Autovelox illegali, cavilli burocratici e multe che restano valide: Il quadro normativo, i casi recenti come il T-Exspeed v.2.0, i possibili ricorsi e le conseguenze economiche per cittadini e comuni.
L'installazione di dispositivi per il controllo della velocità sulle strade italiane ha conosciuto negli ultimi anni una rapida diffusione, favorendo l'aumento del numero di sanzioni comminate agli automobilisti. Tuttavia, la recente emergenza relativa agli autovelox apparecchi illegali ha sollevato dubbi sulla legittimità di molte multe emesse dalle amministrazioni locali.
La problematica è riconducibile soprattutto alla mancata omologazione di diversi dispositivi, condizione essenziale imposta dal Codice della Strada per assicurare la validità delle prove raccolte. Sono numerose le inchieste, tra cui quella condotta dalla Procura di Cosenza, che hanno portato al sequestro di apparecchiature non conformi e all'avvio di un ampio dibattito sulla tutela dei cittadini e sulle responsabilità degli enti pubblici.
Il quadro normativo italiano in materia di rilevazione automatica della velocità prevede requisiti ben precisi per l'installazione e l'utilizzo dei dispositivi. Secondo l'articolo 142, comma 6, del Codice della Strada, gli strumenti di accertamento delle violazioni devono essere "debitamente omologati". La distinzione tra "omologazione" e "approvazione" è stata ribadita dalla Corte di Cassazione, la quale ha stabilito che la sola approvazione del prototipo non garantisce le caratteristiche tecniche indispensabili a tutelare i diritti degli automobilisti.
L'omologazione, invece, implica test approfonditi e la possibilità di produzione in serie di strumenti conformi alle specifiche richieste. Le circolari ministeriali, come la n. 8176/2020, hanno tentato di equiparare i due processi ma, secondo la giurisprudenza, tale assimilazione non ha valore rispetto alla legge primaria. Di conseguenza, le multe elevate tramite dispositivi privi di omologazione sono esposte al rischio di nullità.
La ricezione di un verbale basato su un dispositivo non omologato impone una rapida valutazione circa la legittimità della sanzione e le possibili azioni da intraprendere.
L'impatto economico delle multe contestate da apparecchi non omologati è considerevole sia per le amministrazioni pubbliche che per i cittadini.
Città |
Entrate annuali da multe per eccesso di velocità |
Firenze |
18,7 milioni € |
Milano |
8,5 milioni € |
Roma |
7,5 milioni € |
Genova |
5 milioni € |
Danni economici: il sequestro dei dispositivi T-Exspeed v.2.0 e l'effettiva nullità delle multe rappresentano per molti enti locali un potenziale danno erariale, aggravato dall'obbligo di rimborso delle somme già incassate.
Effetti sugli automobilisti: i cittadini hanno sostenuto costi talvolta ingenti per il pagamento delle sanzioni, con l'aggiunta di potenziali spese legali in caso di ricorso.
Responsabilità degli enti locali: gli amministratori sono chiamati a garantire la legalità degli strumenti utilizzati per il controllo del traffico, pena l'avvio di procedimenti giudiziari e il pagamento di risarcimenti sia per il danno subito dagli automobilisti che da parte degli enti stessi. In particolare, le amministrazioni devono assicurare che le apparecchiature siano conformi e adottare tutte le misure preventive richieste dalla normativa.