La trattativa per il rinnovo dell’accordo collettivo dei farmacisti italiani nel 2025 coinvolge decine di migliaia di lavoratori e riguarda tanto il lavoro delle farmacie, quanto le condizioni lavorative e la qualità del servizio sanitario territoriale. Protagonisti della trattativa sono Federfarma, in rappresentanza dei titolari delle farmacie private, e le organizzazioni sindacali come Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, portavoce delle istanze dei lavoratori.
Dal canto suo, la Federazione degli Ordini dei Farmacisti (FOFI), pur non partecipando direttamente al tavolo negoziale, sottolinea frequentemente l’urgenza di un contratto che valorizzi competenze e funzioni avanzate.
Al centro delle contrattazioni emergono la richiesta di un incremento retributivo adeguato al recupero dell’inflazione, la revisione degli orari di lavoro ormai spesso distribuiti su turni estesi e festivi, la riorganizzazione della classificazione delle figure professionali e nuove tutele per maternità, malattia e infortuni.
Se da un lato le sigle sindacali hanno avanzato richieste su incrementi fino a 360 euro lordi mensili, dall’altro la controparte, inizialmente ferma su 120 euro, ha poi aumentato la proposta a 180 euro nel corso del negoziato, evidenziando però la necessità di salvaguardare l’esistenza delle farmacie nei territori marginali.
Le novità proposte da Federfarma: aumenti salariali, welfare e inquadramenti
Le novità per il rinnovo del contratto dei farmacisti puntano sull’adeguamento salariale, la riorganizzazione degli inquadramenti e il potenziamento delle misure di welfare a beneficio dei lavoratori. Federfarma ha illustrato una serie di proposte con l’obiettivo di ottenere un accordo sostenibile e condiviso, che comprendono:
- Nuovo incremento salariale: La proposta più recente prevede un aumento lordo mensile pari a 180 euro a regime nel triennio di validità contrattuale, cifra che cerca di mediare tra le richieste sindacali e la “tenuta” dei bilanci delle farmacie più piccole, soprattutto nelle aree rurali.
- Natura composita delle retribuzioni: Oltre all’incremento dei minimi tabellari, viene valorizzata la possibilità di integrare ulteriori benefici economici attraverso la contrattazione aziendale o regionale di secondo livello, comprendente premi di produzione, strumenti di welfare e incentivi fiscali previsti dalla legislazione.
- Welfare contrattuale e sostegno sociale: Il nuovo assetto contrattuale punta ad estendere prestazioni erogate dall’Ente Bilaterale e dai fondi integrativi sanitari, come assistenza per familiari non autosufficienti, educazione dei figli e formazione professionale retribuita durante l’orario di lavoro.
- Riorganizzazione degli inquadramenti professionali: È prevista una revisione della classificazione delle figure professionali, con il rafforzamento del livello Q2 (intermedio) e la creazione di un ulteriore livello tra Q1 e Q2, per attribuire riconoscimenti economici diversificati a chi assume ulteriori responsabilità e coordina nuovi servizi. In agenda anche l’inserimento di nuove figure amministrative per alleggerire i compiti gestionali ricadenti oggi sui farmacisti collaboratori.
- Tutele per maternità, malattia e formazione: L’integrazione al 100% dell’indennità di maternità, la definizione del trattamento in caso di terapie salva-vita e l’introduzione di congedi specifici per vittime di violenza di genere sono tra le innovazioni tese a migliorare concretamente la qualità della vita lavorativa.
Le posizioni dei sindacati e le rivendicazioni della categoria
L’azione sindacale nella trattativa del rinnovo si è caratterizzata per la forte richiesta di riconoscimento sia economico che professionale dei lavoratori del comparto. Le organizzazioni Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno sottolineato come tra le priorità non vi sia soltanto il recupero del potere d’acquisto compromesso dall’inflazione, ma anche la dignità della professione e rivendicato ulteriori richieste di miglioramento, come:
- Richiesta di aumento retributivo: La piattaforma sindacale insiste su un aumento mensile pari a 360 euro lordi, ritenendo la proposta iniziale di Federfarma (120 euro), e anche quella successiva (180 euro), ancora distante sia dai dati oggettivi dell’aumento del costo della vita che dalle aspettative della categoria.
