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Chi e cosa fa il consulente delle bollette energetiche: come lo si diventa e quanto si guadagna a fare lo utility manager

di Marcello Tansini pubblicato il
Consulente delle bollette energetiche

Il consulente delle bollette energetiche, oggi anche utility manager, si occupa di gestire e ottimizzare i consumi. Chi è, quali competenze richiede, come si diventa e quanto si guadagna.

Negli ultimi anni, il mercato energetico italiano si è arricchito di una nuova figura sempre più richiesta: quella dell'utility manager, spesso identificata anche come consulente specializzato nella gestione delle bollette energetiche. Questo professionista rappresenta un alleato prezioso sia per privati sia per aziende, offrendo competenze nell'analisi delle spese energetiche, nella supervisione delle forniture di luce e gas e nell'individuazione delle migliori strategie di risparmio.

L'emergere di questa professione risponde alla crescente complessità normativa e tariffaria del settore, nonché alla necessità di trasparenza, protezione dei consumatori e ottimizzazione dei costi, in linea con i principi di affidabilità e autorevolezza previsti dalle recenti riforme.

Chi è l'utility manager: differenze tra consulente bollette, broker e altri professionisti dell'energia

L'utility manager si configura come referente esperto nella gestione di tutte le utenze energetiche (elettricità, gas, talvolta anche acqua o telecomunicazioni), distinguendosi da altre figure come il broker energetico o il consulente genericamente inteso. Il suo compito principale va oltre il mero confronto delle offerte: agisce come interprete delle esigenze specifiche dell'utente, analizza i flussi di consumo, monitora anomalie nei contratti e si occupa di gestione ordinaria e straordinaria delle forniture.

Rispetto al broker, che si focalizza principalmente sulla negoziazione delle migliori tariffe sul mercato per conto dell'utente, il consulente delle bollette energetiche assume una funzione di supporto continuativo e mira a costruire un rapporto di fiducia con il cliente. Le aziende di maggiori dimensioni spesso si affidano anche a esperti in gestione dell'energia (EGE), i quali sono regolati dalla norma UNI CEI 11339 e vantano competenze tecniche altamente specialistiche, tra cui diagnosi energetiche e sviluppo di piani complessi:

  • Utility manager: gestione quotidiana delle utenze, interpretazione bollette, consulenza personalizzata e assistenza su tutto l'iter contrattuale.
  • Broker energetico: ottimizzazione delle condizioni economiche di contratti grazie a operazioni di scouting e negoziazione con i fornitori.
  • Consulente energetico: generalmente focalizzato su strategie di efficienza energetica e soluzioni per le aziende.
  • EGE: consulenza tecnica e sviluppo di progetti di efficienza energetica per grandi organizzazioni.
Nel contesto italiano, la figura dell'utility manager sta emergendo come specialistica, grazie anche a recenti disposizioni legislative che ne definiscono ruolo, limiti e obblighi, garantendo trasparenza, tutela dei consumatori e aggiornamento costante.

Le competenze e i requisiti richiesti: certificazioni, formazione e normative di riferimento

Per accedere alla professione occorrono non solo capacità di analisi e conoscenza del settore, ma anche requisiti codificati da standard nazionali. La normativa di riferimento per chi intende assumere questo ruolo è la UNI 11782:2020, che stabilisce le competenze necessarie e identifica i parametri di qualificazione professionale. I principali requisiti e le competenze richieste sono:

  • Padronanza dell'analisi contrattuale: capacità di leggere e interpretare in dettaglio le bollette, le componenti tariffarie e le condizioni di fornitura.
  • Conoscenze normative aggiornate: padronanza delle regole di settore, incluse quelle stabilite dall'ARERA e dalla recente legislazione nazionale.
  • Competenze di negoziazione: abilità nel trattare tariffe personalizzate e nel trovare soluzioni vantaggiose per il cliente.
  • Capacità di comunicazione trasparente: per offrire consulenza chiara e accessibile sia ad aziende che a privati, anche in tema di privacy e trasparenza.
Per operare ufficialmente, si è tenuti ad acquisire una certificazione professionale rilasciata da enti accreditati, come previsto dalla UNI 11782:2020 e da Accredia, oltre a mantenere una formazione continua per rimanere aggiornati sulle novità normative e tecniche. Il percorso prevede il superamento di verifiche formali delle competenze e, in caso di professionisti con titoli di studio di livello EQF 4, almeno due anni di esperienza documentata nel settore.

