Quali sono le soluzioni per pagare legalmente una donna delle pulizie non assunta con regolare contratto di lavoro: i chiarimenti e le norme in vigore
Come fare a pagare in modo legale una donna delle pulizie non assunta con regolare contratto di lavoro? Chi decide di farsi aiutare nelle faccende domestica da una donna delle pulizie, per essere in regola da un punto di vista lavorativo, può anche non assumere la lavoratrice con regolare contratto di lavoro domestico, ma seguire altre regole. Vediamo quali sono.
Si tratta di un sistema usato per retribuire le professioni domestiche più comuni, proprio come le donne delle pulizie, ma anche le badanti, o le baby sitters, che può essere adottato da privati e famiglie per le prestazioni di lavoro occasionali, cioè che non hanno carattere continuativo.
I vouchers si trovano sul sito dell’Inps e per averli bisogna essere registrati. In alternativa, si possono acquistare anche presso:
Prima dell'inizio della prestazione di lavoro, il committente deve comunicare il proprio codice fiscale, la tipologia di attività, i dati del prestatore (nome, cognome, codice fiscale), il luogo di lavoro, la data d'inizio e di fine della prestazione.
Secondo quanto stabilito dalle norme in vigore, ogni voucher corrisponde, infatti, ad un'ora di lavoro e ha un valore di 10 euro.
Di questi dieci, 8 euro vengono versati al lavoratore e 2 euro sono per gli oneri contributivi.
L’importo massimo che una lavoratrice può ottenere con i voucher Inps di 5mila euro annui, sia per la lavoratrice che non deve superare tale soglia annua di reddito e sia per il datore di lavoro nel caso di assunzione di più collaboratori.
Una volta oltre passato il limite dei 5mila euro, il rapporto di lavoro si trasforma in vero e proprio contratto.
L’utilizzo dei voucher disciplina il rapporto di lavoro tra prestatore e utilizzatore finale ma tali sistemi non danno diritto alle prestazioni di malattia o maternità, per esempio.
Il voucher per pagare una donna delle pulizie conviene sia al datore di lavoro, perché il compenso è esente da imposizione fiscale, e sia alla lavoratrice, perché non tale tipo di retribuzione non incide sulla eventuale condizione di disoccupazione.