Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Buoni Pasto da 10 euro approvati, ma subito una richiesta di modifica delle commissioni

di Marcello Tansini pubblicato il
Buoni Pasto 10 euro approvati

Via libera all'aumento del valore dei buoni pasto elettronici da 8 a 10 euro nella prossima Manovra Finanziaria 2026 ma ci sono già nuove richieste di intervento

L’innalzamento a 10 euro della soglia esentasse per i buoni pasto elettronici rappresenta una delle modifiche più rilevanti introdotte dalla Manovra 2026. Questa misura, che interessa milioni di lavoratrici e lavoratori dipendenti, risponde alle esigenze di adattamento dell’assetto fiscale alle nuove dinamiche economiche, caratterizzate da inflazione e aumento del costo della vita. 

Come funziona il nuovo tetto dei buoni pasto elettronici: cosa cambia per lavoratori e imprese

Dal primo gennaio 2026, il valore massimo giornaliero non soggetto a tassazione Irpef per i buoni pasto elettronici passa da 8 a 10 euro. Questo aggiornamento si applica sia ai lavoratori impiegati nel settore privato che in quello pubblico, per un totale di circa 3,5 milioni di beneficiari in Italia. In termini pratici, i buoni pasto mantenuti nei limiti fissati dalla norma non concorrono alla formazione del reddito imponibile e sono esenti da contributi previdenziali e assistenziali. Le implicazioni della modifica sono le seguenti:

  • Incremento del beneficio netto: Il vantaggio economico annuo, considerando una media di circa 220 giornate lavorative, può raggiungere fino a 2.200 euro, con un incremento di 440 euro rispetto al precedente regime.
  • Maggiore attrattività per le imprese: Le aziende possono ora offrire un benefit più rilevante senza aggravio di costi fiscali o contributivi, utilizzando i buoni pasto elettronici come leva di welfare competitivo.
  • Effetti gestionali e fiscali: L’adozione generalizzata del formato elettronico garantisce un controllo più efficiente sia sulle procedure interne delle imprese sia sulle verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Per ottenere tali benefit, è necessario che le aziende distribuiscano i buoni alla generalità dei dipendenti o a categorie omogenee, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. Il valore eccedente la nuova soglia di 10 euro verrà, invece, tassato come normale reddito da lavoro.

Differenze tra buoni pasto elettronici e cartacei: esenzioni fiscali, destinatari e limiti normativi

Il nuovo quadro normativo accentua le differenze tra le due tipologie di strumenti:

  • Buoni elettronici: Soglia esenzione Irpef a 10 euro; elevata tracciabilità delle transazioni; gestione semplificata per aziende e fornitori; maggiore diffusione nelle realtà strutturate e digitalizzate.
  • Buoni cartacei: Soglia ferma a 4 euro; minore controllo delle operazioni; distribuiti spesso in settori con bassa digitalizzazione, piccole imprese o lavoratori in mobilità; valide ancora per una platea significativa di beneficiari che non possono accedere facilmente alle soluzioni elettroniche.
La scelta del legislatore di alzare solo la soglia degli strumenti digitali è motivata dal maggior livello di sicurezza e trasparenza che essi garantiscono, nonché da considerazioni di riduzione dei rischi di abusi o utilizzi impropri.
Tipo di buono Soglia esenzione 2026
Elettronico 10 euro
Cartaceo 4 euro

Impatto economico della riforma: benefici per lavoratori, aziende e stime sui consumi

Secondo analisi elaborate da istituti indipendenti e associazioni di categoria, l’innalzamento della soglia esentasse per gli strumenti elettronici genera effetti positivi di ampia portata e diverse conseguenze per dipendenti e aziende:

  • Incremento del potere d’acquisto: I dipendenti che utilizzano questi strumenti come componente della retribuzione accessoria vedranno crescere il valore reale del benefit aziendale.
  • Effetto diretto sui consumi: Le stime evidenziano una crescita aggiuntiva dei consumi tra 1,7 e 1,9 miliardi di euro annui per l’intero Paese, con una spinta significativa su bar, ristoranti, supermarket e esercenti convenzionati.
  • Aumento del gettito IVA: Con il maggiore utilizzo dei buoni digitali, il beneficio per le casse pubbliche si traduce in un extragettito IVA tra i 170 e i 200 milioni di euro, con saldo netto positivo per lo Stato stimato attorno ai 100-110 milioni.

Commissioni sui buoni pasto: richieste di riduzione, nuova normativa e posizione di Federdistribuzione

La questione delle commissioni applicate agli esercenti che accettano i buoni pasto, in particolare nel segmento elettronico, è oggetto di attenzione nella nuova disciplina:
  • Tetto massimo alle commissioni: Introdotto un limite del 5% del valore del buono, in risposta alle pressioni di associazioni come Federdistribuzione e Confcommercio, che evidenziano il rischio di margini erosi per bar, ristoranti e negozi di prossimità.
  • Richiesta di ulteriore riduzione: Nonostante il tetto, Federdistribuzione continua a sollecitare il taglio delle commissioni per sostenere la redditività delle attività commerciali convenzionate e favorire la piena accettazione dei buoni come mezzo di pagamento.
  • Nuova normativa: Il quadro di riferimento, disciplinato dalla legge annuale per la concorrenza, punta a garantire equità tra operatori e trasparenza nei rapporti tra società emettitrici, imprese e punti vendita.
A fronte delle richieste avanzate dalle parti sociali, si discute la possibilità di ulteriori interventi per migliorare la sostenibilità del sistema senza penalizzare i fruitori finali.

 

Leggi anche