Il settore della ristorazione e dei bar in Italia nel 2024 presenta un quadro complesso: da un lato, la ripresa della spesa delle famiglie, dall’altro le difficoltà di gestione.
Nel 2024, il settore della ristorazione in Italia presenta una situazione ambivalente: se da una parte ci sono segnali di ripresa e una crescita nel fatturato, dall'altra restano sfide strutturali e difficoltà operative legate alla pressione inflazionistica e alla riduzione della capacità di spesa delle famiglie. Di seguito, un'analisi approfondita dei dati disponibili e delle principali tendenze che stanno caratterizzando il settore:
Nonostante la contrazione complessiva, il settore ha registrato dinamicità con oltre 10.000 nuove attività avviate nel 2023, pari a un incremento del 6,5% rispetto al 2022. Il tasso di sopravvivenza delle nuove imprese resta preoccupante: solo il 50% delle attività è ancora operativo dopo cinque anni di vita, il che suggerisce una forte necessità di investire in competenze di gestione aziendale e di offrire sostegno agli imprenditori in fase di avviamento.
Nel 2024, il settore della ristorazione ha beneficiato di un aumento della spesa delle famiglie, che ha raggiunto i 92 miliardi di euro, superando così i livelli pre-pandemici. Questo aumento del consumo fuori casa è un segnale di ripresa per il settore, anche se non è privo di ambiguità: a fronte di una crescita del fatturato, molte famiglie stanno cercando di limitare le spese, indirizzandosi verso locali con offerte più economiche o optando per consumi meno frequenti.
La tendenza è guidata dall’aumento del costo della vita e dall’inflazione, che, se da una parte incrementano il valore medio degli scontrini, dall’altra riducono la capacità delle famiglie di frequentare ristoranti e bar con la stessa assiduità di qualche anno fa. Il risultato è un mercato polarizzato, dove i consumatori tendono a cercare soluzioni più convenienti o si orientano verso locali che propongono offerte promozionali e menù a prezzo fisso.
Il settore della ristorazione e dei bar in Italia impiega oltre 1,4 milioni di persone, con un aumento del 6,4% rispetto al 2022 e del 2,3% rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019. In particolare, le imprese con almeno un dipendente hanno registrato una crescita dell’occupazione che ha superato dell’8,1% i livelli precedenti la crisi sanitaria.
A fronte di questo dato positivo, il settore continua a fronteggiare una carenza cronica di personale qualificato. Circa il 70% delle imprese segnala difficoltà nel reperire personale, un problema che è accentuato soprattutto nei mesi estivi e nei periodi di alta stagione. La situazione è resa ancora più complessa dalle condizioni lavorative spesso impegnative e dai contratti temporanei, che rendono il settore poco attrattivo per molti lavoratori.
In termini di contrattualizzazione, il 58,5% dei lavoratori è assunto con contratti a tempo indeterminato, un dato in crescita rispetto al passato, ma ancora insufficiente per garantire la stabilità occupazionale e attirare personale qualificato.
Nel 2024, gli investimenti nel settore della ristorazione hanno superato i 1,2 miliardi di euro, concentrandosi su aspetti come digitalizzazione, efficienza energetica e miglioramento dell’esperienza cliente. Molti ristoranti e bar hanno adottato sistemi di ordinazione e pagamento digitali, come POS mobili e palmari per la gestione delle comande, per migliorare l’efficienza operativa e ridurre i tempi di attesa.
La sostenibilità è un altro driver di investimento. Il 30% degli esercizi ha destinato risorse per ampliare l’offerta di prodotti sostenibili, biologici o locali, mentre il 33% ha investito in interventi per migliorare l’accoglienza e il benessere dei clienti. In particolare, i ristoranti di fascia alta stanno puntando su pratiche sostenibili come la riduzione degli sprechi alimentari e l’adozione di materiali eco-friendly per il packaging.