Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Come vanno gli artigiani in Italia sia partite Iva che dipendenti? Guadagni, tassazione e previsioni future

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Come vanno gli artigiani

Il reddito di un artigiano in Italia dipende da molteplici variabili, tra cui il settore, l'area geografica in cui opera e la posizione contrattuale fra autonomo o dipendente.

Il settore dell'artigianato fra imprese individuali, piccole imprese, partite Iva ha vissuto una fase di profonda trasformazione, attraversando oscillazioni economiche, carenza di manodopera e cambiamenti culturali nel mercato del lavoro. Comprendere come se la passano oggi gli artigiani, siano essi liberi professionisti o lavoratori dipendenti, significa analizzare non solo i guadagni, ma anche le condizioni di lavoro, le prospettive future e il ruolo centrale che questa categoria continua a ricoprire nell'economia nazionale:

  • Redditi e guadagni, quanto guadagnano oggi gli artigiani
  • Condizioni lavorative tra fatica, flessibilità e manodopera

Redditi e guadagni, quanto guadagnano oggi gli artigiani

Il reddito di un artigiano in Italia dipende da molte variabili, tra cui il settore, l'area geografica in cui opera e la posizione contrattuale fra autonomo o dipendente. Le rilevazioni dell'Inps mostrano come i redditi medi dei commercianti e artigiani autonomi si aggirino intorno ai 20.400 euro annui, risultando inferiori a quelli dei dipendenti privati, che in media percepiscono 22.800 euro. Questo divario si è andato assottigliando negli ultimi anni, ma resta indicativo della difficoltà, per molti artigiani autonomi, di garantirsi una stabilità economica senza lavorare molte ore al giorno o nei weekend.

Al contrario, i liberi professionisti con maggiore specializzazione o operanti in nicchie di mercato possono raggiungere livelli di reddito ben più elevati. Alcuni artigiani, soprattutto in settori ad alta domanda e bassa concorrenza locale, possono superare i 30.000-40.000 euro netti annui, ma si tratta di situazioni non generalizzabili.

Per quanto riguarda i dipendenti, le retribuzioni variano a seconda del contratto applicato, ma si attestano spesso su 1.200-1.500 euro netti al mese, con possibilità di straordinari o indennità aggiuntive legate all'anzianità o alla produttività. Ma non tutti gli artigiani dipendenti godono di contratti stabili: molte piccole imprese artigiane faticano a garantire continuità, e questo incide sul reddito complessivo annuale.

Dal punto di vista fiscale, gli artigiani possono scegliere tra più regimi di tassazione, a seconda della loro dimensione e struttura. Il regime più adottato è il forfettario, che consente di semplificare la contabilità e applica un'imposta sostitutiva fissa. Per usufruire di questo regime è necessario non superare gli 85.000 euro di ricavi annuali e non avere spese per personale superiori a 20.000 euro. In questo caso, il reddito imponibile viene determinato con un coefficiente di redditività, pari al 67% per le attività artigiane, ai ricavi incassati. Su questo valore si calcola un'imposta sostitutiva del 15%, che può scendere al 5% per i primi cinque anni in caso di nuova attività.

Chi invece supera i limiti previsti dal forfettario, oppure ha costi strutturali elevati, può aderire al regime semplificato. In questo caso, il reddito si calcola come differenza tra ricavi e costi sostenuti, con applicazione delle ordinarie aliquote Irpef a scaglioni. Anche qui è possibile dedurre i contributi previdenziali, che sono una delle voci di spesa più altre per l'artigiano. Le aliquote Irpef variano dal 23% al 43%, e la scelta tra forfettario e semplificato va calibrata in base alla struttura dell'attività, al volume dei costi deducibili e alla prospettiva di crescita.

Condizioni lavorative tra fatica, flessibilità e manodopera

Le condizioni di lavoro degli artigiani italiani, sia autonomi che assunti, sono spesso impegnative sotto il profilo fisico e mentale. In molti casi, il mestiere richiede forza, resistenza, attenzione al dettaglio e capacità di adattamento a orari flessibili. Gli artigiani lavorano spesso in autonomia, con la responsabilità non solo di eseguire il lavoro, ma anche di gestire clienti, fornitori, contabilità e adempimenti normativi. Per i dipendenti, invece, i ritmi di lavoro possono essere intensi, soprattutto in settori stagionali come l'edilizia o il comparto termoidraulico, dove le scadenze stringenti impongono ore di straordinario non sempre regolarmente retribuite.

Secondo il Censis, negli ultimi trent'anni le retribuzioni italiane sono cresciute pochissimo, e l'artigianato non fa eccezione. Il lavoro artigiano ha visto ridursi il suo appeal presso le nuove generazioni. Uno degli elementi più critici è la carenza di giovani apprendisti: secondo uno studio pubblicato nel 2024, quasi il 48% delle posizioni aperte nelle imprese artigiane non riesce a essere coperto, soprattutto per la mancanza di competenze tecniche adeguate o interesse verso questi percorsi lavorativi.

Ma c'è un altro lato della medaglia: l'artigianato offre autonomia operativa, occasioni per avviare piccole imprese personali, e in alcuni casi una qualità della vita superiore rispetto a impieghi in ambito impiegatizio, proprio per l'assenza di routine e per la gratificazione nel creare o riparare con le proprie mani. Molti artigiani hanno la possibilità di affiancare attività autonome a un impiego da dipendenti, sfruttando le normative fiscali che consentono l'apertura della partita Iva in parallelo.

Leggi anche