al giudice di pace, rispettando termini e condizioni rigorose. Il ricorso è limitato laddove si siano già attivati altri rimedi giurisdizionali o sia stata pagata la sanzione pecuniaria.

L'applicazione differenziata delle sanzioni nel caso di «Alcoltest risultato favorevole al conducente» costituisce un importante presidio per la tutela sostanziale dei diritti e il riequilibrio tra sicurezza pubblica e garanzie individuali.

Decreto Alcolock Salvini: funzionamento e obblighi per i conducenti recidivi

L'introduzione del dispositivo alcolock attraverso il recente decreto trova applicazione concreta per tutelare la collettività e rieducare i conducenti recidivi al rispetto delle regole stradali. Il meccanismo obbliga il conducente sanzionato per guida in stato di ebbrezza a installare un etilometro collegato all'accensione del veicolo: solo chi ha tasso pari a zero può avviare il mezzo. I tre principi cardine da conoscere sono:

  • L'obbligo è previsto per chi ha riportato sanzioni per tassi superiori a 0,8 g/l, con durata variabile tra due e tre anni a seconda della gravità.
  • La restituzione della patente oppure la concessione di permessi di guida è subordinata all'avvenuta installazione e regolare funzionamento del dispositivo.
  • Il sistema memorizza i tentativi di avviamento, il risultato di ogni test e qualunque tentativo di manomissione, informazioni accessibili alle autorità in sede di controllo o giudiziale.
Dal punto di vista giuridico, oltre all'aspetto sanzionatorio, la misura si configura come uno strumento di prevenzione e responsabilizzazione, rafforzato dalla possibilità per il giudice di utilizzare l'installazione dell'alcolock come misura alternativa alla revoca definitiva della patente.

La normativa attribuisce un valore particolarmente restrittivo al rispetto degli obblighi documentali (certificato di installazione, taratura annuale, dichiarazione di non manomissione), pena ulteriori sanzioni amministrative.

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