Il Documento Programmatico di Finanza Pubblica segna un punto fondaentale, come ogni anno, per la pianificazione economica e finanziaria nazionale,L’approvazione recente del DPFP avvia di fatto il percorso verso la successiva Legge di Bilancio, anticipando misure chiave per il triennio 2025-2028. Attraverso l’aggiornamento del quadro macroeconomico, questo documento illustra le aspettative su deficit, debito e tasso di crescita del PIL, delineando contemporaneamente indirizzi concreti su pensioni, lavoro, tassazione e politiche sanitarie. La manovra, secondo quanto emerge dal DPFP, mira a rafforzare la competitività delle imprese, promuovere il benessere dei lavoratori e garantire la sostenibilità del sistema dal punto di vista finanziario e sociale, seguendo rigorosamente le nuove direttive dell’Unione europea.
Cos’è il DPFP: origini, ruolo e funzione rispetto alla Nadef
Nell’ultimo anno, il linguaggio della programmazione economica italiana è stato rivoluzionato dall’introduzione del DPFP. Questo strumento ha sostituito la tradizionale Nota di Aggiornamento al DEF (NADEF), adeguando le regole e le tempistiche della governance di bilancio alla riforma europea che ha definito nuovi standard a partire dal 2024 (vedi Regolamento UE 2024/1263 e s.m.i.). Il DPFP rappresenta ora il principale documento di indirizzo economico – trasmesso alle Camere e sottoposto ad approvazione parlamentare – contenente:
- L’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche e della finanza pubblica, a legislazione vigente;
- Il conto economico delle amministrazioni pubbliche dettagliato per sottosettore;
- La traiettoria programmata della spesa netta e delle entrate, in coerenza con i vincoli e gli obiettivi definiti con l’UE;
- L’articolazione delle misure di riforma e investimento oggetto della futura Legge di Bilancio;
- Le informazioni su indicatori di benessere equo e sostenibile (BES).
Storicamente, la NADEF aggiornava ogni autunno il quadro macroeconomico, preparando il terreno per la manovra finanziaria successiva. A seguito della riforma, il DPFP assume un orizzonte di medio termine, vincolando l’Italia a percorsi verificabili di spesa netta e debito pubblico. La sua approvazione avviene tramite risoluzione parlamentare, sottolineando il passaggio a una programmazione più integrata e trasparente. Inoltre, il documento programmatico funge da base per la trasmissione dei dati a Bruxelles e la successiva valutazione europea, rafforzando così l’allineamento tra politiche nazionali e quadro comunitario.
Previsioni macroeconomiche: deficit, PIL e debito pubblico 2025-2028
Secondo i dati aggiornati con il nuovo DPFP, il rapporto deficit/PIL per il 2025 verrà mantenuto al 3%, migliorando la stima rispetto al precedente 3,3%. Questa revisione testimonia una rigida disciplina di bilancio, funzionale all’uscita dell’Italia dalla procedura europea per deficit eccessivo. Le previsioni relative alla crescita indicano un PIL in aumento dello 0,5% nel 2025, con un leggero incremento allo 0,7% nel 2026, allo 0,8% nel 2027 e allo 0,9% nel 2028. Queste stime, definite come particolarmente prudenziali dal Ministero dell’Economia, riflettono il clima di incertezza internazionale e un attento monitoraggio delle variabili fiscali.
- Debito pubblico: Si prevede un decremento progressivo, con il livello che passerà dal 137,8% nel 2026 al 136,4% nel 2028, in parte grazie alla graduale attenuazione dell’effetto "superbonus" e al contenimento della spesa primaria.
- Spesa netta: La traiettoria della spesa primaria nazionale finanziata da risorse pubbliche deve rispettare limiti annuali e cumulativi, con una crescita massima fissata dall’UE (+1,3% 2025; +1,6% 2026).
Anno |
Deficit/PIL (%) |
PIL (Var.% annua) |
Debito/PIL (%) |
2025 |
3,0 |
0,5 |
-- |
2026 |
2,8 |
0,7 |
137,8 |
2027 |
2,6 |
0,8 |
-- |
2028 |
2,3 |
0,9 |
136,4 |
Questi dati sanciscono un approccio basato su responsabilità e prudenza, necessari per valorizzare la credibilità agli occhi delle istituzioni comunitarie e degli investitori. Sul piano interno, essi danno margine per un impiego efficiente delle risorse nella tutela di crescita e coesione sociale.
Le priorità della manovra: pensioni, lavoro, taglio delle tasse e sanità
Il DPFP mette in evidenza alcune aree prioritarie per la Legge di Bilancio in arrivo. Al centro si trova la riduzione del carico fiscale sui redditi da lavoro, con interventi attesi sull’IRPEF per il ceto medio e una razionalizzazione delle detrazioni familiari. Vi è poi un forte impulso al sostegno dell’occupazione, con nuove misure a favore della natalità e della conciliazione vita-lavoro. È previsto anche lo stanziamento di ulteriori fondi per il finanziamento del SSN, destinati in particolare all’adeguamento delle retribuzioni e all’assunzione di nuovo personale, specie infermieristico.