Cosa fa nel concreto un utility manager: gestione bollette, risparmio energetico e consulenza continuativa

L'attività concreta di questo professionista si sviluppa attraverso una serie di passaggi mirati a garantire risparmi, efficienza e tutela al consumatore:

  • Analisi dei consumi e delle forniture: esame approfondito delle abitudini di consumo energetico, volta a identificare anomalie, sprechi e opportunità di ottimizzazione.
  • Monitoraggio continuo: utilizzo di strumenti avanzati per il controllo in tempo reale delle spese, individuando aree di miglioramento attraverso sistemi digitali e report periodici.
  • Gestione contrattuale: verifica e negoziazione delle condizioni contrattuali con i fornitori, con l'obiettivo di ottenere condizioni più vantaggiose, specifiche per il profilo energetico dei clienti.
  • Supporto nella scelta di tecnologie innovative: valutazione di soluzioni come sistemi per il monitoraggio dei consumi, energie rinnovabili e strumenti per l'efficienza energetica.
  • Sorveglianza contro le truffe nel settore: orientamento del cliente tra le offerte e assistenza in caso di controversie o condotte scorrette da parte dei fornitori.
  • Consulenza su benefici fiscali e incentivi: consulenza su detrazioni fiscali, accise, IVA agevolata e modalità di accesso agli incentivi pubblici.
Il valore aggiunto dell'utility manager è nel supporto costante e nell'aggiornamento continuo rispetto ai trend, all'evoluzione dei mercati e alle modifiche legislative che impattano sulle strategie di gestione delle bollette e sui vantaggi economici ottenibili.

Come diventare utility manager: percorsi, qualifiche e opportunità di mercato

L'accesso alla professione richiede una combinazione di formazione specifica e percorso di certificazione, affiancata da una reale esperienza lavorativa nel settore. Esiste la possibilità di ottenere la certificazione UNI 11782:2020 rivolgendosi a enti accreditati, che valutano con esami e prove pratiche la padronanza delle competenze tecniche e normative richieste. Per i diplomati di scuola superiore (livello EQF 4), il requisito è una pratica di almeno due anni, mentre per chi possiede titoli superiori, può ridursi sensibilmente.

Numerosi corsi di formazione, organizzati sia da associazioni di categoria sia da realtà private, offrono percorsi didattici che coprono tematiche relative a bollette, contratti, legislazione e sviluppo delle capacità di analisi.

L'emergere di questa professione è confermato sia dagli incentivi normativi recenti sia dalla crescente esigenza di supporto, in particolare in relazione alle nuove esigenze di risparmio e sostenibilità ambientale.

Quanto si guadagna: modelli di remunerazione e fattori che influenzano i compensi

I compensi di un utility manager variano in base a numerosi fattori quali tipologia di clientela, dimensione dei consumi gestiti, complessità delle consulenze e tipologia di collaborazione con i clienti. In genere, il modello di remunerazione si articola secondo queste principali modalità:

  • Commissione sui risparmi ottenuti: percentuale calcolata sui risparmi reali generati dalla consulenza nelle bollette dei clienti.
  • Tariffa fissa periodica: corrisposta mensilmente o annualmente per servizi di supervisione e gestione continuativa.
  • Onorario su progetto: compenso determinato sulla base di specifici progetti di rinegoziazione, analisi o studio di fattibilità.
Le cifre medie variano a seconda che la consulenza sia destinata a privati o aziende. Gli importi annuali possono andare da qualche migliaio di euro per piccole forniture domestiche fino a somme sensibilmente maggiori per imprese strutturate, in presenza di consumi elevati o progetti di efficientamento. Tra i fattori che influenzano i guadagni si annoverano la tipologia di clientela (B2C o B2B), la quantità e il valore dei contratti gestiti, la specializzazione professionale (certificazione UNI riconosciuta), e l'aggiornamento costante sulle dinamiche del settore.


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