Il reddito di un artigiano in Italia dipende da molteplici variabili, tra cui il settore, l'area geografica in cui opera e la posizione contrattuale fra autonomo o dipendente.
Il settore dell'artigianato fra imprese individuali, piccole imprese, partite Iva ha vissuto una fase di profonda trasformazione, attraversando oscillazioni economiche, carenza di manodopera e cambiamenti culturali nel mercato del lavoro. Comprendere come se la passano oggi gli artigiani, siano essi liberi professionisti o lavoratori dipendenti, significa analizzare non solo i guadagni, ma anche le condizioni di lavoro, le prospettive future e il ruolo centrale che questa categoria continua a ricoprire nell'economia nazionale:
Al contrario, i liberi professionisti con maggiore specializzazione o operanti in nicchie di mercato possono raggiungere livelli di reddito ben più elevati. Alcuni artigiani, soprattutto in settori ad alta domanda e bassa concorrenza locale, possono superare i 30.000-40.000 euro netti annui, ma si tratta di situazioni non generalizzabili.
Per quanto riguarda i dipendenti, le retribuzioni variano a seconda del contratto applicato, ma si attestano spesso su 1.200-1.500 euro netti al mese, con possibilità di straordinari o indennità aggiuntive legate all'anzianità o alla produttività. Ma non tutti gli artigiani dipendenti godono di contratti stabili: molte piccole imprese artigiane faticano a garantire continuità, e questo incide sul reddito complessivo annuale.
Dal punto di vista fiscale, gli artigiani possono scegliere tra più regimi di tassazione, a seconda della loro dimensione e struttura. Il regime più adottato è il forfettario, che consente di semplificare la contabilità e applica un'imposta sostitutiva fissa. Per usufruire di questo regime è necessario non superare gli 85.000 euro di ricavi annuali e non avere spese per personale superiori a 20.000 euro. In questo caso, il reddito imponibile viene determinato con un coefficiente di redditività, pari al 67% per le attività artigiane, ai ricavi incassati. Su questo valore si calcola un'imposta sostitutiva del 15%, che può scendere al 5% per i primi cinque anni in caso di nuova attività.
Chi invece supera i limiti previsti dal forfettario, oppure ha costi strutturali elevati, può aderire al regime semplificato. In questo caso, il reddito si calcola come differenza tra ricavi e costi sostenuti, con applicazione delle ordinarie aliquote Irpef a scaglioni. Anche qui è possibile dedurre i contributi previdenziali, che sono una delle voci di spesa più altre per l'artigiano. Le aliquote Irpef variano dal 23% al 43%, e la scelta tra forfettario e semplificato va calibrata in base alla struttura dell'attività, al volume dei costi deducibili e alla prospettiva di crescita.
Le condizioni di lavoro degli artigiani italiani, sia autonomi che assunti, sono spesso impegnative sotto il profilo fisico e mentale. In molti casi, il mestiere richiede forza, resistenza, attenzione al dettaglio e capacità di adattamento a orari flessibili. Gli artigiani lavorano spesso in autonomia, con la responsabilità non solo di eseguire il lavoro, ma anche di gestire clienti, fornitori, contabilità e adempimenti normativi. Per i dipendenti, invece, i ritmi di lavoro possono essere intensi, soprattutto in settori stagionali come l'edilizia o il comparto termoidraulico, dove le scadenze stringenti impongono ore di straordinario non sempre regolarmente retribuite.
Secondo il Censis, negli ultimi trent'anni le retribuzioni italiane sono cresciute pochissimo, e l'artigianato non fa eccezione. Il lavoro artigiano ha visto ridursi il suo appeal presso le nuove generazioni. Uno degli elementi più critici è la carenza di giovani apprendisti: secondo uno studio pubblicato nel 2024, quasi il 48% delle posizioni aperte nelle imprese artigiane non riesce a essere coperto, soprattutto per la mancanza di competenze tecniche adeguate o interesse verso questi percorsi lavorativi.
Ma c'è un altro lato della medaglia: l'artigianato offre autonomia operativa, occasioni per avviare piccole imprese personali, e in alcuni casi una qualità della vita superiore rispetto a impieghi in ambito impiegatizio, proprio per l'assenza di routine e per la gratificazione nel creare o riparare con le proprie mani. Molti artigiani hanno la possibilità di affiancare attività autonome a un impiego da dipendenti, sfruttando le normative fiscali che consentono l'apertura della partita Iva in parallelo.