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Assegno di inclusione 2025: parte il bonus ponte da 500 euro. Come funziona, tutte le novità e come richiederlo

di Marcello Tansini pubblicato il
Bonus ponte da 500 euro

Nel 2025 arriva l'Assegno di inclusione potenziato con il bonus ponte da 500 euro: quadro normativo aggiornato, nuovi requisiti, calcolo importi, controlli per l'accesso e impatto sul contrasto alla povertà in Italia.

Dal 14 agosto 2025 entra in vigore l'erogazione del contributo straordinario aggiuntivo legato all'Assegno di inclusione 2025, come comunicato dall'INPS attraverso il messaggio n. 2458 dell'8 agosto 2025. Questa nuova disposizione rappresenta un elemento di rilevanza per i nuclei familiari in condizioni di svantaggio economico, fornendo una risposta concreta alle esigenze legate al cosiddetto "mese perduto" durante la transizione normativa.

Il bonus ponte, del valore di 500 euro, sarà accreditato sui conti dei beneficiari aventi diritto già dal giorno successivo all'adozione della misura, a seguito della verifica dei requisiti e dell'istruttoria positiva sugli aggiornamenti della domanda di rinnovo. La misura rafforza il sistema di welfare, ponendosi in continuità con la strategia nazionale di lotta alla povertà.

Cosa cambia: il contributo straordinario aggiuntivo e le novità del 2025

La legge di Bilancio 2025 ha introdotto importanti modifiche in materia di sostegno al reddito, riformulando i criteri di accesso e introducendo il contributo straordinario aggiuntivo nell'ambito dell'Assegno di inclusione. Questo contributo, previsto dal decreto-legge n. 92/2025, è destinato a compensare le sospensioni nei pagamenti avvenute nel delicato passaggio dal Reddito di cittadinanza ai nuovi strumenti. Il provvedimento non riguarda solo la regolarizzazione delle mensilità "perdute", ma risponde anche agli aggiustamenti delle soglie ISEE e della struttura stessa dell'ADI. In buona sostanza, le novità sono:

  • Valore ISEE innalzato da 9.360 euro a 10.140 euro, ampliando la platea potenziale di beneficiari;
  • Reddito familiare massimo aumentato da 6.000 a 6.500 euro, con ulteriori incrementi (fino a 8.190 euro) per nuclei anziani o con disabilità;
  • Per le famiglie in locazione, la soglia per l'accesso cresce a 10.140 euro.
Il bonus ponte viene riconosciuto automaticamente agli aventi diritto, senza necessità di domanda specifica, mentre i controlli incrociati INPS-Anagrafe garantiscono l'oggettività dell'assegnazione. Contestualmente, è cresciuto anche il valore massimo dell'integrazione per le famiglie che risiedono in abitazioni in affitto, passando a 3.640 euro annui. Queste novità segnano il superamento del modello precedente, orientando le misure versate secondo criteri maggiormente aderenti alle reali condizioni delle famiglie e introducendo una trasparenza superiore nei processi di erogazione.

L'Assegno di inclusione dopo il Reddito di cittadinanza: quadro normativo e contesto sociale

L'introduzione dell'ADI ha segnato la fine del Reddito di cittadinanza, ridefinendo l'impianto normativo del sostegno al reddito in Italia. Il quadro attuale è delineato principalmente dalla Legge 3 luglio 2023, n.85 e dalle successive modifiche della Legge di Bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207), che pongono particolare enfasi sull'attivazione sociale e lavorativa dei beneficiari. L'ADI si inserisce in un contesto segnato da forti disuguaglianze territoriali e un progressivo incremento delle situazioni di difficoltà, soprattutto nel Mezzogiorno. Secondo dati INPS, i nuclei interessati da sostegni al reddito tra il 2024 e il 2025 hanno superato quota 2 milioni, con oltre il 68% dei benefici al Sud. Le nuove disposizioni mirano a garantire non solo un supporto economico ma anche forme di inclusione professionale e sociale attraverso piani personalizzati (Patto di Servizio Personalizzato – PSP), rafforzando la dimensione proattiva rispetto al passato. Il contributo straordinario aggiuntivo rappresenta l'ultima delle tappe di un percorso regolativo che punta a includere tempestivamente chi è rimasto escluso dalle precedenti erogazioni.

Chi beneficia del bonus ponte: requisiti, categorie prioritarie e casi particolari

L'ammissione al bonus ponte nell'ambito dell'assegno di inclusione è disciplinata da una matrice di requisiti oggettivamente verificabili. La priorità è assegnata a quei nuclei che si sono trovati penalizzati dal vuoto normativo tra l'abolizione del Reddito di cittadinanza e l'avvio effettivo della nuova misura. Tra le categorie privilegiate figurano:

  • Famiglie con minori, anziani (over 60) o disabili;
  • Nuclei che hanno presentato domanda di rinnovo ADI entro luglio 2025;
  • Soggetti che hanno subito una sospensione del beneficio nei periodi di transizione;
  • Casi di particolare svantaggio (disagi socio-sanitari, famiglie monogenitoriali, residenti in aree ad alto tasso di deprivazione).
L'INPS riconosce il contributo aggiuntivo nei confronti di tutti i beneficiari che, avendo presentato istanza di rinnovo nei termini, risultino destinatari di istruttoria positiva. Per coloro che presentano domanda dopo il mese di luglio 2025, il contributo straordinario sarà comunque liquidato unitamente alla prima mensilità utile, garantendo l'assenza di scoperture. I beneficiari non sono tenuti a nuovi adempimenti, ma è raccomandata la verifica della propria posizione sul portale INPS, nonché la segnalazione di eventuali discordanze tramite i canali di assistenza ufficiali.