- Condizioni di lavoro e orari: Ulteriore fulcro della protesta riguarda la gestione degli orari, spesso estesi ai festivi e alle ore notturne, con la sollecitazione di maggiorazioni adeguate e il diritto a una vita personale equilibrata. Anche la formazione obbligatoria deve essere svolta durante l’orario di lavoro e retribuita.
- Riconoscimento delle nuove competenze: Le sigle richiedono che la nuova dimensione della "Farmacia dei Servizi" sia accompagnata da riconoscimenti formali e retribuzioni in linea con le nuove mansioni, evitando la sovrapposizione tra farmacisti laureati e personale non laureato.
- Un nuovo modello contrattuale: Esiste l’istanza diffusa affinché il contratto venga ricondotto dall’area commerciale a quella sanitaria, sancendo anche normativamente il ruolo sanitario della figura professionale. L’attuale inquadramento, percepito come non adeguato rispetto alle responsabilità, è motivo di malcontento diffuso.
I punti ancora critici e l’impatto economico sulle farmacie italiane
I principali fattori di attrito tra le parti riguardano la sostenibilità economica delle richieste e la necessità di differenziazione in base alle caratteristiche delle farmacie presenti nel territorio. Federfarma ha motivato il proprio approccio prudente sottolineando alcune problematiche di scenario:
- Disomogeneità delle farmacie italiane: Il tessuto delle farmacie in Italia è estremamente variegato. Un terzo di queste (circa 6.000) opera in aree a bassa marginalità. Un aumento retributivo troppo elevato rischierebbe di comprometterne l’equilibrio finanziario e minare l’unicità del presidio sanitario nei territori disagiati.
- Tematica della sostenibilità: La posizione datoriale riconosce la necessità di aumenti, ma ne subordina l’entità alla tenuta complessiva del settore, proponendo soluzioni differenziate anche tramite la contrattazione territoriale o aziendale di secondo livello.
- Influenza del nuovo assetto normativo: L’ampliamento dei servizi a carico delle farmacie (prelievi, test diagnostici, assistenza sanitaria di base) comporta costi aggiuntivi strutturali, che si riflettono sia sulla necessità di personale qualificato che sulla gestione complessiva della farmacia.
- Altri elementi di criticità: Restano da definire anche i nuovi criteri per la classificazione del personale, l’integrazione dei benefit e delle indennità e la procedura di revisione dei livelli di inquadramento.
I prossimi appuntamenti, possibili scenari e ruolo degli enti di categoria
La trattativa andrà avanti con diversi incontri già calendarizzati tra le parti nei prossimi mesi. Gli
incontri già fissati per ottobre sono stati annunciati per
il 9 e il 29 del mese, considerati decisivi per raggiungere un’intesa in tempi utili prima della scadenza del 2025. In questo quadro si devono valutare:
- Possibili scenari: In caso di mancato accordo permane la possibilità di ulteriori mobilitazioni, scioperi e stato di agitazione. Se invece si concretizzerà una mediazione, le novità dovranno essere recepite tempestivamente dalle farmacie sulle modalità di erogazione degli stipendi, benefit e nuove misure di welfare.
- Ruolo di FOFI e degli enti di rappresentanza: Pur non avendo posizione formale al tavolo sindacale, FOFI e le associazioni di categoria continuano a esercitare pressione perché la materia venga inquadrata all’interno di una cornice che valorizzi, anche normativamente, la professione sanitaria dei farmacisti.
- Attese della base: L’orientamento dei lavoratori e la partecipazione attiva restano elementi chiave affinché le rivendicazioni siano effettivamente rappresentate e discusse. Si segnala infine un interesse crescente verso la possibilità di allineare il CCNL farmacie private al settore sanitario piuttosto che commerciale, garantendo così una tutela maggiore sia in termini retributivi che di diritti.
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