Salta, al momento, in Manovra Finanziaria 2026 il condono delle cartelle esattoriali diventate inesigibili: cosa ci si aspettava
L'attenzione sulle novità fiscali per il 2026 si concentra sulla mancata inclusione, nella Manovra Finanziaria, di un provvedimento che molti osservatori ritenevano imminente: il condono delle cosiddette cartelle inesigibili. Nel quadro di una finanza pubblica in cerca di equilibrio tra rigore nei confronti degli insolventi e attenzione verso i contribuenti in difficoltà, si assiste a un progressivo rinvio delle misure strutturali di alleggerimento del magazzino riscossione. Si era ipotizzato che la prossima manovra finanziaria segnasse l’avvio di una definizione agevolata estesa, ma il testo ufficiale non contempla tali interventi, rimandando le attese a un futuro riordino normativo demandato alla delega fiscale.
Il governo, nell’ambito della nuova strategia fiscale, ha previsto un intervento di pace tributaria, con la definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione. Tuttavia, la vera rottamazione, intesa come stralcio delle cartelle ormai considerate definitivamente inesigibili, non è stata inserita (ad oggi) nell’attuale manovra finanziaria.
Le ipotesi discusse nei mesi precedenti avevano lasciato presagire una soluzione basata su una definizione selettiva, distinguendo tra debiti effettivamente recuperabili e quelli per cui l’azione esattoriale sarebbe antieconomica. Questa prospettiva rimane sullo sfondo, legata all’attuazione della delega fiscale e a una revisione più completa della disciplina.
Sebbene molti operatori del settore e contribuenti pensassero che la vera rottamazione, con annullamento dei debiti ritenuti definitivamente inesigibili, sarebbe stata incorporata nella manovra 2026, il provvedimento viene rinviato a tempi e modalità da definirsi, come previsto dai progetti attuativi della delega fiscale depositata nelle sedi parlamentari.
Essenziale per la comprensione delle prossime politiche di riscossione è identificare le cartelle potenzialmente coinvolte. Le discussioni istituzionali hanno posto particolare attenzione ai carichi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione fra il 2000 e il 2024, con priorità sulle generazioni di debito antecedenti al 2010.
L’emergere della categoria dei crediti inesigibili definisce un’area di intervento ove risulta antieconomico mantenere in vita l’obbligazione: nella maggioranza dei casi i costi di riscossione superano di gran lunga la prevedibile entrata, oppure risulta impossibile reperire il debitore o i suoi beni.
| Tipologia cartella | Periodo | Criterio di inesigibilità |
| Minimi importi | 2000-2024 | Recupero antieconomico |
| Crediti prescritti | Pre-2010 | Prescrizione legale |
| Irrin-tracciabilità debitore | Tutto il periodo | Impossibilità di notifica/esecuzione |
La mancata inclusione di queste misure nella manovra 2026 impone un’attenzione agli sviluppi legati all’attuazione della delega fiscale.
Nel contesto delle possibili definizioni agevolate è centrale la rateizzazione, calibrata per assicurare la doppia esigenza di sostenibilità per il debitore e recupero certo per lo Stato. Le ipotesi operative prevedono la possibilità di diluire i pagamenti su un arco massimo di 96 mesi (8 anni), con alcune differenziazioni in base all’entità del debito: debiti maggiori consentono una durata ampliata, mentre per le esposizioni minime la periodicità viene accorciata, così da evitare che il costo amministrativo superi l’incasso effettivo.