Importi, durata e modalità di erogazione del bonus e dell'Assegno di inclusione

L'architettura finanziaria dei nuovi strumenti risponde a logiche di maggiore equità e flessibilità. L'importo mensile del beneficio registra un innalzamento rispetto agli standard precedenti, attestandosi mediamente su 669 euro secondo gli ultimi dati INPS. Il bonus ponte associato al contributo straordinario ammonta a 500 euro, destinato a coprire il periodo di interruzione tra le vecchie e nuove mensilità. Il beneficio complessivo dell'ADI è modulato sulla base di:

  • Numero di componenti e loro condizione (presenza di minori, disabili, over 67);
  • ISEE aggiornato e soglie di reddito familiare;
  • Presenza di canoni d'affitto documentati;
  • Valore patrimoniale complessivo del nucleo.
La carta AdI, uno strumento elettronico assimilabile a una carta prepagata, rappresenta il mezzo attraverso cui vengono effettuati i pagamenti. Oltre ai pagamenti finalizzati a bisogni essenziali (beni alimentari, bollette), consente il prelievo limitato di contanti secondo la normativa vigente. In caso di rinnovo, l'erogazione del beneficio si estende per ulteriori 12 mesi, subordinatamente all'attivazione di un percorso formativo nel caso in cui il beneficiario abbia completato le prime 12 mensilità. Le mensilità spettanti vengono calcolate secondo il nuovo parametro della scala di equivalenza, che premia la presenza di disabili, anziani e soggetti a carico, e una nuova maggiorazione è garantita ai nuclei in locazione con contratto registrato.

Calcolo degli importi e il nuovo valore ISEE 2025

La definizione dell'importo si basa su una formula che considera il valore ISEE aggiornato. Dal 2025 la soglia massima per l'accesso all'ADI è di 10.140 euro, con incrementi del reddito familiare massimo e dell'integrazione per chi vive in affitto. Sono previsti:

  • Importo base annuale tra 480 e 6.500 euro, moltiplicato per la scala di equivalenza;
  • Ulteriore integrazione fino a 3.640 euro/anno per nuclei residenti in affitti regolari.
Il quadro complessivo è il seguente:

Composizione nucleo

Reddito familiare

ADI spettante

Persona sola - reddito zero
Affitto 4.500 euro

0 euro

10.140 euro/anno (845 €/mese)

Reddito 6.500 euro
Affitto 3.000 euro

6.500 euro

3.000 euro/anno (250 €/mese)

Reddito 8.140 euro
Affitto 3.640 euro

8.140 euro

3.640 euro/anno (303,33 €/mese)

Queste condizioni rendono l'Assegno di inclusione la misura di contrasto alla povertà con i parametri più aggiornati e inclusivi a livello nazionale.

La procedura aggiornata per il rinnovo e la richiesta del beneficio

La domanda per l'accesso al beneficio si svolge interamente in modalità telematica tramite il sito INPS, previo accesso con credenziali SPID, CIE o CNS. Il rinnovo segue le stesse modalità della prima richiesta, con alcune semplificazioni per i nuclei senza variazioni anagrafiche. Occorre presentare:

  • ISEE aggiornato per l'anno in corso;
  • Autocertificazione sullo stato familiare e patrimoniale;
  • Eventuale documentazione sanitaria per disabilità.
Il richiedente e i componenti del nucleo devono inoltre sottoscrivere (se richiesto) il Patto di Attivazione Digitale (PAD) all'interno del SIISL.
Nelle fasi di rinnovo post-luglio 2025, la procedura prevede l'erogazione simultanea della prima mensilità e del contributo straordinario. Il servizio CAF e Patronato, tramite collaborazione con le istituzioni, assiste i richiedenti nella corretta presentazione dei documenti.

Il test di inclusione e i nuovi controlli per accedere al beneficio

A decorrere dal semestre 2025 i percettori di ADI sono tenuti a superare il cosiddetto “test di inclusione”, una verifica supplementare tesa a valutare l'effettiva esigenza del beneficio e l'attitudine all'attivazione sociale/lavorativa. Questo passaggio si articola attraverso:

  • Colloquio individuale presso il centro di inclusione territoriale;
  • Somministrazione di un questionario motivazionale e sugli indicatori di bisogni;
  • Eventuale invio a servizi specialistici per situazioni di particolare esclusione.
Il superamento del test costituisce condizione essenziale per la regolare erogazione dei pagamenti. Sono stati inoltre potenziati i controlli incrociati sui requisiti reddituali, anagrafici e patrimoniali, connessi a un rafforzamento della prevenzione di abusi e frodi. Le famiglie sono invitate a collaborare attivamente, partecipando alle convocazioni e aggiornando tempestivamente ogni dato rilevante.

Le tendenze degli ultimi trimestri testimoniano una sostanziale tenuta delle fasce deboli nel rischio povertà, grazie alla rimodulazione delle politiche di trasferimento monetario. L'ADI, unitamente al Supporto Formazione Lavoro 2025, coinvolge oltre 2,2 milioni di persone, con una forte prevalenza delle regioni del Sud. L'effetto sulle famiglie beneficiarie è evidente, sia in termini di continuità dell'aiuto sia come ponte verso percorsi di autonomia socio-economica.

Nonostante permangano criticità nella velocità delle procedure e nella digitalizzazione, il nuovo modello favorisce un'allocazione più equa delle risorse, una crescita degli importi medi rispetto alla misura precedente e un migliore monitoraggio degli esiti. L'integrazione dei servizi di inclusione e la personalizzazione dei PSP sono dirette risposte a fenomeni di marginalità, rafforzando nel complesso la coesione territoriale e la resilienza del tessuto sociale.

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