- Pensioni: E' il capitolo più delicato. Sembra scontato e sicuro la rivaluaztione degli importi delle pensioni come l'anno scorso (non piena come l'anno scorso appunto) e si cercano fondi per bloccare l'aumento di età di 3 mesi come requisito per andare in pesione nel 2027. Molto più complesso, un aumento dell'assegno per alcune tipologie di pensioni e nuove forme di pensione anticipate, se non realizzate "a zero" ovvero senza nessuna uscita e costo pubblico. Si ipotizza l'uso del TFR, ma che creerebbe problemi dal punto di vista costituzionale, ma anche per le aziende che lo detengono e che, soprattutto le PMI, lo utilizzano come importante bacino di liquidità a brevissimo termine
- Lavoro: L’attenzione si concentra sulle politiche attive, incentivi alle assunzioni, rafforzamento di strumenti contrattuali flessibili, bonus e premi detassati e ampliati e miglioramenti della sicurezza occupazionale.
- Tasse: Il taglio dell’IRPEF punta a ridurre la pressione fiscale grazie alla diminuzione delle aliquote e alla semplificazione degli scaglioni.
- Sanità: Vengono ricercate risorse per incrementare il finanziamento strutturale, intervenire sulle liste d’attesa e favorire il rinnovo dei contratti nel comparto pubblico sanitario.
L’obiettivo generale è favorire una maggiore equità redistributiva e migliorare i servizi pubblici essenziali, offrendo strumenti di protezione anche alle categorie più vulnerabili, in accordo con le risoluzioni parlamentari approvate.
Spesa pubblica, investimenti e sostegno alle imprese nella Legge di Bilancio
La nuova impostazione della manovra predilige interventi strategici per la competitività aziendale e la crescita sostenibile. Saranno previste misure per stimolare innovazione, transizione tecnologica e digitalizzazione, anche attraverso rinnovati incentivi orizzontali per gli investimenti e il rafforzamento dei fondi per la ricerca. Il documento sottolinea, inoltre, la necessità di sostenere la natalità e la conciliazione famiglia-lavoro, adottando misure strutturali e confermando fondi dedicati.
- Competitività delle imprese: Interventi specifici con nuove forme di premialità fiscale e incentivi nazionali per software, digitalizzazione e riorganizzazione produttiva.
- Investimenti pubblici: La Legge di Bilancio maximizza l’impatto delle risorse già stanziate, aggiornando i cronoprogrammi e monitorando i progressi dei principali progetti nei settori degli appalti pubblici, edilizia scolastica e sanità.
- Sostegno alla natalità: Previsto il rafforzamento di misure a favore della genitorialità e di voucher per servizi all’infanzia.
Misure fiscali e strategia per le coperture della manovra
Il finanziamento della manovra si basa su un mix di azioni sia sul fronte delle entrate che su quello della razionalizzazione della spesa. Gli interventi riguardano non solo il gettito diretto ma anche la revisione delle agevolazioni fiscali meno efficaci e la rimodulazione della spesa pubblica corrente.
- Entrate: Potenziamento della lotta all’evasione, rimodulazione delle accise e parziale revisione di alcune agevolazioni per garantire l’equilibrio dei conti.
- Spesa: Riprogrammazione dei cronoprogrammi delle uscite, monitoraggio dell’efficacia degli incentivi e stretta sui capitoli meno produttivi.
Le scelte adottate puntano a rispettare i parametri europei, sostenendo al tempo stesso investimenti e politiche sociali prioritarie. Questa impostazione garantisce una maggiore affidabilità davanti alle istituzioni UE e favorisce la stabilità finanziaria nazionale a medio termine.
Spese per la difesa e condizionalità UE: scenari di uscita dalla procedura di deficit
Un tema nevralgico riguarda l’aumento programmato della spesa destinata alla difesa, condizionato alla possibilità per l’Italia di chiudere la procedura di deficit eccessivo aperta dall’UE. Gli incrementi previsti (0,15% del PIL nel 2026, poi 0,3% nel 2027 e 0,5% nel 2028) corrispondono a circa 12 miliardi distribuiti su tre anni, risorse che potranno essere allocate solo nel rispetto dei nuovi criteri comunitari sugli scostamenti di bilancio.
- Iter di uscita dalla procedura UE: Il DPFP prevede una riduzione del deficit già dal 2025, condizione imprescindibile per evitare sanzioni e recuperare piena flessibilità nella spesa pubblica.
- Risposta istituzionale: Questo percorso richiede il rispetto rigoroso dei parametri fissati a livello europeo e il completamento delle riforme concordate nel Piano Strutturale di Bilancio nazionale.
Anche le nuove risorse per la difesa andranno gestite nel solco della trasparenza, sottoponendole alle procedure di rendicontazione e verifica europee
Criticità, rischi e opportunità nel nuovo quadro europeo
L’adozione delle nuove regole UE e la transizione dalla NADEF al DPFP portano sfide e opportunità per la finanza pubblica italiana. Tra le criticità più rilevanti si annovera la necessità di mantenere percorsi stringenti di aggiustamento, che possono mettere sotto pressione le prospettive di crescita reale se non accompagnati da sufficienti misure di rilancio e investimenti strategici. Sussistono maggiori controlli sugli scostamenti di spesa, imponendo una disciplina più rigorosa e un’accurata selezione delle politiche di intervento.
Al tempo stesso, la nuova configurazione europea offre la possibilità di orientare le politiche fiscali verso obiettivi condivisi di sostenibilità sociale, ambientale e digitale, condizione necessaria per beneficiare appieno dei nuovi strumenti messi a disposizione a livello unionale. Infine, il rafforzamento dei meccanismi di monitoraggio e verifica sulle riforme potrà accrescere la credibilità e l’autorevolezza internazionale dell’Italia, offrendo una governance della spesa più affidabile e trasparente sia per le istituzioni comunitarie che per i mercati finanziari.
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