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Buoni pasto 2026, da 8 a 10 euro aumenta la soglia esentasse ma solo per gli elettronici. Le nuove regole ufficiali

di Marcello Tansini pubblicato il
Le nuove regole ufficiali

Nel 2026 il valore esentasse dei buoni pasto elettronici salirà da 8 a 10 euro, premiando la digitalizzazione ma generando nuove disparità rispetto ai cartacei. Effetti su lavoratori.

L'aggiornamento normativo programmato per il 2026 introduce una soglia esentasse più alta per i ticket digitali, modificando il quadro dei benefit aziendali in Italia. Secondo la nuova disciplina in bozza, il valore massimo detassato per i buoni emessi su supporto elettronico passa da 8 a 10 euro al giorno. Questa revisione intende tutelare il potere d'acquisto dei dipendenti in risposta all'inflazione, offrendo un vantaggio diretto in busta paga e potenziando il welfare aziendale.

Non si tratta solo di un mero aggiustamento fiscale: la misura segnala una marcata preferenza per i sistemi digitali, favorendo la tracciabilità delle operazioni e promuovendo una gestione più efficiente nei rapporti tra lavoratori, imprese e amministrazione pubblica.

Come funzionano oggi i buoni pasto: differenze tra elettronici e cartacei

Oggi il sistema dei buoni pasto distingue nettamente tra formato elettronico e cartaceo, coinvolgendo circa 3,5 milioni di lavoratori in Italia - la maggior parte in ambito privato, ma anche nella pubblica amministrazione. Il buono pasto, regolamentato dall'art. 51, comma 2, lett. c), del TUIR, è riconosciuto come servizio sostitutivo di mensa e può essere fruito in diverse modalità:

  • Elettronici: supporti magnetici, carte o app dedicate, spendibili presso esercizi convenzionati;
  • Cartacei: voucher tradizionali stampati con codice identificativo.
La principale differenza riguarda la soglia esentasse: 8 euro giornalieri per gli elettronici, 4 euro per i cartacei. Superato questo importo, la quota eccedente viene tassata come reddito da lavoro. I ticket elettronici consentono maggiore controllo e limitano gli utilizzi impropri tramite procedure digitali sicure, mentre i cartacei, seppur ancora diffusi nei settori dove la digitalizzazione procede più lentamente, risultano meno efficienti sotto il profilo dei controlli e più soggetti a smarrimento o uso indebito.

L'aumento della soglia esentasse: cosa cambia dal 2026 per i ticket elettronici

A partire dal prossimo anno, il tetto di esenzione fiscale applicato ai ticket digitali passerà da 8 a 10 euro al giorno. La modifica normativa, inserita nella Legge di Bilancio 2026, non avrà ripercussioni sui buoni cartacei che resteranno fermi al limite di 4 euro. L'obiettivo è adeguare il valore dei benefit alle dinamiche inflattive e al costo della pausa pranzo per milioni di lavoratori.

Il nuovo quadro prevede quanto segue:

  • Per importi fino a 10 euro sui ticket digitali, nessuna tassazione ai fini IRPEF e nessun contributo previdenziale;
  • La spesa sostenuta dalle imprese resta completamente deducibile dal reddito d'impresa;
  • Il sistema diviene più attraente per le aziende che desiderano premiare i propri dipendenti senza aumentare il cuneo fiscale.
In termini concreti, utilizzando il massimo esentasse su 220 giornate lavorative si ottiene un benefit netto annuo di circa 2.200 euro, contro i 1.760 euro del vecchio limite, generando un incremento fino a 440 euro in più per ciascun dipendente. Il vantaggio per i datori di lavoro si traduce nella possibilità di riconoscere ai propri collaboratori un benefit più elevato, riducendo al minimo l'impatto fiscale e contributivo per l'impresa.

