Quali sono i chiarimenti forniti dall’Aran sul riconoscimento dei buoni pasto ai dipendenti statali che ne hanno diritto
Quali sono i chiarimenti forniti dall’Aran sul riconoscimento dei buoni pasto agli statali? Il nuovo contratto per i dipendenti pubblici delle Funzioni Centrali ha esteso la possibilità di beneficiare dei buoni pasto anche ai dipendenti che prestano lavoro in smart working per lo stesso tempo richiesto per la prestazione in presenza.
L’Aran, l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, ha fornito spiegazioni sulle modalità di erogazione dei buoni pasto ai lavoratori agili. Vediamo cosa riportano nel dettaglio.
Il requisito che dà, dunque, diritto ad ottenere il buono pasto in smart working è il tempo della prestazione lavorativa che deve risultare pari a quella che si sarebbe svolta in presenza.
La norma chiarisce, infatti, che se le ore di lavoro convenzionali della giornata di lavoro in smart working sono pari alle ore di lavoro ordinarie che il dipendente avrebbe svolto nella stessa giornata in presenza, allora si può ottenere il beneficio.
Il principio della norma è quello dell’equiparazione per evitare qualsiasi forma di discriminazione tra chi lavora in presenza e chi opera in smart working.
Se, infatti, un lavoratore ha generalmente diritto al buono pasto per una giornata lavorativa in ufficio, lo stesso diritto deve essere riconosciuto anche quando la prestazione viene effettuata da remoto.
Per le modalità per avere i buoni pasto per i dipendenti pubblici in smart working, l’Agenzia ha spiegato anche cosa accade in caso di eventuali permessi orari fruiti nel corso della giornata in lavoro agile.
E’ stato chiarito che, se un lavoratore in smart working usufruisce di permessi durante la giornata, il monte ore teorico si riduce, teoricamente, per cui, se il tempo lavorato, al netto dei permessi, risulta inferiore alla soglia minima prevista per l’erogazione del buono pasto, quest’ultimo non viene riconosciuto.