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Come non lavorare (o farlo di meno) nel 2025 in attesa maturazione delle finestre per la pensione

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
lavorare finestre pensione

Come fare a lavorare meno o non lavorare proprio durante il periodo della finestra mobile prima della pensione definitiva: chiarimenti e spiegazioni

Raggiungere i requisiti per il pensionamento non significa automaticamente ottenere l'accesso immediato al trattamento previdenziale. Infatti, il sistema pensionistico italiano prevede specifici periodi di attesa, noti come finestre mobili per la pensione, che intercorrono tra il momento in cui si maturano i requisiti necessari e l'effettiva erogazione della pensione. Durante questo intervallo temporale, molti lavoratori si interrogano sulle possibilità a loro disposizione per gestire al meglio questa fase transitoria.

Le finestre mobili nel sistema pensionistico, cosa sono e come funzionano

Le finestre mobili rappresentano un meccanismo di differimento dell'accesso al trattamento pensionistico rispetto al momento in cui si maturano i requisiti previsti dalla normativa. Questo sistema, introdotto per garantire la sostenibilità economica del sistema previdenziale, varia a seconda della tipologia di pensionamento scelta.

È importante sottolineare che la decorrenza effettiva della pensione dipende proprio dalla durata di queste finestre, mentre la domanda di pensionamento dovrebbe essere presentata con un anticipo di almeno due mesi rispetto alla data prevista per l'erogazione del trattamento. Per inoltrare la richiesta, si può procedere in diversi modi:

  • Accedendo autonomamente al portale INPS con le proprie credenziali digitali
  • Contattando il contact center dell'Istituto al numero 803164 (da rete fissa) o 06164164 (da rete mobile)
  • Rivolgendosi a patronati, CAF o intermediari autorizzati

Opzioni per gestire il periodo di attesa, lavorare meno o non lavorare affatto

La normativa vigente non impone l'obbligo di continuare l'attività lavorativa durante il periodo delle finestre mobili, anche se proseguire a lavorare può rappresentare la scelta più vantaggiosa dal punto di vista economico. Rimanere senza reddito per diversi mesi potrebbe infatti creare difficoltà finanziarie, a meno di non disporre di risparmi o altre entrate sufficienti a coprire questo periodo transitorio.

Per chi desiderasse comunque ridurre il proprio impegno lavorativo o interromperlo completamente in attesa della pensione definitiva, esistono diverse alternative praticabili nel 2025:

Riduzione dell'orario lavorativo

Una soluzione equilibrata consiste nel passare da un contratto full-time a uno part-time, concordando la riduzione dell'orario con il proprio datore di lavoro. Questa opzione permette di continuare a percepire un reddito, seppur ridotto, mantenendo al contempo più tempo libero per adattarsi gradualmente alla futura condizione di pensionato.

Ho assistito personalmente diversi lavoratori che, nell'ultimo periodo prima della pensione, hanno optato per una riduzione al 50% dell'orario lavorativo, ottenendo un significativo miglioramento della qualità della vita pur mantenendo un'entrata economica regolare.

Utilizzo di ferie, permessi e congedi

Un'altra strategia consiste nell'utilizzare i giorni di ferie, permessi e riposi compensativi eventualmente accumulati durante gli anni di servizio. È importante pianificare con attenzione questa opzione, rispettando i termini di preavviso previsti dal proprio contratto di lavoro o dal regolamento aziendale.

In caso di problemi di salute documentabili, anche i periodi di malattia possono contribuire a coprire parte del tempo di attesa, sempre nel rispetto delle normative che regolano le assenze per motivi di salute.

Accesso alla NASpI

In determinate circostanze, è possibile richiedere l'indennità di disoccupazione (NASpI) per coprire economicamente il periodo di finestra mobile. È fondamentale però sottolineare che questa prestazione viene riconosciuta esclusivamente in caso di disoccupazione involontaria, quindi a seguito di:

  • Licenziamento da parte del datore di lavoro
  • Dimissioni per giusta causa
  • Risoluzione consensuale del rapporto di lavoro in sede protetta
Le dimissioni volontarie senza giusta causa non danno diritto alla NASpI, pertanto questa opzione è percorribile solo in specifiche situazioni lavorative.

Durata delle finestre mobili per le diverse tipologie di pensionamento nel 2025

Per pianificare adeguatamente il periodo di transizione verso la pensione, è essenziale conoscere con precisione la durata delle finestre mobili previste per le diverse forme di pensionamento disponibili nel 2025:

Pensione anticipata ordinaria

Per accedere a questa tipologia di pensionamento sono necessari:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini
  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne
In entrambi i casi, indipendentemente dall'età anagrafica, la finestra mobile ha una durata di 3 mesi dalla maturazione dei requisiti.

Quota 103

Nel 2025, la pensione con Quota 103 permette l'uscita anticipata al raggiungimento di:

  • 62 anni di età
  • 41 anni di contribuzione
Le finestre mobili per questa tipologia sono state estese rispetto agli anni precedenti e ammontano a:
  • 7 mesi per i lavoratori dipendenti del settore privato
  • 9 mesi per i dipendenti pubblici

Opzione donna

Questa misura, confermata anche per il 2025, consente alle lavoratrici di accedere al pensionamento con:
  • 61 anni di età
  • 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2025
Le finestre mobili previste sono:
  • 12 mesi per le lavoratrici dipendenti (sia pubbliche che private)
  • 18 mesi per le lavoratrici autonome
È prevista inoltre una riduzione del requisito anagrafico a 60 anni per le donne con un figlio e a 59 anni per quelle con due o più figli.

Pensione di vecchiaia e APE Social

Per completezza, è importante segnalare che non sono previste finestre mobili per:

  • La pensione di vecchiaia, che nel 2025 richiede 67 anni di età e almeno 20 anni di contribuzione
  • L'APE Social, che permette l'uscita anticipata a 63 anni e 5 mesi con almeno 30 anni di contributi (36 per i lavori usuranti)
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