Molti esperti sottolineano come, a fronte della grande mole di iscrizioni, manchi ancora un controllo sulla qualità dei materiali, delle valutazioni e della didattica.
Le università telematiche sono passate da realtà di nicchia a protagoniste dell'istruzione superiore. Il numero di studenti iscritti è aumentato in modo vertiginoso, superando quota 200.000 nel 2023 e continuando a crescere anche nel 2024, con una media del +39% di nuove iscrizioni nella prima metà dell'anno.
Dietro a questa impennata si celano molteplici fattori: dalla spinta forzata alla didattica a distanza durante la pandemia, alla diffusione delle tecnologie digitali nella vita quotidiana, fino a una maggiore consapevolezza sociale rispetto alla possibilità di conseguire una laurea senza vincoli di orario o presenza fisica. Con un'offerta formativa in espansione si posizionano come alternative sempre più concrete alle università tradizionali, almeno in termini quantitativi. Approfondiamo ora:
Molti esperti sottolineano come, a fronte della grande mole di iscrizioni, manchi ancora un controllo sulla qualità dei materiali didattici, delle valutazioni e della didattica interattiva. Alcuni corsi si limiterebbero a fornire video pre-registrati e test automatici, senza la ricchezza di confronto, dibattito e interazione che caratterizza l'università in presenza. Non significa che tutte le università telematiche siano uguali: alcune hanno avviato percorsi di qualità molto rigorosi con accreditamenti prestigiosi anche a livello europeo. Ma il quadro generale appare ancora disomogeneo.
Anche dal punto di vista della trasparenza, alcune associazioni di consumatori segnalano criticità legate alla pubblicità ingannevole o a una scarsa chiarezza sui reali costi dei percorsi, tra cui esami ripetuti o obbligatorietà di corsi integrativi a pagamento.
Un altro elemento interessante che emerge dai dati è la forte concentrazione di studenti provenienti dal Sud Italia. Campania, Sicilia e Lazio sono quasi la metà delle iscrizioni agli atenei online, segno di una domanda di istruzione superiore ancora insoddisfatta nelle regioni meridionali. L'università telematica, in questo contesto, diventa uno strumento concreto per colmare un divario territoriale, offrendo a giovani (e meno giovani) la possibilità di laurearsi senza dover affrontare trasferimenti costosi e spesso impossibili.
Il fenomeno riguarda sempre più anche lavoratori adulti, con età media tra i 30 e i 45 anni, che scelgono la formazione universitaria per accrescere le proprie competenze o riqualificarsi professionalmente. In un mondo del lavoro in continua evoluzione, l'università online si propone come risposta agile alla necessità di lifelong learning, formazione continua lungo tutto l'arco della vita.
Il Ministero dell'Università ha avviato alcuni percorsi di monitoraggio e regolazione. L'obiettivo è garantire standard minimi comuni, senza soffocare l'innovazione ma al tempo stesso senza lasciare spazio a derive speculative. Si discute anche dell'opportunità di introdurre un sistema di valutazione comparativa pubblica tra università telematiche, sul modello dei ranking internazionali, per offrire agli studenti strumenti trasparenti di scelta.