Per gli automobilisti, le modifiche introdotte hanno comportato un incremento delle sanzioni per eccesso di velocità, con aumenti che variano dal 6% al 17%.
Con l'entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, sono state introdotte modifiche riguardanti l'utilizzo degli autovelox in Italia. A distanza di un mese e mezzo vogliamo analizzare gli effetti di queste novità sulla gestione del traffico e sulle sanzioni per eccesso di velocità.
Per gli automobilisti, le modifiche introdotte hanno comportato un incremento delle sanzioni per eccesso di velocità, con aumenti che variano dal 6% al 17% a seconda della gravità dell'infrazione.
Da un lato, l’inasprimento delle sanzioni e la maggiore rigidità nei controlli hanno spinto molti conducenti a prestare maggiore attenzione ai limiti di velocità e ridotto così il numero di violazioni registrate su alcune tratte.
L'introduzione di nuove regole e la circolare del Ministero dell’Interno, che esaminiamo nel paragrafo successivo, hanno anche generato un aumento dei ricorsi contro le multe per eccesso di velocità, in particolare nei casi in cui gli automobilisti ritengono che i dispositivi utilizzati non siano stati adeguatamente certificati secondo le nuove disposizioni.
Per fornire indicazioni operative alle autorità locali, il Ministero dell'Interno ha emanato una circolare indirizzata alle Prefetture. In questo documento si sottolinea la sostanziale omogeneità tra le procedure di omologazione e approvazione degli autovelox e si ribadisce la validità delle sanzioni elevate tramite dispositivi approvati. La circolare invita le amministrazioni locali a presentare in giudizio la documentazione attestante l'approvazione degli strumenti utilizzati, al fine di contrastare eventuali ricorsi.
Nonostante le direttive ministeriali, molti Comuni hanno manifestato incertezza riguardo all'applicazione delle nuove norme. Alcune amministrazioni locali hanno sospeso l'utilizzo degli autovelox in attesa di chiarimenti, temendo che le sanzioni possano essere annullate in sede di ricorso. In contemporanea alcune associazioni di categoria hanno criticato la circolare del Ministero in quanto non risolverebbe le ambiguità normative e potrebbe generare confusione.
Il problema si è aggravato per i comuni con bilanci limitati, che non dispongono delle risorse necessarie per acquistare dispositivi più moderni o per gestire l’iter burocratico richiesto per la regolarizzazione di quelli esistenti. L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ha chiesto al Governo di fornire linee guida più dettagliate e, se possibile, fondi straordinari per facilitare l’adeguamento, evitando che i piccoli centri restino privi di strumenti efficaci per il controllo della velocità.