L’acquisizione di Riello da parte di Ariston ridisegna il panorama del settore calorifero italiano: nuovi scenari per dipendenti e aziende, consolidamento produttivo, impatti occupazionali e prospettive per caldaie e bruciatori.
Un cambiamento significativo si sta profilando all’orizzonte per l’industria del riscaldamento in Italia: il passaggio di Riello sotto il controllo di Ariston Group ridefinisce gli equilibri di uno dei comparti più rappresentativi della manifattura nazionale. Riello, storica realtà fondata nel 1922 in Veneto e simbolo d’innovazione nella climatizzazione e combustione, passa ufficialmente nelle mani di Ariston in seguito a un accordo siglato con Carrier Global. Il valore di questa operazione, pari a 289 milioni di euro, introduce nuove dinamiche competitive, consolidando la posizione di Ariston tra i principali player globali.
Dalla climatizzazione domestica alle tecnologie avanzate per la combustione, il portfolio di Riello si integra ora nel progetto di crescita di Ariston, che negli ultimi anni ha perseguito una strategia orientata all’espansione e all’acquisizione di marchi di riferimento. L’integrazione di queste competenze distintive offre potenzialità rilevanti in termini di sviluppo tecnologico e di presenza sui mercati esteri, aumentando il peso dell’industria italiana tra i grandi fornitori mondiali di soluzioni per il comfort termico.
Questo passaggio è destinato a incidere non solo sulla configurazione industriale del settore calorifero, ma anche su occupazione, innovazione e capacità di adattamento alle esigenze di un mercato sempre più attento all’efficienza energetica ed alla transizione ecologica. Gli effetti sull’intero comparto si preannunciano importanti, sia a livello di concorrenza e sinergie, sia nella prospettiva della difesa del know-how Made in Italy.
L’acquisizione coinvolge direttamente oltre 1.100 lavoratori del gruppo Riello che, secondo quanto annunciato, entreranno a far parte dell’organico di Ariston Group. Fra questi, circa la metà è impiegata presso le sedi italiane, sottolineando il peso del territorio nazionale nell’assetto produttivo e nella strategia aziendale futura. Gli stabilimenti interessati dall’operazione coprono una mappa che va da Legnago e Volpago (in Veneto), a Lecco (Lombardia), Torun (Polonia), Shanghai (Cina), fino al centro di assemblaggio e testing di Mississauga, in Canada.
Per valutare con precisione gli impatti occupazionali derivanti da questa operazione, è necessario esaminare come le competenze sviluppate da Riello si integreranno con il know-how già presente in Ariston. Il mantenimento di tutti i principali centri industriali e di ricerca rappresenta un segnale positivo, così come l’annuncio che i marchi storici Riello e Beretta manterranno identità e strategie indipendenti.
L’organizzazione delle risorse seguirà un percorso di integrazione che – secondo la comunicazione ufficiale – dovrebbe evitare ridimensionamenti significativi nel breve termine. La continuità occupazionale è rafforzata altresì dalla volontà di salvaguardare il modello di business diretto verso installatori e la rete di rivenditori consolidata nel tempo. Da qui nasce la prospettiva di una collaborazione virtuosa tra le due realtà, con il potenziale di valorizzare professionalità e competenze acquisite nel corso di oltre un secolo di storia industriale.
L’ingresso del personale Riello in Ariston apre inoltre scenari di crescita delle attività, soprattutto in R&D e nei segmenti internazionali, grazie all’integrazione di centri di eccellenza e alla possibilità di sviluppo di nuovi prodotti e servizi per un mercato in trasformazione.
| Dipendenti coinvolti | ~1.150 |
| Sedi produttive trasferite | Legnago, Volpago, Torun, Shanghai, Mississauga |
| Centri R&D | Lecco, Angiari |
| Marchi coinvolti | Riello, Beretta |
Le politiche per la tutela dell’occupazione e la valorizzazione dei siti italiani assumono particolare rilievo in relazione ai timori espressi, in passato, sulle possibili conseguenze negative di acquisizioni straniere e della cosiddetta “desertificazione produttiva”. In questo quadro, la consolidata tradizione di Riello e la presenza di Ariston quale gruppo a capitale italiano contribuiscono a rassicurare sulla concretezza di un polo industriale nazionale all’avanguardia.
L’ingresso di Riello sotto l’egida di Ariston rappresenta uno dei più importanti processi di consolidamento recente nel comparto delle caldaie e dei bruciatori. Il rafforzamento di questa filiera, a cavallo fra innovazione e tradizione, si manifesta nei seguenti aspetti:
Dal punto di vista finanziario, l’accordo prevede che l’enterprise value attribuito a Riello sia pari a circa cinque volte l’EBITDA adjusted previsto per il 2026, valorizzando così la capacità di generare sinergie per 25 milioni di euro annui, a regime, nel quarto anno dal closing. L’effetto stimato si rifletterà positivamente sull’utile per azione di Ariston e sul rapporto tra posizione finanziaria netta ed EBITDA, atteso sotto 2,5 volte post-acquisizione.
Un’ulteriore conseguenza dell’operazione è la dichiarata volontà di difendere e rafforzare il Made in Italy, contrastando il rischio di delocalizzazione produttiva a vantaggio di competitori esteri, come ha sottolineato il piano di Paolo Merloni. Tale posizione ha sventato tentativi di acquisizione da parte di gruppi internazionali e cinesi, tutelando gli asset strategici nazionali e valorizzando la capacità di innovare dell’industria locale.
Il settore delle caldaie e dei bruciatori, nel prossimo futuro, si troverà quindi a dover affrontare nuove sfide e opportunità. La nascita di un polo industriale italiano integrato e competitivo rilancia la corsa all’innovazione e impone standard più elevati anche agli altri operatori. Gli effetti orienteranno investimenti, occupazione specializzata e sviluppo di nuove tecnologie nel rispetto delle direttive dell’Unione Europea e del quadro regolatorio nazionale, garantendo solidità ed evoluzione all’intera filiera.