Sprint sul tentativo di chiusura delle trattative di rinnovo del Ccnl Metalmeccanico a breve: dopo i recenti incontri del 22 e 23 ottobre, i prossimi sono giŕ in programma a fine mese. Le questioni ancora aperte
Il panorama industriale italiano si trova a vivere una fase delicata del negoziato per il rinnovo del principale contratto collettivo nazionale del comparto metalmeccanico. Riguardando oltre 1,5 milioni di dipendenti e circa 30mila imprese private, la partita contrattuale coinvolge attori chiave quali Federmeccanica, Assistal e le rappresentanze sindacali FIM, FIOM e UILM. Alla luce di una congiuntura economica caratterizzata da pressione inflattiva e profondi cambiamenti a livello produttivo, il rinnovo di questo CCNL è considerato strategico sia per la tutela delle condizioni dei lavoratori sia per la stabilità e la competitività delle aziende.
Le due giornate di confronto del 22 e 23 ottobre 2025 tra le delegazioni di Federmeccanica, Assistal e le sigle sindacali (FIM, FIOM, UILM) rappresentano un passaggio significativo dopo mesi di tensioni e distanze irrisolte. Gli incontri si sono articolati in sessioni plenarie e tavoli di delegazione ristretta, garantendo un esame dettagliato di aspetti normativi essenziali.
Durante il primo giorno si è affrontato il nodo della salute e sicurezza, con particolare attenzione alle misure di prevenzione e formazione continua per ridurre il tasso di infortuni e rafforzare la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro. A seguire è stato toccato il tema dell’inquadramento professionale, oggetto di richiesta di maggior trasparenza e di sistemi più flessibili di valorizzazione competenze. Il secondo giorno è stato invece dedicato a questioni quali il trattamento della malattia, il ruolo dei lavoratori stranieri, i diritti sindacali e l’estensione del campo di applicazione del CCNL, oltre alle politiche di partecipazione e genere.
Ciò che è emerso dagli incontri è stata una volontà di dialogo, ma anche la persistenza di distanze, soprattutto su richieste salariali e sull’applicazione delle innovazioni, come la riduzione dell’orario settimanale e il rafforzamento del welfare contrattuale: i punti di convergenza sono stati inferiori rispetto alle divergenze ancora presenti. Nonostante ciò, le parti hanno concordato sulla centralità di chiudere la trattativa in tempi ragionevoli, fissando nuovi confronti sul proseguimento della discussione per fine ottobre.
Gli incontri hanno dato priorità ad alcune aree di interesse trasversale per il settore, considerate sempre più determinanti nel contesto produttivo contemporaneo:
Nonostante piccoli passi avanti, la distanza tra le richieste rimane notevole: Federmeccanica e Assistal propongono aumenti più contenuti (circa 173 euro spalmati su quattro anni) e preferiscono incentivi legati a produttività e welfare aziendale, mentre FIM, FIOM e UILM insistono sull’indifferibilità di un recupero salariale reale, sottolineando l’impatto dell’inflazione sul potere d’acquisto dei lavoratori. Gli strumenti di welfare sono considerati utili e complementari, come previdenza integrativa, sanità aggiuntiva e servizi alle famiglie, ma non sostitutivi della crescita retributiva.
| Richiesta Sindacati | Proposta Datoriale |
| Aumento 280€/3 anni | Aumento 173€/4 anni |
| Riduzione orario a 35 ore settimanali | Sperimentazione volontaria riduzione orario |
| Potenziamento welfare e formazione | Welfare integrativo legato a produttività |
Inoltre, sul tema dell’orario settimanale, il dibattito oscilla tra la richiesta sindacale di una riduzione a 35 ore a parità di salario e l’ipotesi di avviare sperimentazioni su base volontaria nelle imprese che ne hanno la disponibilità, valutando successivamente l’estensione delle buone pratiche.
Alla luce dei risultati parziali raggiunti, il calendario prevede nuovi incontri negoziali nelle giornate del 30 e 31 ottobre. In tali occasioni si prevede di affrontare argomenti ancora aperti come la regolamentazione dell’orario di lavoro, le politiche attive per il mercato del lavoro, la disciplina degli appalti e la definizione di strumenti integrati di welfare.
Fonti interne ai tavoli negoziali sottolineano che l’intesa definitiva sarà difficile da raggiungere prima del mese di novembre, data la complessità dei temi e la profondità delle distanze in essere, soprattutto su incremento salariale e riduzione dell’orario. Tuttavia, la pressione esercitata dalla base dei lavoratori ed il rilievo che il settore riveste nell’economia nazionale potrebbero favorire un’accelerazione nelle prossime settimane.