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Chi puň richiedere e come rimborso Imu e Tari degli ultimi 5 anni dopo importante sentenza Consulta

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
procedura rimborso Imu

Quali sono le regole per avere il rimborso Imu spettante a seguito della importante sentenza della Consulta. Ecco cosa fare

La questione del pagamento dell'imposta municipale propria sugli immobili è disciplinata da normative specifiche che stabiliscono modalità di calcolo, scadenze e casistiche di esenzione. Tuttavia, una significativa pronuncia della Corte Costituzionale ha introdotto importanti novità in materia di agevolazioni fiscali per i coniugi con residenze separate, aprendo la strada a possibilità di rimborso per chi ha versato somme non dovute.

Quando è possibile richiedere il rimborso dell'Imu dopo la sentenza della Consulta

La Corte Costituzionale, con una fondamentale pronuncia, ha stabilito un principio innovativo: se due coniugi mantengono residenze separate nello stesso comune o in località diverse, e si tratta di residenze effettive e non fittizie, entrambi hanno diritto all'esenzione dall'Imu sulla propria abitazione principale.

Questa interpretazione ribalta la prassi precedente che prevedeva l'esenzione esclusivamente per una sola abitazione, mentre l'altra veniva considerata "seconda casa" e quindi soggetta al tributo. La sentenza riconosce quindi la possibilità di doppia esenzione per le coppie sposate o unite civilmente che, per ragioni legittime, mantengono residenze separate.

In virtù di tale pronuncia, i contribuenti che hanno versato l'imposta municipale su immobili che ora risulterebbero esenti possono richiedere la restituzione delle somme pagate indebitamente, rispettando i termini di prescrizione previsti dalla normativa tributaria.

Chi può beneficiare del rimborso Imu e per quali periodi

Possono richiedere il rimborso dell'imposta municipale tutte le coppie sposate o unite civilmente che:

  • Risiedono effettivamente in abitazioni diverse
  • Hanno già versato l'imposta su uno degli immobili adibiti ad abitazione principale
  • Sono in grado di dimostrare che entrambe le residenze sono effettive e non fittizie
Il diritto al rimborso si estende ai pagamenti effettuati negli ultimi cinque anni, in conformità con i termini di prescrizione previsti dalla legislazione tributaria. Il conteggio dei cinque anni parte dalla data di ciascun versamento o dal momento in cui è stato riconosciuto il diritto alla restituzione.

È importante sottolineare che questa possibilità di rimborso riguarda esclusivamente l'Imu e non si estende alla Tassa sui Rifiuti (Tari) e altre imposte legate al valore catastale dell'immobile, che segue regole diverse essendo collegata al servizio di smaltimento dei rifiuti e non alla proprietà dell'immobile.

Documentazione necessaria per dimostrare la doppia residenza effettiva

Per ottenere il rimborso non è sufficiente aver pagato l'imposta, ma è necessario dimostrare in modo inequivocabile che la doppia residenza corrisponde a una situazione reale e non fittizia. I coniugi devono quindi fornire documenti che attestino l'effettiva dimora in entrambe le abitazioni.

La documentazione che può essere presentata include:

  • Bollette delle utenze domestiche (elettricità, gas, acqua) che dimostrino un consumo regolare e significativo
  • Certificato di scelta del medico di base nella zona di residenza
  • Documentazione relativa all'iscrizione dei figli a istituti scolastici nelle vicinanze dell'abitazione
  • Contratti di lavoro che giustifichino la necessità di mantenere residenze separate
  • Altri elementi probatori che possano confermare l'effettiva dimora in entrambe le abitazioni
Le autorità competenti esamineranno attentamente questa documentazione per verificare che non si tratti di un tentativo di elusione fiscale, ma di una situazione legittima di doppia residenza.

Procedura dettagliata per richiedere il rimborso dell'Imu

Per ottenere la restituzione delle somme versate indebitamente, è necessario seguire una procedura specifica che prevede diversi passaggi:

  1. Individuare l'ufficio competente: la domanda deve essere presentata esclusivamente al Comune nel cui territorio si trova l'immobile per cui si richiede il rimborso
  2. Reperire il modulo ufficiale: utilizzare l'apposito modello predisposto dall'Ufficio Tributi del Comune di riferimento
  3. Compilare accuratamente la richiesta: nel modulo bisogna specificare che si richiede il rimborso sulla base della pronuncia della Corte Costituzionale che ha riconosciuto il diritto alla doppia esenzione per coniugi con residenze separate
  4. Allegare la documentazione necessaria: copie delle ricevute di versamento dell'imposta e tutti i documenti che attestano l'effettiva residenza nell'immobile
  5. Presentare la domanda: la richiesta può essere consegnata personalmente presso l'ufficio competente, inviata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o trasmessa via PEC, se il Comune accetta questa modalità
È fondamentale rispettare il termine di cinque anni dal versamento, poiché superato questo limite temporale si perde definitivamente il diritto al rimborso, come chiarito dalla Corte di Cassazione.

Cosa fare in caso di rigetto della domanda di rimborso

Il Comune potrebbe respingere la richiesta di rimborso per diverse ragioni, come documentazione insufficiente o interpretazione diversa della normativa. In questo caso, il contribuente non è privo di tutele e può esercitare il proprio diritto di difesa.

Se l'amministrazione comunale respinge l'istanza di rimborso, è possibile:

  • Impugnare il provvedimento di diniego davanti alla Commissione Tributaria Provinciale competente per territorio
  • Presentare il ricorso entro 60 giorni dalla notifica del rigetto
  • Valutare l'opportunità di farsi assistere da un professionista specializzato in diritto tributario
In alternativa al ricorso, è possibile tentare una mediazione tributaria o una conciliazione con l'amministrazione comunale, strumenti che potrebbero portare a una risoluzione più rapida della controversia.

Retroattività della sentenza della Consulta

Un aspetto particolarmente rilevante della pronuncia della Corte Costituzionale è la sua efficacia retroattiva. Le domande di rimborso possono quindi essere presentate per tutte le annualità ancora non prescritte, ovvero per i pagamenti effettuati negli ultimi cinque anni. Questa retroattività rappresenta un'importante opportunità per recuperare somme significative, considerando che l'imposta municipale sulla seconda casa può incidere in modo considerevole sul bilancio familiare.

Tuttavia, come chiarito dalla giurisprudenza della Cassazione, il diritto al rimborso è soggetto a un termine di decadenza invalicabile: una volta trascorsi i cinque anni dal pagamento, il contribuente perde definitivamente la possibilità di ottenere la restituzione di quanto versato, anche se il pagamento era effettivamente indebito secondo i principi stabiliti dalla Consulta. 

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