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Bonifico tra parenti, quando reddito non tassabile per sentenza Cassazione 11633 2021 e ordinanza 397/2019

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono i casi in cui secondo la Cassazione il bonifico tra parenti non deve essere considerato un reddito tassabile: i chiarimenti

Quando un bonifico tra parenti non è considerato reddito tassabile? Quando si effettuano bonifici tra parenti e versamenti su conti correnti, è possibile che il fisco, avendo a disposizione diverse e capillari modalità di controllo, possa considerarli ricavi o redditi non dichiarati, a meno che il contribuente non dimostri l’estraneità a fatti imponibili.

Per evitare dubbi e problemi, i giudici della Corte di Cassazione si sono espressi per chiarire quando effettivamente un bonifico tra parenti non risulta reddito tassabile.

  • Cosa prevede la sentenza della Cassazione 11633 2021 
  • La sentenza conferma la precedente ordinanza 397/2019


Cosa prevede la sentenza della Cassazione 11633 2021

Ci sono dei casi in cui, per legge, il trasferimento di denaro tra parenti si inserisce in un contesto solidaristico o affettivo e non assume alcuna rilevanza reddituale. Si tratta, per esempio, del caso in cui un nonno offre un aiuto economico ad un nipote per l’avvio di un’attività.

In tali situazioni, se si dimostra con tutti i documenti necessari la tracciabilità e la coerenza del trasferimento, allora la presunzione di un reddito tassabile viene superata.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n.11633 del 3 maggio 2021, ha, infatti, affermato che non basta ricevere un bonifico tra parenti per presumere l’esistenza di un reddito imponibile, per cui in tal caso non è applicabile alcuna tassazione.

Spetta all’Amministrazione finanziaria fornire tutti i comprovati elementi che dimostrino la natura reddituale del bonifico. In assenza di questi, i soldi ricevuti tramite un bonifico tra parenti non sono mai tassabili.
 

La sentenza conferma la precedente ordinanza 397/2019

La sentenza della Cassazione 11633 201 riprende e conferma sostanzialmente quanto già deciso dall’ordinanza n. 397/2019: i giudici avevano, infatti, già spiegato che un versamento effettuato da un parente non si può considerare reddito se il contribuente è in grado di fornire una prova tracciabile e documentale dell’origine delle somme. 

Ciò significa, quindi, che se, per esempio, un nipote riceve una donazione da un parente deve sempre poter dimostrare l’origine dei fondi, per fini probatori, nel caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. 

E proprio a tal fine è sempre consigliabile effettuare il trasferimento di soldi non solo con bonifici ma riportando la relativa causale, come ‘regalia’, o ‘regalo’, o ‘donazione’, ecc.

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