Le nuove regole fiscali 2025 ridefiniscono i vantaggi e le modalità dell'auto aziendale a uso promiscuo. Analisi dei cambiamenti in termini di tassazione, fringe benefit, scenari di convenienza e possibili alternative per aziende e lavoratori.
L'approvazione delle nuove disposizioni fiscali sulla mobilità aziendale, contenute nel più recente decreto Bollette, ha ridefinito radicalmente il quadro di riferimento per i veicoli utilizzati da lavoratori e imprese. Nel 2025, il regime tributario per le auto assegnate in modalità promiscua intende orientare le scelte verso flotte più sostenibili e penalizzare le motorizzazioni tradizionali.
Il focus principale riguarda la revisione dei fringe benefit e della deducibilità dei costi per auto aziendale, con l'obiettivo di favorire veicoli a basse emissioni. Il legislatore ha stabilito una netta differenziazione tra alimentazioni, incidendo direttamente sulle politiche di benefit e la convenienza fiscale per lavoratori e aziende, traendo ispirazione dalle istanze di sostenibilità e dalle direttive digitali e ambientali europee
Una vettura concessa da un'azienda può essere destinata a usi esclusivi professionali o promiscui; in quest'ultimo caso, il collaboratore può impiegare il veicolo sia per motivi lavorativi che personali. Tale benefit rientra nella categoria dei compensi in natura, regolata dall'art. 51 del TUIR (Testo Unico Imposte sui Redditi).
I principali vantaggi per il dipendente consistono nell'azzeramento dei costi di manutenzione, assicurazione e gestione, oltre all'utilizzo del mezzo anche fuori dall'orario di lavoro. Per l'impresa si configurano importanti opportunità di deduzione e ottimizzazione fiscale, seppur nei limiti sanciti dalla normativa. Le condizioni e le modalità di utilizzo sono stabilite contrattualmente, con possibili estensioni ai familiari previo accordo e copertura assicurativa.
La norma prevede che tutti i veicoli aziendali concessi in uso promiscuo tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2024, oppure ordinati entro la fine del 2024 e consegnati entro il 30 giugno 2025, continueranno a essere tassati secondo le vecchie percentuali basate sulle emissioni di CO₂.
Questo significa che il calcolo del cosiddetto fringe benefit, cioè della quota di reddito in natura che il dipendente riceve per l’uso privato dell’auto aziendale, seguirà ancora le soglie del 25%, 30% o 60%, a seconda delle emissioni del veicolo. Una condizione particolarmente vantaggiosa, se si pensa che il nuovo sistema, entrato in vigore per tutti i veicoli assegnati dal secondo semestre 2025 in poi, prevede una percentuale unica del 50% per le auto termiche.
Per comprendere quanto questa differenza possa incidere, basta immaginare un’auto a benzina con emissioni moderate, pari a 120 g/km. Con il metodo “vecchio”, il fringe benefit verrà calcolato sul 30% del costo chilometrico ACI, mentre con il nuovo sistema si salirà automaticamente al 50%, indipendentemente dal tipo di motorizzazione.
In termini pratici, il lavoratore che beneficia di un’auto assegnata nel regime agevolato continuerà a risparmiare anche mille euro l’anno, considerando le imposte minori dovute su un benefit più basso. Un risparmio che si riflette anche per l’azienda, la quale potrà versare meno contributi e gestire un benefit dal peso fiscale ridotto.
Per chi ha già pianificato un ordine entro la fine del 2024 e riceverà l’auto aziendale entro giugno 2025, la convenienza è dunque evidente. Ma anche chi non ha ancora formalizzato nulla ha ancora una finestra temporale utile per beneficiare del vecchio regime, a patto che l’assegnazione del veicolo avvenga entro la scadenza prevista.
Dopo quella data, invece, sarà obbligatorio adottare i nuovi criteri, che penalizzano maggiormente chi sceglie vetture a combustione tradizionale, mentre premiano – in ottica di sostenibilità – le auto elettriche o ibride plug-in, tassate rispettivamente solo sul 10% e sul 20% del costo chilometrico.
I cambiamenti introdotti producono effetti significativi sia sul lavoratore che sulle imprese, incidendo sulla convenienza auto aziendale a uso promiscuo secondo numerosi parametri. Un dipendente con vettura benzina o diesel registrerà un aumento del reddito soggetto a IRPEF, traducendosi in una riduzione dell'utile netto mensile. Al contrario, l'impiego di veicoli elettrici mantiene il benefit competitivo, riducendo la base imponibile e i costi di gestione individuali.