I ricorsi per incostituzionalità mettono in luce una serie di criticità nel nuovo Codice, che potrebbe essere considerato in contrasto con i principi fondamentali dell’ordinamento italiano epermetetre di vincere molte cause in tribunale
Il nuovo Codice della Strada introdotto in Italia introduce modifiche, pensate per migliorare la sicurezza e la disciplina stradale, ma sono già finite nel mirino di ricorsi con l’accusa di presentare elementi che potrebbero risultare incostituzionali. La questione non si limita a un dibattito tecnico, ma tocca temi delicati come i diritti individuali, la proporzionalità delle sanzioni e la legittimità di alcune norme. Capiamo meglio:
Tra le modifiche più contestate, ci sono quelle che riguardano i conducenti risultati positivi al consumo di cannabis o altre sostanze psicotrope. Le nuove regole prevedono un rafforzamento delle sanzioni, con misure come il ritiro immediato della patente e la sottoposizione obbligatoria a controlli tossicologici periodici. Questi provvedimenti, sebbene motivati dalla necessità di aumentare la sicurezza stradale, sollevano il dubbio di una potenziale discriminazione.
Alcuni esperti di diritto costituzionale hanno sottolineato che l’applicazione di tali norme potrebbe violare il principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione, discriminando una specifica categoria di cittadini senza una valutazione individuale delle circostanze. Inoltre, i test periodici previsti rappresentano una possibile intrusione nella privacy, alimentando il malcontento tra i cittadini interessati.
Un altro aspetto criticato riguarda l’aumento delle multe per alcune infrazioni. Tra queste, l’utilizzo del cellulare alla guida è punito con sanzioni molto più severe rispetto al passato e comprende anche la sospensione immediata della patente. Secondo i ricorrenti, queste norme, pur giustificate dalla necessità di contrastare comportamenti pericolosi, violano il principio di proporzionalità previsto dal sistema giuridico italiano.
Il dibattito non riguarda solo l’importo delle sanzioni, ma anche il loro impatto sociale. Molti cittadini ritengono che queste regole colpiscano in modo sproporzionato alcune categorie, come i giovani o i lavoratori pendolari, che dipendono dall’utilizzo dell’auto. Le prime impugnazioni presentate in tribunale sollevano la questione della legittimità di sanzioni così elevate, che rischiano di essere percepite più come punitive che educative.
Oltre ai problemi legali, il nuovo Codice della Strada ha sollevato dubbi sulla sua efficacia reale nel migliorare la sicurezza stradale. Secondo alcuni esperti, l’inasprimento delle sanzioni potrebbe non tradursi in una riduzione degli incidenti, ma piuttosto generare sfiducia verso le istituzioni e incrementare il contenzioso legale.
La possibilità di una revisione normativa non è esclusa, soprattutto se i tribunali daranno ragione ai ricorrenti. In particolare, la Corte Costituzionale potrebbe essere chiamata a pronunciarsi su alcune disposizioni, con potenziali ripercussioni sull’intero impianto normativo. Nel frattempo, le associazioni dei consumatori e gli esperti di diritto continuano a monitorare la situazione, chiedendo maggiore chiarezza e trasparenza nell’applicazione delle regole.