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Carta docenti 2025: c'è chi non potrà neppure utilizzarla per il ritardo del rilascio. Oltre il danno, la beffa

di Marianna Quatraro pubblicato il
Carta docenti 2025 chi non potra neppure

A causa del ritardo nel rilascio della Carta Docenti 2025, non è possibile usarla per il blocco della piattaforma. Solo chi ha avuto i residui dello scorso anno scolastico 2024-2025 può effettuare acquisti fino al 31 agosto 2026

Il panorama scolastico italiano si trova oggi a fare i conti con un pesante rallentamento legato alla Carta Docenti 2025/2026. Mentre nei precedenti anni il bonus era disponibile già all’avvio dell’anno scolastico, per l’attuale edizione la piattaforma è rimasta bloccata ben oltre le previsioni ufficiali. Questo stop, dovuto principalmente all’ampliamento della platea dei beneficiari, ha costretto la maggior parte degli insegnanti a rinunciare, almeno temporaneamente, all’accesso ai fondi per la propria formazione.

Molti docenti, sia di ruolo sia precari, segnalano una situazione di grande incertezza: da settembre il bonus non è utilizzabile, mentre solo chi dispone di residui degli anni precedenti (ossia delle somme non spese relative alla scorsa annualità) può accedere adesso al proprio credito. Per tutti gli altri, bisognerà attenderne la riapertura, verosimilmente nel 2026, per spendere gli importi assegnati per l’anno scolastico in corso.

Cos’è la Carta Docenti e a cosa serve: beneficiari, importo e finalità

La Carta Docenti nasce come misura a sostegno della formazione professionale e dell’aggiornamento degli insegnanti e prevede il riconoscimento economico di un bonus annuale, fissato a 500 euro per ciascun docente statale di ruolo. Negli anni, lo strumento si è affermato come vero e proprio “borsellino elettronico”, spendibile in servizi e beni connessi all’attività didattica e alla crescita culturale personale.

I soggetti che ne beneficiano sono principalmente:

  • Docenti di ruolo a tempo indeterminato in scuole statali di ogni ordine e grado
  • Dai recenti aggiornamenti, anche docenti con incarico annuale fino al 30 giugno o al 31 agosto (fatte salve le disposizioni attuative)
  • Personale educativo riconosciuto dalle ultime disposizioni
Il bonus permette l’acquisto di libri, corsi, software e persino biglietti per manifestazioni culturali e museali.

Il blocco della piattaforma: cause, novità e cosa cambia nel 2025/26

Il 2025-2026 è caratterizzato da criticità senza precedenti nell’erogazione del bonus. Tradizionalmente, la piattaforma digitale dedicata permetteva già dall’inizio dell’autunno l’accesso ai fondi destinati a ciascun docente. Quest’anno, invece, la situazione si è complicata: la piattaforma è attualmente bloccata per la quasi totalità degli utenti, con la sola eccezione di chi può ancora utilizzare crediti residui di anni precedenti.

Le cause principali vanno ricercate in:

  • Ritardi amministrativi nell’approvazione della Manovra Finanziaria 2025 e nella ripartizione delle risorse
  • Aggiornamenti tecnici e informatici necessari a gestire l’ampliamento dei beneficiari: circa 190.000 nuovi docenti, inclusi molti precari
  • Contenziosi tra il Ministero e i provider della piattaforma digitale
  • Nuove norme europee e nazionali che hanno richiesto l’adeguamento dei criteri di assegnazione e dei meccanismi operativi
Il Decreto Scuola n. 127/2025, approvato a ottobre, introduce importanti cambiamenti: da una parte, si estendono i destinatari ma, dall’altra, si impone una revisione delle modalità di distribuzione e un ricalcolo degli importi che, per la prima volta da anni, potrebbero risultare ridotti rispetto ai 500 euro storicamente riconosciuti.

Inoltre, secondo le più recenti comunicazioni istituzionali, la piattaforma resterà sospesa fino alla pubblicazione puntuale del nuovo decreto attuativo, attesa per i primi mesi del 2026. Fino a quella data, nessun nuovo credito potrà essere speso, mentre chi dispone di residui 2024-2025 ha tempo fino al 31 agosto 2026 per finalizzare i propri acquisti, salvo nuove comunicazioni ministeriali.

Le conseguenze del ritardo sulla formazione e sul lavoro degli insegnanti

Il ritardo nella riattivazione della Carta Docenti sta generando una serie di effetti negativi, sia dal punto di vista professionale che operativo. Non potendo usufruire tempestivamente dei fondi, una vasta platea di insegnanti si trova impossibilitata a:

  • Acquistare libri, strumenti didattici o materiali aggiornati
  • Iscriversi a corsi o percorsi di formazione già pianificati
  • Partecipare a seminari, master, convegni e workshop fondamentali per la crescita professionale
Molti docenti segnalano la necessità di anticipare spese di tasca propria, affidandosi poi all’auspicio di vedersi rimborsare – se e quando il bonus verrà reso effettivamente disponibile. 

Gli acquisti consentiti con la Carta Docenti: cosa si può comprare e regole aggiornate

Il bonus messo a disposizione dalla Carta Docenti può essere utilizzato esclusivamente per spese inerenti all’attività professionale e alla formazione degli insegnanti. 

Gli acquisti autorizzati comprendono:

  • Libri, riviste e pubblicazioni cartacee o digitali
  • Corsi di aggiornamento, formazione, master e iscrizioni universitarie riconosciute
  • Hardware e software didattici (computer, tablet, licenze software), nei limiti previsti dalla nuova normativa – una volta ogni quattro anni per dispositivi tecnologici
  • Biglietti per eventi culturali, musei, mostre e spettacoli in linea con le finalità di aggiornamento professionale
  • Servizi di trasporto di persone, novità introdotta nell’ultima riforma normativa
Resta esclusa la possibilità di acquistare smartphone, cartucce, stampanti e qualsiasi prodotto che non abbia una diretta correlazione con la crescita professionale o didattica. Inoltre, tutti gli acquisti devono essere effettuati presso esercenti registrati sulla piattaforma ufficiale e prevedono la generazione di buoni digitali da presentare al momento del pagamento.

I docenti devono prestare particolare attenzione alle scadenze: ogni buono generato dovrà essere rendicontato (cioè documentato con fattura) entro 90 giorni dalla data di validazione, pena la perdita del diritto al rimborso.

 



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