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Aumento tetto contante, più tasse su investimenti, Oro Bankitalia: 21 emendamenti rilanciati ancora oggi dal Governo in Manovra

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Sono stati rilanciati ben ventuno emendamenti alla Manovra Finanziaria 2026 da aumento del tetto all'uso del contante alle riserve d'oro di Bankitalia: cosa prevedono

Nell’ultima fase di esame parlamentare, la Manovra finanziaria 2026 è stata nuovamente al centro dell’attenzione con ventuno emendamenti rilanciati, alcuni dei quali in grado di incidere sul tessuto economico e sociale italiano. L’intervento legislativo, sostenuto dal Governo con la volontà di garantire stabilità ai conti pubblici e competitività alle imprese, si sviluppa su più fronti: dalla gestione dei pagamenti in contante all’incentivo degli investimenti, dall’attenzione alle questioni abitative alle misure per il sostegno familiare. 

Aumento del tetto all’uso del contante: dettagli e implicazioni della nuova tassa

Uno degli interventi più discussi riguarda la proposta di innalzare il limite di utilizzo del denaro contante dagli attuali 5.000 euro a 10.000 euro, con decorrenza prevista dal 1° gennaio 2026. Questa modifica, inclusa tra i 21 emendamenti selezionati dal Governo, riflette l’intenzione di rispondere alle richieste di una maggiore flessibilità nei metodi di pagamento, pur introducendo un meccanismo di controllo attraverso una nuova imposta.

L’imposta di bollo fissa a carico degli acquirenti, fissata a 500 euro per ogni transazione in contanti di importo compreso tra 5.001 e 10.000 euro, rappresenta un’evoluzione rispetto alle norme precedenti. Il pagamento dell’imposta avviene tramite il contrassegno sulla fattura, che deve essere consegnata al fornitore del bene o servizio per consentire le verifiche dell’Agenzia delle Entrate.

Il Governo ha strutturato il provvedimento in modo da mantenere un equilibrio tra esigenze di copertura finanziaria e coerenza con gli indirizzi europei per la lotta contro l’illegalità finanziaria:

  • Il nuovo tetto favorisce pagamenti più consistenti in ambiti specifici, come i settori del lusso e delle forniture professionali.
  • L’imposta di bollo a carico dell’acquirente viene applicata a ogni singola transazione, generando un gettito una tantum ma significativo.
  • La tracciabilità è rafforzata dall’obbligo di ricevere e conservare la fattura con il contrassegno.

Le nuove tasse sugli investimenti: dall’aliquota su banche e assicurazioni alle novità su oro e plusvalenze

Il pacchetto di emendamenti più recente prevede interventi significativi sul sistema degli investimenti, in particolare mediante un aumento della pressione fiscale su alcuni comparti strategici:
  • L’aliquota dell’IRAP sulle banche e assicurazioni viene proposta al 4%, quasi raddoppiando l’aumento originariamente previsto. Il gettito derivante da tale incremento sarà destinato a finanziare settori chiave, come sicurezza e servizi pubblici.
  • Per quanto concerne l’oro detenuto da operatori finanziari, la tassazione agevolata sulle plusvalenze punta a favorire l’emersione delle riserve precedentemente non documentate, applicando un’aliquota del 12,5% contro il 26% ordinario. La misura agevola la regolarizzazione delle plusvalenze, secondo quanto richiesto da Fratelli d’Italia per rafforzare la supervisione sulle riserve di proprietà della Banca d’Italia.
  • Gli investimenti generali subiscono un prelievo dello 0,3%, coerente con gli obiettivi di sostenibilità del bilancio e di progressivo riequilibrio della pressione fiscale in base alle fonti di reddito.
Le organizzazioni del settore finanziario hanno espresso preoccupazione per possibili ricadute su famiglie e imprese, specie in termini di accesso al credito. Dal lato governativo, viene sottolineato che la riforma è orientata a reperire risorse straordinarie senza incidere direttamente sui redditi da lavoro, spostando parte del carico sui flussi finanziari e patrimoniali.

FdI rilancia sull’Emendamento sulle riserve d’oro di Bankitalia

Fratelli d’Italia rilancia sull’emendamento sulle riserve d'oro di Bankitalia, ma la Bce dice ancora no. Le modifiche apportate nella nuova formulazione non bastano e non è ancora chiaro quale sia la concreta finalità della proposta.

La prima versione dell'emendamento alla Manovra stabiliva che la proprietà dell'oro della Banca d'Italia era dello Stato. Dopo il primo "no" della Bce, il testo è stato rivisto e, secondo la nuova versione, le riserve d’oro gestite e detenute dalla Banca d'Italia appartengono al Popolo Italiano. Precisiamo che la Banca d'Italia è il quarto detentore di riserve auree al mondo, dopo la Federal Reserve statunitense, la Bundesbank tedesca e il Fondo Monetario Internazionale.

Il percorso degli emendamenti in Parlamento: selezione, approvazione e scenari futuri

L'esame degli emendamenti alla Manovra 2026 appare particolarmente articolato: sono circa 5.500 le proposte presentate, delle quali solo una parte conquisterà un posto nel testo finale. L’iter è scandito da forti selezioni: la cosiddetta “ghigliottina” parlamentare limita drasticamente il numero di misure ammissibili, privilegia quelle con copertura finanziaria sostenibile e un impatto positivo sui conti pubblici.

I prossimi passaggi prevedono:

  • Riformulazioni tecniche e politiche nelle commissioni competenti.
  • Discussione e votazione sulle proposte ritenute prioritarie dalla maggioranza di Governo.
  • Eventuale voto di fiducia in Aula su un maxiemendamento che ingloba le modifiche approvate in corso d’opera.


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