Si prevede inoltre che la platea dei beneficiari rimarrà sostanzialmente invariata, con 2,8 milioni di lavoratori nel privato e circa 700.000 nel pubblico. Il vantaggio annuo stimato per ogni lavoratore, calcolato sul nuovo limite, potrà raggiungere i 440 euro:

Tipologia buono

Soglia esente (2025)

Soglia esente (dal 2026)

Elettronico

8€/giorno

10€/giorno

Cartaceo

4€/giorno

4€/giorno

Effetti economici della misura: vantaggi per lavoratori, aziende e Stato

L'innalzamento della soglia esente per i supporti digitali avrà ricadute positive su più fronti, generando effetti a catena su potere d'acquisto, consumi e gettito fiscale:

  • Lavoratori: incremento diretto del reddito disponibile, stimato in media a 440 euro netti annui per chi riceve il benefit al valore massimo. Questo beneficio si traduce in una mensilità aggiuntiva, incidendo soprattutto sulle famiglie del ceto medio e favorendo il sostegno alle spese quotidiane.
  • Imprese: l'aumento del plafond esentasse consente di incentivare e fidelizzare i dipendenti mediante una leva non monetaria, migliorando la produttività senza un aggravio di imposte o contributi. Inoltre, la deducibilità integrale del costo del benefit rafforza la convenienza nell'utilizzo di questi strumenti.
  • Erario: nonostante un minor gettito IRPEF, lo Stato beneficia di maggiori consumi - stimati tra 1,7 e 1,9 miliardi - e conseguente aumento del gettito IVA (170-200 milioni), per un saldo annuo positivo previsto tra 95 e 110 milioni. L'effetto moltiplicatore sul sistema economico appare quindi rilevante sia per la domanda interna sia per l'occupazione generata (il settore impiega circa 220.000 addetti, tra diretti e indiretti).
Lo studio di The European House - Ambrosetti, in collaborazione con Edenred, sottolinea inoltre come tale misura consolidi lo welfare aziendale quale valido strumento di sostegno e di stimolo al benessere sociale, riducendo il divario tra benefit percepiti e reale costo della vita.

La penalizzazione dei buoni pasto cartacei: rischi di disparità e transizione digitale

La mancata equiparazione della soglia esente tra cartacei e digitali e chi ne ha diritto alimenta il rischio di disparità tra lavoratori. I ticket tradizionali, infatti, rimarranno fermi a 4 euro giornalieri anche dal 2026, escludendo i beneficiari da qualsiasi aumento.

Questa distinzione accentua le differenze tra i settori più digitalizzati e quelli dove la transizione procede a rilento (logistica, distribuzione, piccole aziende), creando una doppia velocità nell'accesso ai benefit. Le rappresentanze sindacali hanno espresso preoccupazione per la possibilità che una fetta di dipendenti resti tagliata fuori dai vantaggi previsti dal nuovo sistema, soprattutto nei territori meno informatizzati.

Senza incentivi mirati o piani di supporto alla digitalizzazione, la crescita dei ticket elettronici rischia di lasciare indietro molti lavoratori, con ricadute su equità e motivazione nel contesto aziendale.

Nuove regole per commissioni e digitalizzazione: impatti su esercenti e accettazione

Dal settembre 2025 entra in vigore una riforma che prevede il tetto massimo del 5% alle commissioni applicate agli esercenti che accettano i buoni pasto. In precedenza, le commissioni praticate dalle società emettitrici raggiungevano anche il 20%, generando criticità per bar, ristoranti e supermercati coinvolti nel circuito.

La nuova disciplina regolamenta:

  • Riduzione delle commissioni sostenute dagli esercenti, facilitando l'inclusione di nuove attività commerciali nel sistema dei ticket;
  • Potenziale incremento della disponibilità di punti accettazione, grazie a una maggiore sostenibilità economica per i negozianti;
  • Agevolazione della transizione verso sistemi digitali più sicuri e tracciabili, in linea con gli obiettivi di trasparenza e lotta all'evasione fiscale.
Tali modifiche sono affiancate da un quadro di regole più stringenti sulla digitalizzazione, volto a migliorare la gestione dei flussi e la sicurezza delle transazioni all'interno dell'ecosistema dei benefit.
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