L’innalzamento a 10 euro della soglia esentasse per i buoni pasto elettronici rappresenta una delle modifiche più rilevanti introdotte dalla Manovra 2026. Questa misura, che interessa milioni di lavoratrici e lavoratori dipendenti, risponde alle esigenze di adattamento dell’assetto fiscale alle nuove dinamiche economiche, caratterizzate da inflazione e aumento del costo della vita.
Come funziona il nuovo tetto dei buoni pasto elettronici: cosa cambia per lavoratori e imprese
Dal primo gennaio 2026, il valore massimo giornaliero non soggetto a tassazione Irpef per i buoni pasto elettronici passa da 8 a 10 euro. Questo aggiornamento si applica sia ai lavoratori impiegati nel settore privato che in quello pubblico, per un totale di circa 3,5 milioni di beneficiari in Italia. In termini pratici, i buoni pasto mantenuti nei limiti fissati dalla norma non concorrono alla formazione del reddito imponibile e sono esenti da contributi previdenziali e assistenziali. Le implicazioni della modifica sono le seguenti:
- Incremento del beneficio netto: Il vantaggio economico annuo, considerando una media di circa 220 giornate lavorative, può raggiungere fino a 2.200 euro, con un incremento di 440 euro rispetto al precedente regime.
- Maggiore attrattività per le imprese: Le aziende possono ora offrire un benefit più rilevante senza aggravio di costi fiscali o contributivi, utilizzando i buoni pasto elettronici come leva di welfare competitivo.
- Effetti gestionali e fiscali: L’adozione generalizzata del formato elettronico garantisce un controllo più efficiente sia sulle procedure interne delle imprese sia sulle verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Per ottenere tali benefit, è necessario che le aziende distribuiscano i buoni alla generalità dei dipendenti o a categorie omogenee, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. Il valore eccedente la nuova soglia di 10 euro verrà, invece, tassato come normale reddito da lavoro.
Differenze tra buoni pasto elettronici e cartacei: esenzioni fiscali, destinatari e limiti normativi
Il nuovo quadro normativo accentua le differenze tra le due tipologie di strumenti:
- Buoni elettronici: Soglia esenzione Irpef a 10 euro; elevata tracciabilità delle transazioni; gestione semplificata per aziende e fornitori; maggiore diffusione nelle realtà strutturate e digitalizzate.
- Buoni cartacei: Soglia ferma a 4 euro; minore controllo delle operazioni; distribuiti spesso in settori con bassa digitalizzazione, piccole imprese o lavoratori in mobilità; valide ancora per una platea significativa di beneficiari che non possono accedere facilmente alle soluzioni elettroniche.
La scelta del legislatore di alzare solo la soglia degli strumenti digitali è motivata dal maggior livello di sicurezza e trasparenza che essi garantiscono, nonché da considerazioni di riduzione dei rischi di abusi o utilizzi impropri.
Tipo di buono |
Soglia esenzione 2026 |
Elettronico |
10 euro |
Cartaceo |
4 euro |
Impatto economico della riforma: benefici per lavoratori, aziende e stime sui consumi
Secondo analisi elaborate da istituti indipendenti e associazioni di categoria, l’innalzamento della soglia esentasse per gli strumenti elettronici genera effetti positivi di ampia portata e diverse conseguenze per dipendenti e aziende:
- Incremento del potere d’acquisto: I dipendenti che utilizzano questi strumenti come componente della retribuzione accessoria vedranno crescere il valore reale del benefit aziendale.
- Effetto diretto sui consumi: Le stime evidenziano una crescita aggiuntiva dei consumi tra 1,7 e 1,9 miliardi di euro annui per l’intero Paese, con una spinta significativa su bar, ristoranti, supermarket e esercenti convenzionati.
- Aumento del gettito IVA: Con il maggiore utilizzo dei buoni digitali, il beneficio per le casse pubbliche si traduce in un extragettito IVA tra i 170 e i 200 milioni di euro, con saldo netto positivo per lo Stato stimato attorno ai 100-110 milioni.
Commissioni sui buoni pasto: richieste di riduzione, nuova normativa e posizione di Federdistribuzione
La questione delle
commissioni applicate agli esercenti che accettano i buoni pasto, in particolare nel segmento elettronico, è oggetto di attenzione nella nuova disciplina:
- Tetto massimo alle commissioni: Introdotto un limite del 5% del valore del buono, in risposta alle pressioni di associazioni come Federdistribuzione e Confcommercio, che evidenziano il rischio di margini erosi per bar, ristoranti e negozi di prossimità.
- Richiesta di ulteriore riduzione: Nonostante il tetto, Federdistribuzione continua a sollecitare il taglio delle commissioni per sostenere la redditività delle attività commerciali convenzionate e favorire la piena accettazione dei buoni come mezzo di pagamento.
- Nuova normativa: Il quadro di riferimento, disciplinato dalla legge annuale per la concorrenza, punta a garantire equità tra operatori e trasparenza nei rapporti tra società emettitrici, imprese e punti vendita.
A fronte delle richieste avanzate dalle parti sociali, si discute la possibilità di ulteriori interventi per migliorare la sostenibilità del sistema senza penalizzare i fruitori finali.
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