Alla base della ondata di comunicazioni erronee c' un sistema di scambio dati che, pur concepito per rafforzare la lotta all'evasione, ha mostrato diversi limiti operativi
Migliaia di contribuenti italiani hanno ricevuto lettere di compliance da parte dell'Agenzia delle entrate. Comunicazioni che avrebbero dovuto essere inviti alla verifica spontanea di presunte anomalie fiscali si sono invece trasformate, in diversi casi, in vere e proprie fonti di panico per cittadini e imprese. Il motivo? Una mole di segnalazioni si è rivelata inesatta o infondata, frutto di errori tecnici nella trasmissione dei dati, in particolare quelli legati ai pagamenti elettronici. Capiamo allora:
Il risultato? Confronti fuorvianti e lettere di anomalia inviate a contribuenti che avevano invece operato con assoluta correttezza. In alcuni casi, le differenze tra i pagamenti elettronici registrati e i corrispettivi dichiarati erano solo apparenti, dovute a problematiche tecniche temporanee o a ritardi nei flussi di trasmissione.
Il primo passo dopo la ricezione di una lettera dall'Agenzia delle entrate è verificare tutti i dati riportati nella comunicazione ricevuta. Ogni anomalia indicata va confrontata con le proprie registrazioni contabili, le fatture elettroniche emesse, i corrispettivi telematici e i pagamenti ricevuti. Spesso si scopre che le irregolarità segnalate non esistono o sono frutto di letture parziali.
È utile accedere al proprio cassetto fiscale online, per consultare la comunicazione in formato digitale e, in alcuni casi, individuare eventuali discrepanze tra quanto inviato dai sistemi finanziari e le dichiarazioni personali. In presenza di dubbi o evidenti errori, il contribuente può utilizzare il portale Civis, un servizio dell'Agenzia delle entrate che consente di inviare documentazione e chiedere spiegazioni senza recarsi fisicamente negli uffici.
Un altro canale è il contatto telefonico: attraverso i numeri messi a disposizione dall'Agenzia delle entrate, è possibile parlare con operatori e ricevere indicazioni puntuali su come procedere. E se le giustificazioni fornite non bastano, è sempre possibile presentare ricorso o chiedere assistenza a un commercialista o a un consulente fiscale.
Nel caso in cui venga dimostrato che la comunicazione ricevuta è errata, l'Agenzia delle entrate procede generalmente con l'annullamento della lettera e l'archiviazione del caso. Ma non sempre avviene in modo automatico o immediato. Spetta al contribuente documentare la propria posizione e, se necessario, eserciti i propri diritti attraverso gli strumenti messi a disposizione dall'ordinamento, come il ravvedimento operoso in caso di errori materiali, oppure il ricorso alle commissioni tributarie se si ritiene di essere stati danneggiati da un comportamento scorretto dell'amministrazione finanziaria.